E’ una halakhàh ampiamente conosciuta che subito dopo la berakhàh per una mizwàh si passi all’azione (Pessachim 7b) senza interruzione nè a gesti nè tantomeno a parole.
Nel caso in cui avesse dimenticato di recitare la berakhàh prima della netillat lulav, c’è chi sostiene [TH2 17:1] possa benedire anche dopo l’Halllel, fino a prima di aver terminato le hoshanot, visto che la mizwàh non si è ancora conclusa. Una volta concluse le hoshannot per quel giorno non può recitare la berakhàh.
[TH2 17:2] La berakhàh si conclude con אשר קידשנו במצותיו וציונו על נטילת לולב “...asher Qiddeshanu bemizwotav, vezivvanu ‘al netillat lulav”. Il primo giorno in cui è possibile compiere la mizwàh del lulav si reciti anche la berakhàh di “Sheechejianu” come stampato nei machazorim, subito dopo la berakhàh del lulav.
Nei casi in cui il primo giorno di sukkot cada a Shabbath Qodesh (come quest’anno 5770), queste due berakhot passano al secondo giorno, poichè nel primo giorno non è possibile compiere la mizwàh del lulav. Nel caso in cui avesse dimenticato di recitare sheechejianu la prima volta possibile, lo reciti il primo giorno possibile; il termine massimo è il 7° giorno, Hoshanàh Rabbàh, ultimo giorno relativo alla mizwàh di lulav.
[TH2 17:3] La berakhàh e la netillat lulav relativa sono da compiersi in piedi; בדיעבד bedi’avad ~ a posteriori se l’avesse fatta seduto ne è uscito dall’obbligo. La stessa cosa vale per una persona anziana o malata che abbia difficoltà nello stare in piedi. [BIC 14] C’è invece chi sostiene che sia necessario anche per queste categorie recitarla in piedi.
[TH2 17:4] Nel caso avesse trovato un lulav solo in mezzo alla recitazione dell’Hallel, interrompa tra i capitoli dell’Hallel e benedica facendo il נינוע ninu’à ~ n.l. scuotimento del lulav successivo; prosegua quindi con la recitazione dell’Hallel.
Chag Sameach a Voi e alle Vostre famiglie
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