mercoledì 29 luglio 2009

Tish'à BeAv - Motzaè Tish’à BeAv

All'uscita di Tish'à BeAv bisogna sapere come comportarsi:

Tish’à BeAv - Conclusione

Concludo con le parole di Maran in OC [OC 554:25] che cita Ta’anit 30:
"Chiunque mangi e beva a Tish’àh BeAv non vede la gioia di Yerushalaim [ricostruita e ristabilita], e ognuno che rimane in lutto su Yerushalaim [perché è stata distrutta e non è stata ricostruita] merita e vede la sua gioia.
Yehi Ratzon che avremo il merito di vedere presto Yerushalaim ricostruita e ristabilita Bimhera Beyamenu Amen.

martedì 28 luglio 2009

Tish’à BeAv - Ulteriori note

Note sulla Netillat Yadaim [OC 554:7-11]
Si lavino solo le dita fino alla fine delle estremità, ed esegua come ogni giorno l’alternanza tra destra e sinistra, lavando prima la destra e ripetendo il tutto per 3 volte, e benedice על נטילת ידים‘Al netillat Yadaim, come ogni giorno. E’ comunque vietato lavare la faccia, tranne in caso ne sia sporca una parte, in tal caso è possibile lavare solo quella. E’ possibile comunque passare un po’ d’acqua sugli occhi nel caso sia solito farlo, dopo avere asciugato le mani dalla netillat yadim. E’ possibile inoltre lavarsi le parti del corpo sporche, ma non bisogna sporcarsi apposta. I cohanim per la birkat cohanim si lavano come durante tutto l’anno.

Note sul Lavoro il 9 di AvIl lavorare è dipendente dall’uso nel posto, se considerato vietato o meno e persino dove si usa non lavorare è possibile farlo attraverso un goj [OC 554:22].
Nei posti in cui si permette è necessario diminuirne il tempo rispetto al solito [OC 554:22].
Inoltre ai Talmidè Chakhamim è vietato lavorare in tale giorno e chiunque voglia comportarsi come un Talmud Chakham in ciò gli è permesso [Nonostante solitamente ci possa essere un problema di יוהרא Yuharà ~ n.l. superbia – ivi e MB :44]. Il motivo del divieto è di non distogliere l’attenzione dal lutto sulla distruzione del Bet HaMiqdash; per questo motivo il lavoro è vietato anche la notte [MB :43].
Si permette inoltre lavorare nelle questioni di perdita (molto differente dal mancato guadagno) come durante Chol Hamo’ed (Cfr. OC 530;537-538 in particolare per capire cosa ricada in questo ambito) [OC 554:22].
In ogni caso ogni persona che effettua Melachàh durante il 9 di Av [persino dove permesso – MB 554:49], non vede berakhàh da tale guadagno [OC 554:25]

Studio della Toràh [OC 554:2]
E’ obbligatorio, esattamente come ogni giorno dell’anno, studiare Toràh Haqqedoshàh. La problematica intrinseca in ciò è che lo studio porta שמחה simchàh ~ n.l. gioia. Per evitare ciò i chakhamim hanno stabilito che ci sono solo determinati tipi di studi permessi in tale giorno, riguardanti argomenti tristi, per non allontanare i pensieri dal חרבן הבית Chorban Habayt ~ distruzione del Bet Hamiqdash. Inoltre è bene studiare in modo superficiale (comunque capendo, altrimenti non è considerato studio), perché altrimenti l’approfondimento porterebbe a gioia.
Gli studi permessi sono numerosi e possiamo dividerli in queste categorie:
  • Tanach: il libro di Yiov, il libro di Ekhàh e il libro di Yermeyàh escluse le parti di נחמה nechamàh ~ n.l. consolazione. Di tutti è possibile studiare anche i relativi commenti.
  • Mishnàh: il 3 capitolo di Massechet Mo’ed Qatan [ואלו מגלחין] (si trova anche in italiano).
  • Talmud: il 3 capitolo di Mo’ed Qatan [ואלו מגלחין]; le parti relative al Chorban Habayt di הנזקין Hanizaqin, in massechet Ghittin [55b-58a].
  • Halakhàh: tutte le halakhot sulle norme di lutto (trovabili anche in italiano in molti testi) e quelle del 9 di Av.
  • Midrash: Ekhàh Rabbàh.
Alcune Note sulla Teffillàh e concernenti:
  • Tallit & Teffillin: ci sono diversi usi sull’indossare il tallit e il teffillin il giorno di Tish’à BeAv. Non c’è alcun dubbio che sia obbligatorio indossarli, e che il loro tempo sia tutta la giornata fino al tramonto. Gli usi invece riguardano la teffillàh di Shacharit e quella di Minchàh. C’è chi usa infatti non indossarli in pubblico durante la teffillàh di Shacharit, ma solo in quella di Minchàh. Il BIC [25] riporta che bisognerebbe indossarli prima della teffillàh di Shacharit a casa propria, recitando con essi solo la Qeri’at Shem’à; relativamente a קדש לי‘Qadesh Li’ e ‘Vehaya Ki Yeviachàh’ dipende dall’uso se recitarli in tale giorno o meno. Chiaramente si indossi tallit e teffillin solo dopo avere recitato le Birkot Hashachar e le Birkot Hatoràh [HO 17]. Sia il BIC [25] che l’HO [18] sottolineano che questo discorso è vigente sia per i teffillin di Rashì che quelli di Rabbenu Tam, ma a Minchàh si indossino quelli di Rashì. Conviene quindi informarsi precedentemente dell’uso del Bet Hakenesset presso la quale si va a pregare, e non si distingua dal pubblico.
  • Haazinu: c’è chi usa recitare anziché la Shirat Hayam [Az Yashir Moshèh] la parashàh di Haazinu. Il BIC [26] sottolinea che gli ירא שמיםYerè Shamajim ~ Temente/i del Cielo e i חכמים chakhamim ~ saggi recitino la Shirat Hayam come tutti i giorni, e solo dopo la ‘Amidàh la parashàh di Haazinu.
  • Si cerchi di piangere per la distruzione del Bet Hamiqdash, in particolare durante le תפילותteffillot ~ preghiere. Nel caso non ci riesca, nel caso delle teffillot almeno preghi con voce piangente.
  • Se possibile è bene prepararsi alla lettura della Teffillàh, cercando di capire cosa dica prima del 9 di Av. Non vengono qui trattate altre halachot relative ai testi particolari che si leggono il 9 di Av.

lunedì 27 luglio 2009

Tish’à BeAv - i Divieti


I Tempi

Il digiuno inizia dal tramonto della sera precedente fino all’uscita delle stelle, cioè fino a quando si vedono 3 stelle piccole in cielo.

I Divieti [OC 554]

Ci sono 5 divieti fondamentali nel giorno di Yom Hakippurim come il 9 di Av.

  1. Mangiare e bere. Se è solito bere durante la notte, stia attento a non preparare l’acqua vicino al letto, e trovi un sistema anzi per ricordarsi della cosa [BIC Vayelech 14].
  2. Lavarsi. E’ vietato fare la doccia indipendentemente dall’essere ad acqua calda o fredda. Inoltre è anche vietato lavarsi la mano oltre le dita. Nel caso una persona si sia sporcata è possibile sciacquarsi la parte sporca. Però è vietato sporcarsi apposta o lasciare “a mollo” nell’acqua persino solo un dito. [BIC 22]
  3. Spalamarsi olii. In questo divieto sono inserite anche l’utilizzo di creme, a meno che non siano usate per uso medico strettamente necessario, chiedere ad autorità competente.
  4. Indossare scarpe di cuoio o pelle. E’ possibile utilizzare scarpe da ginnastica (a patto che non contengano cuoio, cosa che spesso accade), di gomma e simili. E’ da evitare l’andare scalzi completamente [BIC 21]
  5. Rapporti coniugali. E’ vietato anche toccarla, esattamente come fosse una niddàh; si stia attenti a non dormire nello stesso letto, nonostante ognuno abbia una parte del letto definita (una piazza o simili) e a evitare di passarsi oggetti [BIC 23 e Vayelech 15] e c’è chi non vieta completamente il passaggio di oggetti e il contatto, ma anche secondo queste sarebbe opportuno evitare in particolare quest’ultima.[HO 15].

E’ inoltre vietato salutare, persino dicendo ‘buongiorno’ o utilizzando formule analoghe o chiedere ‘come stai?’. [BIC 24 e MB 554:41] Allo stesso modo è vietato mandare doni, esclusi i poveri che necessitano di tzedaqàh. [BIC 24]. Nel caso qualcuno saluti si risponda con voce sommessa [OC 554:20] e nel caso tale persona ignori totalmente la regola è meglio spiegargli del divieto affinché non venga ad averlo in odio chas veshalom. [MB 554:42]
Dormire: si usa dormire con meno comodità del solito. Se si è soliti avere due cuscini, se ne usi solo uno, se ne usa uno solo metta sotto di esso una pietra [BIC 23]
E’ da evitare l’andare a fare passeggiate, poiché ciò lo distrarrebbe dal lutto sulla distruzione del Bet HaMiqdash [OC 554:21]; allo stesso modo è da evitare tutto ciò che va contro questo principio, e ognuno può capire da solo cosa lo potrebbe distrarre.
Fumo: מעקר הדין me’iqqar hadin ~ in base alla regola stretta è possibile fumare sigarette. E’ opportuno però evitare, in particolar modo se ne trova godimento; in particolare durante la lettura della Teffillàh e delle aggiunte (Ekhàh e Qinnot) nel bet haKenesset. Nel caso però di qualcuno che soffre molto non fumando, c’è da facilitare e permettergli di fumare בצינעא betzin’à, quindi appartato o di nascosto. Nonostante ciò sarebbe opportuno evitare di fumare durante tutto il corso dell’anno, poiché è ormai diffuso e risaputa l’opinione di grandi medici che sostengono che il fumo nuoci gravemente alla salute. [TH7 8:3]

domenica 26 luglio 2009

Tish’à BeAv - la Vigilia

La vigilia del 9 di Av, già da Chatzot Hayom [metà delle ore di luce] è vietato studiare se non ciò che è permesso durante il 9 di Av, di cui saranno pubblicati da domani בס"ד gli articoli in merito.

I divieti del 9 di Av iniziano in tale giorno da quando ha accettato su di sé il digiuno, oppure dal tramonto del digiuno stesso. Il TH7 6:16 sostiene che il divieto d’indossare scarpe di pelle non parte dall’accettazione, ma dal tramonto.

La vigilia del 9 di Av non si recita il Tachanun a Minchàh poiché il 9 di Av è chiamato Mo’ed nella meghillàh di Ekhàh 1:15.

Divieto di Mangiare Carne e bere vino: è vietato in tale giorno in ogni caso; gli usi però fanno iniziare questo divieto molto prima; c’è chi solo la settimana del 9 di Av, c’è chi già dal 2 di Av (a differenza di tutti gli altri divieti che partono dal 1° compreso), c’è chi dal 1° compreso e c’è chi dal 17 di Tammuz. Questo divieto dura fino al 10 di Av compreso.

סעודה מפסקת Se’udàh Mafseqet
Il pasto subito precedente il digiuno è chiamato סעודה מפסקת se’udàh mafseqet. Tale pasto dev’essere consumato dopo Chatzot Hayom, prima del tramonto ed è permesso mangiare dopo di esso tranne nel caso in cui abbia esplicitato di non voler mangiare ancora o di voler cominciare il digiuno.
La Se’udàh Mafseqet dev’essere a base di al più un unico cibo cucinato; molte comunità usano fare un uovo sodo. E’ possibile però mangiare con essa cibi non cotti, come frutta e verdura fresca; per quanto possibile però è bene evitare di abbondare con essi.
L’uso è quello di mangiare un pasto a base di pane e d’intingerlo nella cenere e bere dell’acqua.
In ogni caso è bene diminuire i propri godimenti già da questo pasto.
Si usa inoltre sedersi ‘quasi’ sul pavimento; non sul pavimento stesso, ma si metta un tappetino o una coperta o un panno sul pavimento e si sieda su essi.
Non ci si ponga in modo da dover essere obbligati a recitare lo zimmun; se ci sono più di tre persone a mangiare si pongano distanti l’uno dall’altro, e non parlino. Nel caso abbiano errato in ciò il TH7 [6:13] dice che non è da recitare il zimmun comunque, ma ognuno recita solo la propria birkat HaMazon.

giovedì 23 luglio 2009

Ben HaMetzarim - Shavu’a shechal bo Tish’à BeAv

Con Shav’ua shechal bo Tish’àh BeAv s’intende la settimana in cui cade il 9 di Av parte da Motzaè Shabbath Qodesh Chazon (nella quale si legge la sidràh di Devarim), cioè all’uscita di Shabbath Qodesh precedente il giorno del 9 di Av, fino al giorno del 9 di Av stesso.

In tale settimana ci sono diversi divieti tra cui i seguenti:
  • Lavare: è vietato ed è necessario, per indossare qualsiasi tipo d’indumenti in tale settimana, averli indossati dopo essere stati lavati (e/o stirati) la settimana prima almeno per un breve periodo di tempo;
  • è vietato lavare qualsiasi panno, esclusi il fazzoletto per il naso (di stoffa per chi lo usa ancora) e gli abiti di bebè che si sporcano. [BIC 6]
  • Cucire: è vietato (e non mi dilungo perché sono in pochi ora a farlo), e c’è chi fa partire il divieto da Rosh Chodesh [OL3, BIC 9]; è permesso però sistemare uno strappo o cucirvi una pezza [BIC 10]. Nel divieto ricade anche il ricamare [esplicito in OL3 26:2].
  • Tagliarsi BARBA e capelli: è vietato sicuramente in questa settimana, e c’è chi usa vietare dal 17 di Tammuz. E’ permesso però tagliare dalla barba ciò che impedisce di mangiare come si deve. In questa settimana persino ai ba’alè Berit è vietato tagliarsi barba e capelli. [BIC 12 e HO 6].
  • Pettinarsi: c’è chi vieta [BIC 14] e c’è chi permette [HO 8]. Tutti permettono alle donne.
  • Tagliarsi le unghie: c’è chi vieta, ma anche questi permettono nel caso superino la carne, escluso il 9 di Av stesso [BIC 13] e c’è chi permette in ogni caso [HO 7].
  • Lavarsi: gli ashkenaziti cominciano ad evitare di lavarsi da Rosh Chodesh.
  • Maran nello Shulchan ‘Aruch sostiene invece che il divieto duri solo la settimana di Tish’à BeAv. C’è da segnalare che in questo il BIC 16 segua l’opinione ashkenazita e dice esplicitamente che non ci sono distinzioni tra acqua fredda o calda. Anche secondo questa è obbligatorio almeno lavarsi con l’acqua calda viso, mani e piedi prima di Shabbat Qodesh; chi è solito andare al miqvèh ogni venerdì può effettuarlo anche questo. Chi gli sia stato prescritto dal medico di lavarsi con acqua calda si lavi con essa.
  • Rav ‘Ovadiàh Yossef Shalità [HO 10] sostiene che anche durante tale settimana è possibile lavarsi con l’acqua fredda (escluso chiaramente il 9 di Av stesso).

lunedì 20 luglio 2009

Ben HaMetzarim - Da Rosh Chodesh Menachem Av

Da Rosh Chodesh in poi partono una serie di usi più restrittivi, tra cui troviamo i seguenti:
  • Tribunale: E’ preferibile evitare ogni tipo di giudizio con un goj da Rosh Chodesh Av in base a massechet Ta’anit 29b [citata nei poseqim tra cui il BIC 1]. Sul fino sarebbe indicato fino a Rosh Chodesh Elul, am c’è chi dice fino a dopo il 10 di Av, e quest’ultima opinione è considerata quella principale [dal BIC 1].
  • C’è chi sostiene che la stessa cosa vale per le operazioni mediche, e se fosse possibile facilmente posticipare meglio [HO 1]
  • משא-ומתן Masà umatan ~ commercio di Simchàh: da Rosh Chodesh Av fino a Tish’à BeAv è da diminuire. Ciò di cui si tratta è la compravendita di cose necessarie al matrimonio; nel caso però non sia possibile trovarla successivamente o che non si trovi ad un prezzo così basso in un tempo successivo è permesso.[BIC 2]
  • Costruzione di edifici: nel caso non sia strettamente necessario non si cominci a costruire un edificio da Rosh Chodesh, tranne se necessario per una mizwàh come nel caso di un Bet Hakenesset; nel caso si sia iniziata la costruzione prima di Rosh Chodesh è possibile completarla.
  • E’ vietato però in tutto il periodo abbellire la propria casa e far lavori di tinteggiatura di pareti e lavori ad esso analoghi. [BIC 3]
  • Divieto di Mangiare Carne e bere vino: il divieto vero e proprio insiste la vigilia del 9 di Av.
  • Il Minhag comune dei sefaraditi è quello di iniziare dal 2 di Av (a differenza di tutti gli altri divieti che partono dal 1° compreso) [uso dei tripolini in base a ML 7, così è l’uso anche di Bagdad BIC 15]; c’è invece chi lo applica solo la settimana del 9 di Av, chi Rosh Chodesh stesso e chi dal 17 di Tammuz.
  • Il divieto di mangiare carne e bere vino, chiaramente esclude Shabbat Qodesh.
  • Ci sono diversi minhaghim sul fino a quando fare durare quest’ultimo divieto, se fino all’uscita del digiuno del 9 di Av [ML 17, BIC 15], o fino all’uscita delle stelle del 10 [Minhag Kasher secondo Maran in OC 528, Maran Hachidàh dice che così si comportano gli Yerè Shamaim nel Machaziq Berakhàh, e così conclude il ML]. Ognuno segua il proprio minhag.

martedì 14 luglio 2009

5769 Av

1° Av (mer 22 lug '09)
Rosh Chodesh
Dura un solo giorno, non si recitano tachanunim, si recita l'hallel, si estrae il sefer Toràh e si recita l'hallel
Durante le teffillot e la birkat ha-mazon è necessario aggiungere il brano di Ya'alè Veyavò relativo a Rosh Chodesh

Molad
cade mer mattina alle 9.19 e 5 chalaqim, ma la
Birkat Ha-Levanàh
è posticipata da gio notte del 10 di Av (tra il 30 e il 31 lug '09) fino alla notte del 16 di Av (tra il 5 e il 6 di ago), per non essere recitata nel periodo di Ben Ha-metzarim ~ tra le ristrettezze fino al 9 di Av

Settimana del 9 di Av
si usano in questa settimana un maggior numero di ristrettezze per ricordare la distruzione del Bet Ha-Miqdash a seconda degli usi

8 di Av
vigilia del digiuno del 9 di Av, la se'udàh mafseqet è da consumare prima del tramonto

9 di Av (dal tramonto di mer 29 lug all'uscita delle stelle di gio 30 lug)
Digiuno del 9 di Av, a 1941 anni dalla distruzione del secondo Bet Ha-Miqdash
E' vietato in tale digiuno:
1. Mangiare e bere
2. Lavarsi, persino le mani anche con l'acqua fredda; la nettillat Yadajim la mattina dev'essere fatta fino alle giunture delle dita delle mani.
3. Ungersi
4. Indossare scarpe di cuoio/pelle
5. Avere rapporti con la propria moglie

15 di Av (mer 5 di ago)
Tu BeAv: giorno in cui non si recitano i tachanunim per la grandezza di tale giorno - cfr. ultime pagine di massechet ta'anit

giovedì 9 luglio 2009

Ben HaMetzarim.- Introduzione e norme

Il periodo che intercorre tra il 17 di Tammuz e il 9 di Av è chiamato בין המצרים “Ben Hametzarim” ~ tra le ristrettezze e prende il nome dal versetto nel libro di Ekhàh (1,3). Il Midrash di Ekhàh dice che in tali giorni i nemici di Israel sono entrati a Yerushalaim תובב"א e hanno cominciato la distruzione di Yerushalaim con il culmine del 9 di Av nel quale hanno distrutto il Beth Hamiqdash. In questo periodo si applicano pertanto diverse ristrettezze che aumentano sempre più all’avvicinarsi del 9 di Av. E’ possibile individuare questa serie di periodi:

  1. Ben Hametzarim: dal 17 di Tammuz al 9 di Av (al 10 in alcuni casi).
  2. Da Rosh Chodesh Av fino a Tish’à BeAv (il 9 di Av).
  3. שבוע שחל בו תשעה באב Shavu’a Shechal Bo Tish’à BeAv: la settimana in cui cade il 9 di Av, che parte da Motzaè Shabbath Qodesh Chazon (nella quale solitamente si legge la sidràh di Devarim), cioè all’uscita di Shabbath Qodesh precedente il giorno del 9 di Av.
  4. ערב תשעה באב Erev Tish’à BeAv: la vigilia del 9 di Av.
  5. Tish'à BeAv: il 9 di Av stesso, con alcune “estensioni” fino al 10 di Av.

Cominciamo Be”H IS”L a prendere in considerazione alcuni usi caratteristici di questi periodi cercando di entrare nello specifico. Ci sono alcune ristrettezze il cui periodo di applicazione è variabile a seconda dell’uso: per molte ristrettezze c’è un periodo minimo d’obbligo, e un periodo “aggiunto” derivato dall’uso. Si tenterà, Be”H, di dare idea anche di questi fattori. Tra le opinioni derivate dall’uso in modo più rigoroso abbiamo l’opinione dell’autore del Ben Ish Chai, Rabbenu Yossef Chajim ז"ל seguita da molti sefaraditi. Rav ‘Ovadiàh Yossef Shalità (testo di riferimento Halichot ‘Olam sul Ben Ish Chai) invece riporta solitamente un’opinione maggiormente facilitante.

Divieti di Ben Hametzarim

Musica, balli & canti: “Nonostante chi facilita durante l’anno nel sentire canti e lodi ad HQB”H IS”L accompagnati da strumenti musicali attraverso radio o altri supporti musicali (musicassette, cd, mp3 etc.) abbia su cosa appoggiarsi, in ogni caso nel periodo di Ben Hametzarim bisogna evitare di sentirli […] E c’è da essere rigorosi anche sui bambini che siano giunti in età di educazione (N.d.T. circa 5-6 anni secondo molte opinioni)” [TH7 5.2-5]. Ho cercato di essere il più letterale possibile nella traduzione di uno dei vari testi che si occupa di queste halakhot, il cui senso è praticamente uguale in tutti. Il motivo per la quale ho cercato di attenermi alla traduzione del testo è dovuto ad un’ignoranza (nel senso stesso della parola, di ignorare) abbastanza diffusa relativa ad una regola abbastanza importante. E’ una regola direttamente nella ghemarà (Ghittin 7), e riportata come Halakhàh anche nello Shulchan 'Aruch da Maran (Orach Chajim 560:3): il divieto di suonare strumenti musicali senza scopo di mitzwàh (come per matrimoni e simili). Si è inoltrata abbastanza la facilitazione di sentirli nel caso non si vedano, come nel caso di supporti musicali vari, per vari motivi. Nonostante ciò durante il periodo di ben hametzarim il divieto torna ad essere quello sulla musica strumentale in tutte le sue forme, poiché il motivo del divieto è ricordare la distruzione del Beth Hamiqdash, che in questo periodo dobbiamo ricordare particolarmente. Sono invece permessi canti di lode ad HQB”H IS”L, se non supportati da strumenti musicali, e sicuramente è permesso cantare mentre si recita la teffillàh (in particolare per il חזן chazan) o quando ci si occupa di Toràh Haqqedoshàh, ad esempio al fine di concentrarsi meglio, anche se c’è chi sostiene che sarebbe bene evitare anche questa a priori da Rosh Chodesh [OL3 25:2]. Come la musica, in questo periodo è vietato anche il ballo, anche se non supportato da musica. C’è da facilitare nel far sentire musica, anche accompagnata da strumenti musicali nel caso di una סעודת מצוה se’udat mizwàh ~ pasto legato ad una mizwàh particolare, come quella di un ברית מילה berit milàh, פדיון הבן Pidjion haben o di un סיום מסכת syum massechet ~ conclusione di un trattato, a condizione che non sia stato posticipato. Sicuramente però non è possibile suonare e ballare durante la se’udàh della sera precedente la milàh. Gli ashkenaziti in ciò sono più rigorosi e non facilitano neanche per le se’udot mizwàh.
Per casi patologici di persone che hanno gravi disturbi nel caso non sentano musica è necessario consultarsi con un’autorità competente [Mi permetto בק"ד di segnalare OL3 25:2].
Berakhàh di Sheechejianu: la berakhàh di Sheechejianu può capitare di essere recitata in 4 categorie d’occasioni.

  1. La prima consiste nell’indossare un vestito che per l’attuale proprietario sia nuovo (potrebbe anche essere di decima mano) e lo renda contento.
  2. La seconda è nell’acquisto di un’automobile o di una casa, o dell’ampliamento di quest’ultima.
  3. Il terzo relativo al mangiare un frutto che è nuovo per quell’anno ed è la prima volta che lo mangia in quell’anno stesso.
  4. Il quarto è il caso di una mizwàh particolare, come nel caso del berit milàh del proprio figlio, del pidjion o simili.

Tranne in quest’ultimo caso si deve cercare di evitare di porsi nelle condizioni di dover recitare questa berakhàh. – Questo divieto dovrebbe essere tenuto secondo molti poseqim [OL3 25:3] fino al termine del 10 di Av.
Nel caso si tratti di frutta che non si trovi in un periodo successivo si permette di recitare sheechejianu a condizione di non poterlo tenere in frigorifero in buone condizioni fino a dopo Tish’à BeAv, o almeno fino al primo Shabbat Qodesh disponibile [OL3 25:3]. Si permette anche nel caso una donna incinta desideri un frutto nuovo; in tal caso prima di mangiarlo [OL3 25:3]
In ogni caso non si comprino e/o calzino scarpe nuove a partire da Rosh Chodesh [OL3 26:1], ma è possibile comprare scarpe nuove di gomma o di tela per il 9 di Av fino al giorno prima.

Sposarsi: l’uso abbastanza diffuso è quello di non sposarsi fin dal 17 di Tammuz [BIC 4]. Nonostante ciò ci sono molti poseqim [HO , OL3 25:1] che permettono di sposarsi fino a Rosh Chodesh; in particolare nel caso si siano superato i 20 anni come single [HO]. In tal caso si può permettere anche di unirsi a tale simchàh nonostante ci siano balli e canti [a condizione stretta che siano separati e non ci siano altre forme di "atteggiamenti inconvenienti"], poiché si tratta di una se’udàt mizwàh [OL3 25:1].

Fidanzarsi: è sempre possibile fidanzarsi, persino il giorno del 9 di Av, poiché c’è il rischio che qualcuno lo preceda. Non è però possibile imbandire un banchetto per il fidanzamento se oltre Rosh Chodesh (secondo Rav ‘Ovadiàh) o il 17 di Tammuz (secondo altri), ma è possibile fare un piccolo rinfresco ed eventualmente cantare; è comunque vietato anche in questo caso accompagnarlo strumentalmente. C’è chi inoltre usa vietare anche il fidanzamento [BIC 4].

Fonti principali: Ben Ish Chai Sidrat Devarim =BIC, Halichot ‘Olam sul BIC = HO, Torat Hamo’adim volume 7 = TH7 di Rav David Yossef Shalità; Shulchan ‘Aruch Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh = MB; fonti per Sheechejianu TH 75.6-11,23-24; Matrimonio 5.13-14. Per le regole di massima di Sheechejianu si veda invece BIC 1 Sidrat Reeh.

mercoledì 8 luglio 2009

Norme sui Digiuni Pubblici - La Teffillàh

Nei giorni di digiuno pubblico ci sono alcune norme comuni che valgono per i tre digiuni del 17 di Tammuz, Digiuno di Ghedaliàh (3 di Tishrè) e il 10 di Tevet.

עננו ‘Anenu

Chi digiuna deve aggiungere nella ברכה berakhàh ~ benedizione dell’amidàh שומע תפילה“Shome’a Teffillàh” l’aggiunta עננו “’anenu” stampata nei siddurim. Il minhag della maggior parte dei sefaraditi è di recitarlo sia a shacharit che a minchàh, ma ad arvit l’uso è di non recitarlo, poiché il digiuno non è ancora iniziato. Ci sono però alcuni che usano, e tra loro alcuni yemeniti, recitarlo anche ad arvit poiché comunque è un giorno di digiuno. Gli ashkenaziti usano recitarlo solo a minchàh [TH7 3:6].

Il חזן chazan ~ ufficiante nella חזרה chazaràh ~ ripetizione dell’amidàh deve recitare una berakhàh di per sé, tra גואל ישראל“Goel Israel” e רפאנו “Refaenu” come stampato nei siddurim, anziché ‘anenu nella berakhàh di “Shome’a Teffillàh” come il singolo. Può dirla solo a condizione di avere almeno 6 preganti (lui compreso)[1] che abbiano intenzione di completare il digiuno; in caso contrario reciti ‘anenu come il singolo (in Shome’à Teffillàh) anche durante la chazaràh. Per questo motivo, a priori il chazan dev’essere digiunante perché altrimenti non gli è concesso recitare ‘anenu. In caso non ci sia nessun altro che sia in grado di essere chazan si dica la chazaràh senza ‘anenu ]princ. TH7 3:12-14, cfr. note].

Colui che deve recitare parola per parola la amidàh con la chazaràh del chazan (per esempio se è arrivato in ritardo) non ha il permesso di recitare la berakhàh aggiunta di ‘anenu, ma dovrà stare zitto in quel momento. Dovrà inoltre dire ‘anenu in “Shome’a Teffillàh”, nonostante a causa di questo ritardi e non riesca a dire con il chazan מודים“Modim”. In ogni caso quando sente “modim” ci si pieghi un pochino, tranne nel caso in cui si trovi all’inizio o alla fine di una berakhàh [TH7 3:11].

תחנונים Tachanunim

Nella Teffillàh si usa aggiungere dei tachanunim particolari (di solito presenti verso il fondo del siddur), dopo la Amidàh di shacharit. Inoltre il 10 di Tevet e il 17 di Tammuz si aggiunge il מזמור mizmor ~ salmo 83 שיר מזמור לאסף “Shir Mizmor leAssaf” dopo il mizmor quotidiano (, per i sefaraditi prima di Hoshi’enu).
Chi fa teffillàh ביחיד beyachid ~ da solo (senza minjian) deve sapere che può fare i tachanunim, ma in modo particolare. Il primo ויעבור “Vay’avor” (quello presente tutti i giorni) può essere letto solo se si legge con i טעמיםta’amim, che sono le melodie legate alle parole. I successivi invece, beyachid non si leggono, ma si interrompe prima, appena lette le parole שהודעת לעניו מקדם “shehod’ata le’anav miqedem”.[2]

ברכת כהנים Birkat Cohanim

I cohanim eseguono la birkat cohanim sia a Shacharit che a Minchàh, con la condizione che quest’ultima venga fatta, a priori, almeno dopo פלג המנחה pelag haminchàh (un ora e un quarto zemanit prima dell’uscita delle stelle). In un posto dove usano che i cohanim eseguano la birkat cohanim a Minchàh prima di quest’ora c’è da ammonirli, e sistemare il minhag secondo la regola, in modo che venga fissato dopo pelag haminchàh [TH7 3:2, vedi in loco fonti e approfondimenti su casi particolari a posteriori].

Inoltre se si prega minchàh prima di pelag haminchàh nella chazaràh il chazan non sostituisce la birkat cohanim con “Elokenu veElokè Avotenu barechenu etc.”. Ci sono alcuni ashkenaziti che hanno invece il minhag di recitare, nel caso si trovino prima di pelag haminchàh, “Elokenu veElokè Avotenu barechenu etc.” senza birkat Cohanim ]TH7 3:3[.

Un cohen che non digiuna non può eseguire la birkat cohanim a minchàh, poiché questa è dipendente solo dal digiuno. In caso ci siano cohanim che la eseguono, esca quindi dal bet hakenesseth [TH7 3:4].

Se si è superato il tramonto con la chazaràh, è comunque possibile eseguire la birkat cohanim. Se si è superata l’uscita delle stelle non è però possibile [TH7 3:5].

ספר תורה Sefer Toràh [TH7 cap. 4]

Durante giorni di digiuno pubblico salgono 3 persone a leggere nel Sefer Toràh ויחל “Vajchàl” come stampato nei siddurim ( כי תשאShemot 32:11-14; 34:1-10). Solo chi è a digiuno può salire al sefer, e sono necessari almeno 6 digiunanti nel minjian per estrarre il sefer dall’Aron haqqodesh, sia per shacharit che minchàh. E’ bene stare attenti che anche colui che legge sia a digiuno.


[1] Nel caso invece di un digiuno nella quale il pubblico digiuna, ma non appartiene ai 4 digiuni pubblici, è necessario avere almeno 10 digiunanti. Così è l’opinione del TH7 per risolvere un’apparente contraddizione nelle parole di Maran; a causa di questa c’è chi sostiene che anche nei 4 digiuni pubblici siano necessari 10 digiunanti.
[2] Fin qui secondo la prima opinione riportata nel [BIC Ki Tissàh 1,9], e così compresa dal OL2 . Il BIC aggiunge che il suo uso a quel punto era di continuare nella lettura mentale fino al termine del “Vay’avor”. Riporta inoltre che c’è chi ritiene che sia bene leggere al posto di questi “Vay’avor” la traduzione in aramaico di Onqelos, trovabile nel chumash seguito da una particolare teffillàh. Per completezza ne riporto qui il testo
(traduzione di Onqelos)ואעבר ה' שכנתיה על אפוהי, וקרא ה' ה' אלהא רחמנא וחננא, מרחיק רגז, ומסגי למעבד טבוון וקשוט, נטר טיבו לאלי דרין, שביק לעווין ולמרוד ולחובין, סלח לדתייבין לאוריתיה
(Teffillàh) אנא ה' אל חי תספיק לנו שפע אור וברכה חן וחסד ורחמים ואומץ, נא ה' אל פודה, עטרנו שמחנו

martedì 7 luglio 2009

Norme sui Digiuni Pubblici - Chi e Quando

Per i tre digiuni pubblici del 17 di Tammuz, Digiuno di Ghedaliàh (3 di Tishrè) e del 10 di Tevet valgono norme comuni; in questa prima parte verranno trattate le norme generali di questi digiuni pubblici.

Chi deve digiunare?
  • Tutti sono obbligati a digiunare nei giorni di digiuno pubblico dall’età in cui si è obbligati a rispettare le mizwot (13 per gli uomini e 12 per le donne). Questo obbligo comprende anche lavoratori, insegnanti e Talmidè Chakhamim, nonostante ciò li possa infastidire nel loro impegno quotidiano [TH7 1,3].
  • In breve una piccola lista degli esenti da questi digiuni secondo il TH7 [capitolo 2]:
    o [1] I minori dell’età dell’obbligo all’osservanza delle mizwot (13 anni per i ragazzi, 12 per le ragazze).
    o [2] Le donne incinte e le allattanti. Una donna è considerata incinta se sono passati 3 mesi dall’inizio della gravidanza. In caso di forte debolezza è esente anche prima di questo periodo, in particolare se sono passati i primi 40 giorni dall’inizio della gravidanza. E’ invece considerata allattante nei 24 mesi successivi la nascita del bambino, anche se ha interrotto l’allattamento. In ogni caso per queste categorie (spiegate in questo punto), se possono, è bene che mangino solo ciò che gli è strettamente necessario.
    o [3] Un malato, anche se non in pericolo di vita a causa della sua malattia, ma non riesce ad uscire di casa data la sua malattia. Eventualmente anche una persona che si è ripresa dalla malattia, ma è ancora debole è possibile sia esente.
    o [4] Un anziano debole, nonostante sembri sano.
  • Sono inclusi nell’obbligo di digiunare:
    o [5] uno sposo ed una sposa durante i primi 7 giorni del matrimonio.
    o [5] i בעלי ברית ba’ale berit ~ “padroni” del berit-milàh, tali il מוהל mohel (colui che effettua la milàh), il סנדק sandaq (colui che tiene il bambino durante la milàh) e il padre del bambino (per la madre vedi sezione esenti .2).
  • [6] il padre del bambino nel giorno del פדיון הבן pidjion haben (riscatto del primogenito maschio).
  • Queste ultime categorie possono interrompere il digiuno dopo חצות chatzot hayom ~ metà delle ore di luce nel caso in cui il digiuno sia דחוי dachui ~ spostato. Ciò è valido per tutti i digiuni di questa categoria (cioè esclusi Yom Hakippurim e il 9 di Av) tranne il 10 di Tevet perchè non può mai essere dachui [TH7 2, 5].


Periodo del digiuno
Il tempo del digiuno è dall’alba fino all’uscita delle stelle [TH7 1, 4].

Nel caso ci si svegli prima dell’alba si ha il permesso di mangiare, dopo aver dormito la notte, solo se ha esplicitato una condizione entro la sera precedente di voler mangiare prima dell’alba qualora se ne presenti l’occasione. Sotto tale condizione può mangiare e bere, altrimenti gli è vietato. In ciò sono facilitanti gli ashkenaziti che permettono di bere dell’acqua fino all’alba anche senza la condizione, per chi sia solito farlo comunemente [TH7 1,5].

Scordato il digiuno – Che fare?
Una persona che si fosse scordata del digiuno ed avesse mangiato, non gli è concesso continuare a mangiare, ma deve completare il digiuno.

Me’iqqar hadin ~ secondo la regola stretta non è necessario digiunare un altro giorno al posto di questo interrotto, a meno che non voglia farlo per sistemare il danno fatto avendo interrotto il digiuno. E se il digiuno che vuole fare può disturbare il suo studio di Toràh, non è bene che digiuni, ma espii la sua colpa dando צדקה tzedakàh (non voglio tradurlo come elemosina perché sarebbe errato oltre che limitativo) e aumenti lo studio della Toràh Haqqedoshàh [TH7 1,15].

Nel caso abbia mangiato una quantità maggiore di kezait (27 grammi circa), nonostante debba completare non può aggiungere “‘Anenù” nell’amidàh. Nel caso abbia mangiato una quantità minore, gli è permesso [TH7 1,16[.
Nel caso abbia recitato unaברכה berakhàh ~ benedizione su un cibo, e si è subito ricordato che è giorno di digiuno, assaggi una piccolissima parte del cibo affinché la sua berakhàh non sia stata recitata invano, poiché la punizione della recitazione di una berakhàh invano è maggiore di quella di una persona che mangia in un giorno di digiuno pubblico. Chiaramente non può proseguire nel suo “pasto”dopo l’assaggio. [TH7 1,17].

Altre note

  • In questi digiuno è possibile lavarsi, ungersi, indossare scarpe di pelle e avere rapporti coniugali. Lavarsi con l’acqua calda מעקר הדין me’iqqar hadin ~ in base alla stretta regola è permesso; in ogni caso ci sono alcuni ashkenaziti che sono più rigorosi in ciò nei digiuni pubblici [TH7 1, 6].
  • E’ bene essere rigorosi e non lavarsi la bocca con l’acqua durante i digiuni pubblici. In ogni caso, per chi è abituato a farlo tutti i giorni, e il non farlo lo infastidisce molto, è possibile facilitare, a patto che non inserisca in bocca più di un revi’it (88cc: poco meno di metà di un bicchiere di plastica standard) di acqua alla volta e non senza ingoiare nulla. La stessa cosa vale riguardo il lavarsi i denti [TH7 1,11].
  • Le pastiglie contro il mal di testa o altro, sono permesse per un digiunante a condizione che non abbiano sapore e si riescano ad ingoiare senza acqua. Se invece devono essere masticate o hanno sapore c’è da essere maggiormente rigorosi. Ma se sono necessarie per la cura di una malattia relativa ad un organo interno c’è da facilitare [TH7 1,13].
  • E’ vietato masticare un chewing-gum durante i giorni di digiuno pubblico. [TH7 1,12 - cfr approfondimenti ivi].
  • E’ permesso me’iqqar hadin fumare sigarette. In ogni caso sarebbe bene evitare di fumare durante tutto l’anno poiché è riconosciuto dalla maggior parte di grandi autorità nel campo della medicina che il fumo nuoce gravemente alla salute, e può portare a gravi conseguenze (lo ‘alenu); non fumando si compie quindi il precetto di “state molto attenti alle vostre anime” (N.d.T. che comprende la cura del corpo nel limite di non danneggiarlo) [TH7 1,14]

lunedì 6 luglio 2009

Il Digiuno del 17 di Tammuz - Introduzione

In massechet ראש השנה Rosh Hashanàh (18b) da un versetto in Zechariàh (5,19) i חכמים chakhamim ~ saggi imparano quali sono le date di alcuni digiuni pubblici; seguendo l’ordine nel versetto: il 17 di Tammuz, il 9 di Av, il 3 di Tishrè (Tzom Ghedaliàh) e il 10 di Tevet. Questi sono digiuni pubblici per tutto il popolo ebraico a causa delle disgrazie accadute in quei giorni. Tra poco avremo il 17 di Tammuz - ma perché digiuniamo?

מעשים Ma’asim del 17 di Tammuz
La mishnàh in massechet תענית Ta’anit (26) dice che cinque מעשים ma’asim ~ eventi sono accaduti ai nostri padri durante il 17 di Tammuz ed inizia ad enumerarli:
(1) sono state rotte le לוחות luchot ha-Berit ~ le cosiddette tavole della legge, (la cui traduzione più letterale è tavole del Patto)
(2) è stato interrotto il sacrificio del Qorban Hatamid, sacrificio quotidiano portato nel Bet Ha-Miqdash
(3) è stata cinta d’assedio la città (di Yerushalaim תובב"א),
(4) Apostomos Harash’à ha arso un sefer Toràh, ed
(5) è stato inserito un idolo nell’Hechal, zona tra le più qedoshot del Bet Ha-Miqdash תובב"א.

Ogni singolo tra questi eventi meriterebbe un approfondimento a sé, che sarebbe lungo affrontare in questa sede[4].
Ciò su cui mi vorrei soffermare è una breve domanda sulla mishnàh. In questa non si parla di cause del digiuno, ma tratta di ma’asim. Perché? Qual è la differenza? Proviamo a capirlo attraverso il ragionamento sul primo: la distruzione delle luchot.
Su questo argomento ho sentito una volta una tesi, che consisteva nel voler dimostrare che il חטא chet ~ peccato (involontario) commesso da Moshèh Rabbenu ע"ה fosse proprio questo, la rottura delle luchot habberit. Questa tesi, come molte altre che si sentono effettuate senza approfondimento su testi di תורה שבעל פה Toràh Sheba’al Peh studiati in base ai strumenti e indicazioni di studio fornite dai chakhamim ז"ל[5], non solo è errata, ma lo è in modo eccezionale. Troviamo, infatti, esplicitamente in massechet Shabbat 87a che 3 questioni Moshèh Rabbenu ע"ה ha agito in base al proprio דעת da’at[6], alla propria iniziativa e logica, basandosi su deduzioni dalle regole della Toràh Ha-Qedoshàh, e HQB”H IS”L è stato d’accordo con Moshèh Rabbenu ע"ה.
Una di queste è appunto l’aver distrutto le luchot, pertanto non può essere considerata una colpa, anzi nella ghemarà stessa viene considerata un alto merito (HQB”H IS”L dice a Moshèh Rabbenu ע"ה ‘יישר כחך’ ‘Yeshar Kochakhà’[7] per ‘complimentarsi’ dell’azione effettuata).

A questo punto il punto di partenza risulta essere ancora meno chiaro di prima. Perché tra i ma’asim avvenuti nel giorno di digiuno del 17 di Tammuz, chiaramente legati alle cause del digiuno, ne troviamo uno che non è assolutamente un peccato, anzi è un merito?

In massechet Tamid 32 a si raccontano le diverse domande poste da Alessandro il Macedone ai זקני הנגב Ziqnè Haneghev ~ i saggi[8] del Neghev. Tra queste troviamo "chi è il חכם chakham ~ saggio?", e gli viene risposto " הרואה את הנולד Haroèh et Hanolad ~ n.l. colui che vede ciò che (sta per) nasce(re)". Ciò che intendono i chakhamim è evidente che non è riferito all’ostetrico, ma a chi vede le conseguenze di ciò che viene fatto, delle proprie azioni in particolare. Questa è anche la chiave di lettura della mishnàh di Ta’anit, ma al contrario.
Dobbiamo riflettere non tanto sui ma’asim (e mi riferisco a tutti e cinque), quanto a cosa ha causato questi ma’asim, le nostre azioni quindi.
Nel caso particolare della rottura delle luchot habberit la causa dovrebbe essere risaputa da tutti; Moshèh Rabbenu ע"ה le distrugge quando vede l’ עגל הזהב ‘Eghel Hazahav ~ vitello d’oro, uno dei peccati per eccellenza. Quello che ci vuole dire la mishnàh è che i fatti, gli eventi, in sé non hanno particolare utilità, poiché nel tempo potrebbe venire dimenticato persino se tale fatto avesse accezione negativa o positiva. In sé i fatti servono per essere utilizzati come indici delle nostre azioni, per capirne effettivamente le conseguenze.

Cosa possiamo imparare dal contenuto globale della mishnàh per i nostri giorni dovrebbe essere oramai chiaro, ma perché questo messaggio viene fornito in particolare per il digiuno del 17 di Tammuz?

Perché anche nel digiuno stesso si applica una logica simile. E’ risaputo che scopo del digiuno non è il digiuno stesso (nonostante sia comunque intoccabile e obbligatorio per tutte le categorie di cui parleremo in seguito בס"ד); il digiuno è solo l’evento. Lo scopo del digiuno è cercare di analizzare se stessi al fine di correggere i propri errori, in particolare sotto l’aspetto dell’' עבודתAvodat ~ il servizio di Hashem Itbarach. L’‘Avodat Hashem Itbarach non include (come molti sono spesso portati a pensare) solo un corretto rapporto nei confronti di HQB”H IS”L, ma anche quello verso gli altri, e soprattutto verso se stessi, cosa che spesso siamo soliti tralasciare completamente. Quest’ultimo, il rapporto verso se stessi, è effettuabile in vari modi, trattato da testi di Mussar come ארחות צדיקים Orchot Tzaddiqim,מסילת ישרים Messilat Yesharim di Rabbenu Moshè Chajim Luzzato הרמח"ל ז"ל, Sefer Hayashar ספר הישר e simili, il cui studio è sancito come obbligatorio dai poseqim per almeno (cito una delle opinioni più facilitanti) 10 minuti al giorno.

Almeno 10 minuti al giorno per la cura della propria persona[9].


Fonti principali: Shulchan Aruch Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh =MB; Torat Hamo’adim =TH (7 se volume su Digiuni); Ben Ish Chai = BIC (anno 1).
[4] Per affrontare il tema in modo rapido consiglio la nota 2 in TH7 1:2. Per i riferimenti al talmud principalmente ta’anit 28b-29a dopo aver affrontato la mishnàh citata.
[5] Con questo non intendo assolutamente dire che personalmente sia arrivato a questo livello, ma la critica sta nel cercare di approfondire su testi scritti da Talmidè Chakhamim degni di questo nome, e non da chi non ha approfondito che secondo la propria logica, che essendo solo umana è per definizione limitata – cfr. מהרש"א, עין יוסף su Tamid 32.
[6] Ho preferito lasciare la traduzione del testo più vicina al testo, almeno per chi intende in cosa consiste il da’at. Consigliato in merito il testo פרקי קנין הדעתil cui autore ha voluto essere anonimo. La ‘spiegazione’ proposta, anche se un po’ impropria, si avvicina lontanamente al concetto, ma mi sembra possa rendere parte dell’idea in breve.
[7] Tipo חזק וברוך Chazzaq uvaruch; la traduzione letterale sarebbe qualcosa di simile a “è retta la tua forza”.
[8] Ho tradotto Zaqen come saggio e non come anziano, poiché il termine anziano attualmente viene principalmente usato per indicare una questione d’età, mentre in ebraico l’utilizzo del termineזקן indica זה קנה (חכמה)colui che ha acquistato saggezza [cfr Qiddushin 32b]
[9] Chi non avesse la possibilità di trovare tali testi in versione cartacea, può ordinarli via internet, trovabili anche in traduzione in diverse lingue tra cui l’inglese. In lingua originale sono trovabili tranquillamente su internet, e se vi è difficile passare 10 minuti a leggere davanti al pc è possibile stamparli.
Vi indico qualche link tra i primi che ho trovato su Google:
Messilat Yesharim: http://www.shechem.org/torah/mesyesh/hindex.htm
Orchot Zaddiqim: http://www.daat.ac.il/daat/mahshevt/orhot/pirkey-2.htm
Il Sefer Hayashar non l'ho trovato, perchè quelli presenti si riferiscono all'omonimo testo sulla Toràh scritta o su testi di Halakhàh di Rabbenu Tam ז"ל, se qualcuno dovesse trovarlo è pregato di segnalarlo.