lunedì 30 novembre 2009

3. La lettura dello Shem'à

Ecco l'indice del terzo capitolo del testo פניני הדת Peninè HaDat, relativo alla קריאת שמע Qeriat Shem'à ~ lettura dell0 Shem'à di cui abbiamo completato ora la traduzione con il capitolo di oggi:
  1. Mizwot ad obbligo permanente.
  2. Il טבע Tev'à ~ la Natura e la Toràh.
  3. La Lettura dello Shem'à
  4. Il Tempo della Lettura dello Shem'à
  5. Le Berakhot della Qeriat Shem'à
  6. Baruch Shem Kevod Malchutò Le'olam Va'ed
  7. La כונה Kavanàh ~ intenzione nella lettura
  8. Esattezza nella lettura dello Shem'à

Sono presenti le seguenti glosse di AB sugli argomenti trattati:

3.3 In riferimento al concetto di Yirat Shamajim; sempre sullo stesso argomento troviamo Segulot Yisrael - Yirat Shamajim. E' possibile trovare tutti gli articoli connessi cliccando sull'apposita etichetta.

3.4 Il Tempo della Lettura dello Shem'à

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à - glossa

3.8 Esattezza nella lettura dello Shem'à

La lettura dello Shem'à e delle relative Berakhot sarebbe opportuno, se possibile, recitarle seduti.
Chi legge faccia attenzione ai seguenti dettagli:
  1. Pronunciare correttamente le parole e sentire la propria voce durante la lettura.
  2. Non cambiare le lettere con il דגש Daghesh con quelle senza e viceversa. [N.d.T. il Daghesh è il puntino nella lettera, che produce un suono raddoppiato nella lettera e se presente uno "Sheva", quindi i due puntini uno sopra l'altro sotto questa lettera, nella maggior parte dei casi si legge come "E"]
  3. Separare la pronuncia di due parole, cui la seconda comincia con la l'ultima lettera con cui si conclude la precedente, come על לבבך 'Al Levvavekhàh, עשב בשדך 'Esev Besadekhà; ed è necessario anche separare le lettere gutturali, che vengano pronunciate correttamente e non assorbite dalla lettura, come ולמדתם אתם Velimmadtem Otam, וכתבתבם על Ukhtavtem 'al e simili.
  4. [N.d.T. Pronunciare gli Shevà al posto giusto, in particolare ad inizio di parola, per esempio di dice "Shem'à Yisrael" e non come molti errano "Shm'à".]

חנוכה Channukkàh - 4. Dove porre le nerot e come accenderle

  • E’ molto meglio mettere le nerot ad un טפח tefach (unità di misura corrispondente a circa 8 cm secondo Rav Nae e 9,6 secondo il Chazon Ish) dall’apertura, persino se la mette dentro casa, e non in modo che sia visibile dall’esterno. Se l’apertura ha una mezuzàh (nel caso di una porta per esempio) si metta dalla parte dello stipite opposto a questa, al fine di circondarsi di mizwot: la mezuzàh a destra dell’entrante e a sinistra la channukiah (o channukkàh che si voglia dire). Nel caso in cui l’apertura non abbia la mezuzàh (una finestra ad esempio) si metta a destra. Si stia attenti inoltre a non sistemare la channukiah in un posto dove c’è possibilità che si spenga a causa del vento o di simili, come lo spostamento d’aria provocato dall’apertura di una porta. La channukiah dev’essere posta in un luogo che è possibile vedere facilmente.
  • In altezza invece, deve essere posta oltre i 3 tefachim (circa 28,6 cm per il Chazon Ish), e a priori entro 10 tefachim (80 cm per Rav Nae e 96 per il Chazon Ish). A posteriori se si pone entro 20 ammot (9,6 m per Rav Nae) dalla superficie calpestabile dove ci si trova va bene (quindi anche se uno si trova al quindicesimo piano esce d’obbligo se la mette verso il dentro). Secondo la mistica, riportato dal BIC 5 è bene che sia posta a circa 7 tefachim (rispettivamente 56 e 67,2 cm) di altezza.
  • Le candele, secondo l’opinione di Maran e della maggior parte dei poseqim vengono disposte in questo modo: la prima sera si metta il ner alla destra. Le sere successive si aggiungano progressivamente verso sinistra. Per l’accensione invece si proceda dalla più a sinistra fino alla più a destra, per guadagnare sia l’avere fatto la parte fondamentale della berakhàh (l’accensione del primo ner della giornata) con il ner nuovo, sia il procedere sempre verso destra. (cfr. 676:2; MB e BH sul posto).
  • L’accensione dev’essere fatta nel posto in cui viene sistemata la channukiah. Quindi quando uno è costretto a letto per malattia, può creare uno shaliach, e secondo l’Halichot Olam (di Rav Ovadia Yossef, commento al BIC) quest’ultimo effettua le berakhot.
  • La cosa migliore per compiere la mizwàh è usare l’olio d’oliva come ner. Bisogna stare però attenti che questo non abbia mai preso una טומאה tumàh ~ impurità tale da non essere più possibile mangiarlo. Un esempio di questo è un cibo (in questo caso olio) posto sotto un dormiente, nel caso sia commestibile; nel caso fosse un olio troppo amaro comunque per essere mangiato il BIC facilita.
  • In ogni caso tutti gli olii e le candele vanno bene, escluse quelle destinate ad un uso per culto idolatra. Inoltre si stia attenti ad avere un’omogeneità di tipi tra le varie nerot della stessa serie (per singola serata).
  • Le candele è bene che siano allo stesso livello; è necessario invece, per molti versi, che siano sulla stessa fila, in modo da non sembrare un focolare. (cfr. Rav Pe'alim OC 4,30).
  • E’ bene avere un lume aggiunto, chiamato shammash, che dev’essere distinguibile dagli altri; solitamente per questo motivo lo si mette in posizione sopraelevata. Poiché non si può avere godimento dalle nerot channukkàh, persino come aiuto per un operazione semplice e breve come contare le monete, si pone lo shammash, che nel caso a posteriori, se viene utilizzata la sua luce si è utilizzata quella. In ogni caso, a priori non si può utilizzare neanche lo shammash. Tutto ciò vale solo nel periodo in cui si compie la mizwàh (BIC 13-14; OC 673)
  • Lo shammash secondo Maran (e quindi secondo l’uso sefaradita) è l’ultima candela ad essere accesa. Secondo il Ramà invece (uso ashkenazita) se viene utilizzato per accendere direttamente le candele, si accende prima, altrimenti si ricade nell’uso di Maran, poiché la prima candela accesa è quella per fare la mizwàh vera e propria, mentre le restanti sono per הידור hiddur.

domenica 29 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 3. Le berakhot

La prima sera si recitano tre berakhot:
  1. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, אשר קידשנו במצוותיו, וציוונו להדליק נר (של) חנוכה
    “…asher qiddeshanu bemizwotav, veziwanu lehadliq ner (shel) chanukkàh
  2. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שעשה נסים לאבותינו, בימים ההם בזמן הזה
    “…she’asàh nissim laavotenu, bayamim hahem bazeman hazeh”,
  3. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שהחיינו, וקיימנו, והגענו לזמן הזה
    § “…sheechejanu veqqiemanu vehigghianu lazeman hazèh”.

Mentre le sere successive si recitano solo le prime due.

[Nella prima Berakhàh ho scritto של “shel” tra parentesi apposta. Secondo molti poseqim (in particolare sefaraditi, tra cui ricordiamo Maran (676,1), il BIC 2 e HO) è da non dirsi (per i vari motivi, vedere nelle fonti segnalate e in TH3 6,7. Gli ashkenaziti usano dirlo (cfr Mishnàh beruràh ivi).]

  • C’è l’uso diffuso presso molte comunità sefaradite di recitare un leshem ichud prima delle berakhot. [Sull’importanza del Leshem Ichud cfr. Morè Be’ezbàh 1, sulla formula si veda nei siddurim sefaraditi.]
  • Le berakhot sono da recitarsi prima di cominciare ad accendere le nerot (tranne nel caso di chi le vede soltanto) [TH3 6:8]. Ci si ricordi di non interrompere neanche con segni tra la berakhàh e l’accensione [HO 14] pertanto si controlli bene che le nerot siano pronte prima di recitare le berakhot.
  • Se avesse dimenticato di benedire prima dell’accensione, se è accaduto la prima sera (anche se non ha ancora acceso lo shammash) non benedice “lehadliq” poiché ha già compiuto la mizwàh, ma solo le due restanti. Se invece è capitato in una sera successiva, e se ne è ricordato prima di avere terminato di accendere le nerot “aggiunte” può recitare tutte le berakhot di quella sera, e subito dopo completi l’accensione. Nel caso se ne sia ricordato solo entro mezz’ora dall’accensione, reciti solo “she’asàh nissim”. In ogni caso in cui se ne sia invece ricordato dopo oltre mezz’ora dall’accensione, non può dire nessuna berakhàh.
  • Se si è dimenticato di benedire “Sheechejianu” la prima sera, benedica la seconda. Anche l’avel ~ persona in lutto può dire in questo caso questa berakhàh, ma eviti di dirla al Beth Haknesseth. L’onen (stato in cui si trova una persona dalla morte di un parente stretto fino alla sua sepoltura) accenda senza berakhàh, e se può accendere per mezzo di un shaliach ~ n.l. intermediario è meglio (BIC 3 e MB).
  • Dopo aver acceso, si reciti הנרות הללו Hanerot Hallalu. Secondo il BIC (1) sarebbe bene recitare la versione da 36 parole (quante sono le candele che si accendono durante channukkàh). Si aggiunga inoltre “Mizmor Shir Channukkat Habayt Ledavid” [Tehillim 30].
  • E’ bene, (ma non obbligatorio) dire dopo hanerot hallalu, ogni sera per 7 volte il versetto vihi no’am (Tehillim 90,17) e il mizmor Yoshev Beseter (Tehillim 91). [BIC 23 a nome di Rabbenu Chajim Phalagi nel Moed Lechol Chai]
  • C’è l’uso di recitare la cantica “Ma’oz Tzur”.

venerdì 27 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 2. Quante Candele?

La ghemarà (Shabbat 21b) riporta che la mizwàh di channukkàh consiste nell’accendere un lume singolo per ogni singolo e ogni casa. Aggiunge poi che i מהדרין mehadderin (coloro che inseguono le mizwot) accendono un lume per ogni membro della famiglia ogni sera, e i מהדרין מן המהדרין mehadderin min hamehadderin (quelli ancora più “inseguitori” :-)) aggiungono un lume per ogni sera rispetto alla sera precedente[1].
A questo punto c’è una discussione su come bisogna intendere quest’ultima frase.

Tossafot spiegano che è necessario accendere una sola serie di נרות nerot ~ lumi, nonostante il gran numero di famigliari in casa. Questo è dovuto al possibile equivoco provocato dall’accendere il numero di candele corrispondente al numero di giorni di channukkàh per ognuno dei suoi famigliari, che potrebbe essere visto senza riconoscere il numero di giorni, pensando invece che il numero dei famigliari sia molto elevato. E così ha riportato Maran nello Shulchan Aruch (671,1) e così è il minhag sefaradita.
Il Ramàh, per il minhag ashkenazita, riporta invece un’opinione molto simile al Rambam (Hilkhot Channukkàh 4,2): per ogni famigliare si aggiunge una serie di candele. La mishnàh beruràh spiega che per ovviare al problema presentato dal Tossafot (della possibile confusione relativamente al numero dei giorni, per chi guarda dall’esterno) si metta ogni serie di nerot in un posto a sé, così da rendere riconoscibile il numero di giorni.

A questo punto passiamo alla parte più halakhica di ciò che consegue da questo discorso.
  • Dal punto di vista del דין din ~ regola stretto basterebbe un solo ner per ogni giorno. Attualmente tutto il popolo usa fare come i mehadderin min hamehadderin (vedi sopra), quindi è necessario che in ogni casa venga accesa una serie di nerot, il cui numero corrisponde a quello del giorno in cui ci si trova. Questa serie è una sola per i sefaraditi, mentre gli ashkenaziti usano accendere un numero di serie corrispondente al numero degli appartenenti al nucleo famigliare, ognuna in un posto differente della casa. In caso di necessità, dopo avere acceso la prima serie per mano del capo famiglia, c’è possibilità di facilitare e accendere un solo ner per ogni singolo giorno per ogni membro della famiglia. [TH3 1:4]
  • Anche una persona povera che deve mantenersi con la צדקה Tzedaqàh, deve accendere le nerot channukkàh, ma nel suo caso si va secondo la regola stretta, e gli basta accendere un ner solo per ogni singola sera. Si stia attenti che in ogni caso non si accendano un numero diverso di nerot rispetto al giorno in cui ci si trova. [TH3 1:3]


[1] Ho qui riportato direttamente l’opinione di Beth Hillel, che è anche quella ripresa in Halachàh. Per quanto sia un minhag, in base al Beur Halachàh (671,1) non si può comunque seguire l’opinione di Beth Shammaj, poiché non riportata da nessun posseq (decisore di halachàh).

giovedì 26 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 1. מאי חנוכה Mai Channukkàh

La storia di channukkàh è abbastanza conosciuta, nonostante spesso non lo sia in modo completo.
Vorrei soffermarmi in particolare su uno dei punti che ho visto meno conosciuti.

La ‘rivolta maccabiade’ è avvenuta in seguito ad un processo di ellenizzazione del popolo, alla quale i greci avevano operato basandosi su 3 decreti:

  1. il divieto di effettuare la Milàh,
  2. il divieto di osservare Shabbat Qodesh, e
  3. il divieto di osservare Rosh Chodesh.
Channukkàh rappresenta tutto ciò: dura 8 giorni per ricordare appunto la milàh; poiché dura 8 giorni incontra sempre almeno uno Shabbat Qodesh ed è l’unica festività che incontra sempre Rosh Chodesh.

Channukkàh è una festa abbastanza particolare. E' infatti l’unica festività che non ha un libro a sé dedicato appartenente al Tanach (come la meghillat Ester per Purim) o ad una massechet di ghemarà (sempre per Purim massechet Meghillàh, Pessach massechet Pessachim e simili). Su channukkàh abbiamo, come fonte principale nella ghemarà, poche pagine in Shabbat (21b-24b).

Inoltre la ghemarà stessa (Shabbat 21b) si chiede relativamente a channukkàh una domanda abbastanza caratteristica, che non si era posta su nessuna altra festività: מאי חנוכה “Mai Channukkàh” ~ cos’è channukkàh. Risponde quindi che il 25 di Kislev ci sono 8 giorni in cui non si fa הספד hesped (discorsi funebri per un morto) e non si può digiunare.

Perché tutto ciò? Continua la ghemarà dicendo che i greci, quando sono entrati nel Beth Hamikdash hanno reso impuri tutti gli olii presenti, e quando il regno dei chashmonaim ha preso il sopravvento battendo i greci, cercando hanno trovato una sola ampolla contente olio certificato dal Cohen Gadol, adatto per accendere la menoràh solo per un giorno. E’ avvenuto quindi un נס nes ~ miracolo per la quale il contenuto dell’ampolla è durato per otto giorni.

L’anno successivo i chakhamim hanno stabilito che quei otto giorni fossero considerati simili a yom tov, (non per divieto di fare melachot, ma) nei quali si recita l’Hallel completo e ‘Al Ha-Nissim nell’amidàh e nella Birkat Ha-Mazon. Questo è, più è meno, ciò che viene riportato nella ghemarà come risposta alla domanda “Mai Channukkàh”. In ricordo di questo miracolo durato 8 giorni, ogni sera noi accendiamo delle נרות nerot ~ lumi.

lunedì 23 novembre 2009

3.7 La כונה Kavanàh ~ intenzione nella lettura

Colui che legge la Qeriat Shem'à deve porre attenzione a questi elementi:
  • Pensare che durante la lettura si compie la מצות עשה mizwàt 'asèh della lettura, e non per leggerla semplicemente. [N.d.T. Poichè è conclusione dei Poseqim che le mizwot della Toràh necessitano di intenzione a compierle per uscire dall'obbligo.]
  • Nel versetto "Shem'à" dall'inizio alla fine si concentri su tre concetti base di אמונה Emunàh ~ Fede: (a) l'Esistenza di HQB"H, (b) che è il Nostro Signore e (c) che è Unico.
  • Si usa di allungare la lettura della lettera Dalet della parola אחד "Echad" ~ Unico/Uno fino a quando non pensa che HQB"H è Unico in Cielo, in Terra e nei quattro angoli cardinali.
  • Altro מנהג minhag ~ uso è quello di porre la mano destra sugli occhi durante la lettura del primo versetto di "Shem'à" [N.d.T. e durante la lettura di "Baruch, Shem..."] per non perdersi mentalmente e confondersi causa ciò che ci circonda, e concentrarsi completamente nelle Kavvanot di cui sopra.
  • E' necessario recitare almeno il versetto "Shem'à" ad alta voce [N.d.T. così da ottenere anche maggiore concentrazione, poichè l'alzare il volume della voce facilita la concentrazione su ciò che si dice]
  • E' vietato fare segni con gli occhi, indicazioni con le labbra, gesticolare con le mani e al di sopra di tutto d'interrompere la lettura per parlare.

giovedì 19 novembre 2009

Orari Shabbat 5770

Orari Shabbat Toledot
20/21 Novembre '09 – 4 Kislev 5770

Entrata Ven 20 Nov '09Uscita Sab 21 Nov '09

Milano

16.19

17.34

Roma

16.28

17.33

Firenze

16.28

17.32

Ancona

16.20

17.24

Bologna

16.26

17.30

Genova

16.36

17.39

Napoli

16.24

17.28

Pisa

16.32

17.36

Torino

16.39

17.43

Trieste

16.13

17.17

Venezia

16.19

17.23

Verona

16.24

17.29

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

שנים מקרא ואחד תרגום Shenajim Miqrà VeEchad Targum - 5. Lettura di parashiot particolari e altre note

Ci sono alcune settimane particolari sulla quale non è applicabile la mizwàh di Shenajim Miqrà VeEchad Targum.

Ci sono vari motivazioni per l'obbligo di questa lettura:

  • Per sapere ciò che si legge durante la settimana - Bet Yossef (285)
  • Come le due ricezioni della Toràh (9 di Av e Yom Ha-Kippurim) e la relativa spiegazione - Eliahu Rabbàh (285:2)
  • Come la duplice lettura seguita dal Targum presente nel passato - Ma'adanè Yom Tov

In base alla prima motivazione c'è chi sostiene che anche durante periodi in cui si ripete durante l'anno la parashàh è obbligatorio leggere, mentre c'è chi sostiene non lo sia, poichè questa motivazione non crea l'obbligo se non durante l'anno; pertanto poichè si è già letta o si leggerà nella sua settimana apposita non è necessaria una lettura doppia.

Di fatto abbiamo quindi diverse categorie che sono da analizzare:

    • Yom Tov. Lo Shulchan 'Aruch dice a nome del Terumat HaDeshen (Cheleq 1 Siman 23 e Cheleq 2 Siman 170) che non è necessario. E' opinione solo del Shelàh che ci sia l'uso di leggerla. Come Halakhàh si segue fondalmentalmente lo Shulchan 'Aruch.
  • Minchàh di Shabbat. Dice il Maran nel Bet Yossef e nello Shulchan 'Aruch (Fine OC 285) a nome del Mordekhi (Hilkhot Mezuzàh 968) che non si rilegge.
  • VeZot HaBerakhàh. La parashàh di VeZot HaBerakhàh si legge sempre a Simchat Toràh, quindi è necessario capire quando leggere la parashàh Shenajim Miqrà VeEchad Targum relativa. Ci sono due opinioni: (1) la notte di Simchat Toràh - opinione basata su un testo erroneamente attribuito all'Ari Zal (Baer Hetev (285:8), Eliahu Rabbàh (285:11)) oppure (2) il giorno di Hoshanà Rabbàh, e così è la conclusione di gran parte dei Poseqim (Maran HaChidàh ז"ל nel Birkè Yossef (285:4), Ben Ish Chai (Parashat VeZot HaBerakhàh), Mishnàh Beruràh (285:18)) . E la stessa cosa vale anche in Golàh dove abbiamo un giorno intermedio di Sheminì 'Azzeret.
  • Haftaràh. Nonostante ci sia chi sostiene che non vada letta (Bet Yossef a nome del Mordekhi (Hilkhot Mezuzàh 968)), l'uso più comune è quella di leggerla come sostiene il Ramà a nome del Terumat HaDeshen (Cheleq 2 Siman 101). Nel caso ci sia una distinzione tra la Haftaràh della settimana e quella che effettivamente si legge secondo il Kaf HaChajim Sofer (OC 132:6) è necessario leggere quella della settimana, mentre secondo la Mishnàh Beruràh (285:20) si legge quella che effettivamente si legge in pubblico.

Aggiungo una norma che complementa l'argomento di Shenajim Miqrà VeEchad Targum: c'è l'uso di andare al Miqwèh prima di Shabbat Qodesh. Secondo l'Ari Zal sarebbe opportuno andarci dopo Chatzot Ha-Yom (metà delle ore di luce)[ e nel caso ci siano motivi particolari è possibile anche dalla fine della quinta ora zemanit], poichè solo da quell'ora si percepisce l'aura dello Shabbat, ma nel caso si sia già completata la lettura di Shenajim Miqrà VeEchad Targum precedentemente è possibile anticipare.

lunedì 16 novembre 2009

3.6 Baruch Shem Kevod Malchutò Le'olam Va'ed

Abbiamo in mano la tradizione che il versetto "Shem'à Yisrael" è stata detta dai figli di Ya'aqov Avinu ע"ה che è chiamato anche con il nome di Israel, in quanto Ya'aqov Avinu li ha interrogati in merito alla loro אמונה Emunàh ~ Fede in HQB"H.
Nel momento in cui Ya'aqov Avinu ha sentito la loro risposta "HaShem E-loqenu HaShem Echad" ~ "il Signore è Nostro D-0, il Signore è Unico", ha risposto con la frase:


ברוך שם כבוד מלכותו לעולם ועד
"Baruch, Shem Kevod Malchutò, Le'olam Va'ed"
"Benedetto, sia il Nome della Gloria del Suo Regno, per l'Eternità e per Sempre"


Per questo motivo recitiamo anche noi questa frase, ma lo diciamo sottovoce poichè non è scritto esplicitamente nella Toràh, nella parashàh dello Shem'à.

[N.d.T. è necessario recitare questa frase sottovoce, ma a priori si deve comunque sentire la propria voce.]

giovedì 12 novembre 2009

Orari Shabbat 5770

Orari Shabbat Chayè Saràh
13/14 Novembre '09 – 27 Cheshvan 5770

Entrata Ven 13 Nov '09Uscita Sab 14 Nov '09

Milano

16.26

17.40

Roma

16.34

17.38

Firenze

16.35

17.39

Ancona

16.26

17.30

Bologna

16.33

17.37

Genova

16.42

17.46

Napoli

16.30

17.34

Pisa

16.38

17.42

Torino

16.46

17.50

Trieste

16.20

17.24

Venezia

16.26

17.30

Verona

16.32

17.35

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

Chodesh Kislev 5770

Rosh Chodesh dura 2 giorni: nel 5770 cade il 30 Mar Cheshvan (Mar 17 nov) e il 1 Kislev (Mer 18 nov).

Non si recitano Tachanunim e si recita l'Hallel non completo, seguito da Sefer Toràh e da Mussaf; inoltre si aggiunge il brano di "Ya'alè Veyavò" nella 'amidàh e nella birkat Ha-Mazon.

Il Molad: cade mar 30 Mar Cheshvan (17 nov) alle 12.15 e 9 chalaqim

Pertanto la Birkat Ha-Levanàh:

  • Per gli ashkenaziti che attendono 3 giorni inizia: a Motzaè Shabbat Toledot
  • Per i sefaraditi e gli ashkenaziti che attendono 7 giorni inizia: la sera dell'8 Kislev (tra mar 24 e mer 25 nov)
  • E termina: la notte del 14 Kislev (tra mar 1 e mer 2 dic)

Per i sefaraditi a priori non si attende fino all'uscita di Shabbat Qodesh Vayetzè poichè è oltre il 10 del mese. Nella prima notte in cui si vede la luna dalla data indicata si reciti, anche senza minjian, per evitare il rischio di perdere la berakhàh (O.C. 426).

Date da ricordare (e dettagli in brevissima):

Channukkàh (25 Kislev -2 di Tevet / sera di ven 11 dic - 19 dic)
Ogni sera si accende la channukkàh o chanukiàh, per otto giorni; questa deve rimanere accesa per almeno mezz'ora dall'uscita delle stelle.

Ogni giorno non si legge tachanun, si legge l'Hallel completo con berakhàh e si legge il Sefer Toràh. Nella 'amidàh e nella Birkat Ha-Mazon si aggiunge il brano di "'Al Ha-Nissim"

Particolarità: abbiamo due giorni di Rosh Chodesh in mezzo a channukkàh (30 di Kislev e 1 di Tevet / gio 17 - ven 18 dic) nei quali si aggiunge nella Teffillàh anche la teffillàh di "Ya'alè Veyavò" nella 'amidàh e nella birkat Ha-Mazon e Mussaf di Rosh Chodesh.

Particolarità (2): quest'anno abbiamo due giorni di Channukkàh nei quali l'accensione deve avvenire ven prima di Shabbat Qodesh, non prima dell'ora di Pelag Ha-Minchàh, e i lumi devono essere tali da rimanere accesi fino a mezz'ora dopo l'uscita delle stelle.

mercoledì 11 novembre 2009

Segulot Yisrael - Yirat Shamajim (1)

In seguito ad alcuni articoli pubblicati in precedenza sull'Yirat Shamajim (trovabile attraverso l'etichetta sottostante - Yirat HaShem) ~ Timore di HQB"H, si è pensato che fosse opportuno riportare una Segullàh su come ottenere una maggiore Yirat Shamajim.

In Massechet Shabbat (156b) troviamo che la madre di Rav Nachman Bar Yizchaq, uno degli Amoraim, desiderava che suo figlio avesse un'Yirat Shamajim elevata, ed è quindi stata attenta che avesse sempre la testa coperta.

Non è lo scopo dell'articolo trattare l'obbligatorietà o meno del copricapo, che esula dall'argomento, ma solo di prendere e trattare dal lato della Segullàh e delle norme ad essa legate. [Sull'argomento dell'obbligatorietà rimando al Shut Yechavèh Da'at (volume 4 Siman 1), nella quale è possibile trovare discorsi principali sull'argomento; c'è inoltre da sapere che oggi sono presenti diversi fattori, alcuni dei quali ivi sottolineati per la quale i poseqim "facilitanti" del passato probabilmente lo sarebbero meno. Si veda inoltre il Shut Otzrot Yossef (in appendice al testo Halakhàh Beruràh, vol 1 siman 4-5) con riferimento allo Shulchan 'Aruch (O.C. 2:6)]
Nonostante non voglia entrare nell'argomento di cui sopra, sottolineo solo due questioni che mi sembra non siano chiare a molti, cioè che anche i poseqim che sostengono che non sia necessario un copricapo tutto il tempo, non discutono su alcuni punti:
  1. Che sia necessario un copricapo quando: (1) si recita la Qeriat Shem'à e la Tefillàh, (2) si recitano le berakhot, anche prima di mangiare [cosa necessaria, e non opzionale]; (3) in particolare la Birkat Ha-Mazon, essendo in molti casi una berakhàh dalla Toràh; più in generale (4) ogni volta che si pronuncia uno dei nomi di HQB"H (cfr. Halakhàh Beruràh (vol 1, 2:11-19).
  2. Che sia molto consigliabile tenere un copricapo comunque, poichè ha ottima influenza per (1) non avere problemi nei casi precedenti, poichè spesso chi non ha copricapo in modo fisso si trova ad aver problemi quando deve mangiare qualcosa che non ha previsto, e spesso si vergogna a tirare fuori un copricapo saltuariamente; (2) poter salire di livello dal punto di vista di Yirat Shamajim.

Con questo termino il breve riferimento alla parte che esula dalla nostra trattazione.

Ho utilizzato finora il termine copricapo, poichè spesso viene confuso con il copricapo più diffuso, la כיפה kippàh, tradotta in italiano come "papalina". In realtà non c'è un "obbligo particolare" per la kippàh, ma semplicemente è il copricapo più diffuso; quindi, in particolare per strada, non c'è necessità di andare con la kippàh, ma sarebbe opportuno andare almeno con un capello, beretto, caschetto, capello di paglia (S.A. Orach Chajim 91:4) o altro che sia.

Dal punto di vista di Halakhàh, sarebbe opportuno che il copricapo copra almeno la maggior parte della testa, e che sia visibile da tutte le direzioni (cfr. Yechavèh Da'at 4:1).

lunedì 9 novembre 2009

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à

Come la lettura dello Shem'à, anche le relative Berakhot del mattino devono essere recitate entro un determinato tempo.
Il tempo delle Berakhot dello Shem'à del mattino è entro il termine della quarta ora (zemanit) di luce.
Nonostante ci sia una discussione sul da dove cominciare a contare queste ore, essendo nel caso delle Berakhot solo un dubbio in questione deRabbanan c'è su cosa appoggiarsi nel caso si voglia da facilitare e farle partire dal נץ החמה Netz Ha-Chamàh ~ Sorgere del sole e non dall' עלות השחר 'Alot Ha-Shachar ~ alba.

Oltre questo tempo non è permesso recitare le berakhot (S.A. O.C. 58:6), ma in ogni caso è opportuno leggere lo Shem'à a sè poichè ci sono molti concetti di Emunàh che riceve su sè stesso attraverso la lettura. (cfr. Mishnàh Beruràh in loco 58:27).

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à

La lettura dello Shem'à è circondata da una serie di Berakhot: due berakhot che lo precedono sia la mattina che la sera, e la seguono una berakhàh la mattina e due la sera.
  1. La prima è chiamata ברכת המאורות Birkat Ha-Meorot ~ Benedizione sugli Astri ed è una berakhàh sul טבע Tev'àh ~ Natura, il cui contenuto è una lode ad HQB"H sul miracolo del passaggio tra la luce al buio e viceversa, che ha fissato come legge naturale dell'Universo.
  2. La seconda è chiamata ברכת התורה Birkat Ha-Toràh, il cui contenuto è di ringraziamento ad HQB"H sulla Toràh che ci ha dato.
  3. La terza, che succede la lettura dello Shem'à è chiamata ברכת הגאולה Birkat Ha-Gheullàh ~ Benedizione sulla Redenzione/Liberazione, il cui contenuto è il seguito della narrazione dell'uscita dall'Egitto, trattata al termine della parashàh di Vayomer (N.d.T. terzo brano dello Shem'à, cfr. 3.3)
  4. La quarta, è recitata solo dopo la lettura dello Shem'à di 'Arvit ed è chiamata ברכת השמירה Birkat Ha-Shmiràh ~ Benedizione sulla Protezione, il cui contenuto tratta una richiesta per protezione da possibili cause di paure notturne e da altri possibili pericoli nel corso della giornata.

giovedì 5 novembre 2009

Orari Shabbat Vayerà 5770

Orari Shabbat Vayerà
6/7 Novembre '09 – 20 Cheshvan 5770

Entrata Ven 6 Nov '09Uscita Sab 7 Nov '09

Milano

16.34

17.48

Roma

16.42

17.46

Firenze

16.43

17.47

Ancona

16.34

17.38

Bologna

16.41

17.45

Genova

16.51

17.54

Napoli

16.37

17.41

Pisa

16.47

17.50

Torino

16.54

17.58

Trieste

16.29

17.32

Venezia

16.35

17.39

Verona

16.40

17.44

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

שנים מקרא ואחד תרגום Shenajim Miqrà VeEchad Targum - 4. Chi ha l'obbligo

Il Rambam ז"ל dice nelle Hilkhot Tefillàh (Capitolo 13 Halakhàh 25):

Nonostante si sia ascoltata la lettura di tutta la Toràh ogni singolo Shabbat con il pubblico ogni uomo è obbligato a leggere la Parashàh della stessa settimana Shenajim Miqrà VeEchad Targum.

Questo in generale; ora vedremo alcune norme legate a determinate categorie di persone:

  • Insegnanti. Chi insegna ogni settimana la parashàh agli allievi, ogni lettura che effettua è considerata scontata dalla lettura che deve leggere. Nel caso sia anche spiegata si può scontare anche quella.
  • Donne. Le donne non sono obbligate a leggere Shenajim Miqrà VeEchad Targum (Mishnèh Halakhot 6:60 riportato da Rav 'Ovadiàh Yossef Shalità nell'Halikhot 'Olam (vol. 3 Lech Lechàh 4 - pagina 54) & dal Pisqè Teshuvot (OC 285:1).
  • Avel ל"ע. Una persona in lutto può studiare la parashàh Shenajim Miqrà VeEchad Targum (Bighdè Yeshà).
  • Malato. Un malato o una persona che ha problemi alla vista è esente dalla mizwàh. Così scrive anche il Machaziq Berakhàh (285:4) a nome del Radbaz ז"ל (Fiorda Siman 425).
  • Cieco. Un cieco è esente da Shenajim Miqrà VeEchad Targum. Così scrive anche il Machaziq Berakhàh (285:4) a nome del Radbaz ז"ל (Edizione Fiorda Siman 425).

lunedì 2 novembre 2009

3.4 Il tempo della lettura dello Shemàh - Glossa

Nel Peninè Ha-Dat abbiamo visto una possibile spiegazione del perchè abbiamo una mizwàh di leggere due volte al giorno lo Shem'à, e perchè in due fascie orarie così particolari, ma non è stato delineato quali sono i limiti di queste.
La lettura dello Shem'à di 'Arvit
(Berakhot 2a/b) Il primo obbligo di Lettura dello Shem'à è quello della sera.
E' scritto nella Toràh בשכבך Beshokhvekhà ~ nel tempo in cui ti coricherai, che include tutto il tempo in cui si è soliti dormire, quindi il suo tempo parte dall'uscita delle stelle fino alla metà delle ore di notte (חצות לילה chatzot laylàh). Questo a priori, ma nel caso in cui non si sia riuscito a leggere per un qualche motivo, a posteriori è possibile e necessario farlo fino all'alba.
Nel caso estremo una persona avesse passato tutta la notte senza recitare lo Shem'à di 'arvit è possibile recitarlo anche dall'alba al Sorgere del sole, ma in tal caso non è possibile recitare quello di Shacharit prima del Sorgere del sole perchè altrimenti sarebbe una contraddizione.
Infatti il tempo tra l'alba e il Sorgere del sole non è un tempo così chiaro se appartenga al giorno o alla notte poichè è un periodo di passaggio, quindi in determinate occasioni (solo quando stabilito dai poseqim), se strettamente necessario è possibile basarsi su questo dubbio, anche se in generale viene attribuito come tempo al giorno.
La lettura dello Shem'à di Shacharit
L'orario della lettura dello Shem'à di Shacharit è differente poichè è scritto ובקומך Uvqumechà ~ e quando ti alzerai. Di fatto l'ora in cui la maggior parte del mondo è solita alzarsi è ben differente, ed è esplicitato nella Toràh Sheba'al Peh che è limitata entro la terza ora del giorno (dall'alba secondo il Maghen Avraham e dal sorgere del sole secondo il Gaon di Vilna e Rabbenu Zalman autore del Shulchan 'Aruch HaRav, e così sembra anche l'opinione del Rambam ז"ל).
E' necessario stare molto attenti a questi orari perchè oltre non si è compiuta la mizwàh della lettura dello Shem'à, ma solo quella della lettura di un brano della Toràh, necessaria comunque per altri fini, come le berakhot dello Shem'à (cfr. 3.5 di prossima pubblicazione בס"ד).
E' possibile trovare questi orari in varie tabelle, segnalo tra queste una disponibile sul web in italiano: http://www.torah.it/lunario/orari/. Faccio notare che ci sono alcune distinizioni tra vari tipi di tabelle a seconda di opinioni per il calcolo e di minhaghim vari, ma per la maggior parte delle questioni è sufficiente.

3.4 Il Tempo della lettura dello Shem'à

Tra tutte le leggi della Natura che HQB"H ha implementato nel suo universo, troviamo anche la scansione del tempo, notabile attraverso il cambiamento delle stagioni che presenta il passaggio dalla primavera all'estate, seguito dall'autunno fin ad arrivare all'inverno, per poi riprendere con la primavera e così via.

La legge della Natura riguardante la scansione del tempo in modo più evidente è il passaggio dalla luce all'oscurità e dall'oscurità alla luce. Questa fenomeno permette all'uomo di percepire la scansione del tempo in modo netto per due volte al giorno: la sera ed il mattino; attraverso questo cambiamento una persona può risvegliersi nel riconoscere la Mano dell'azione Divina, e pertanto i propri obblighi nei Suoi confronti.
Come connessione a questo fenomeno abbiamo avuto una mizwàh di leggere lo Shem'à per due volte al giorno: all'ora di 'arvit (sera/notte) e di Shacharit (mattino), all'ora in cui appunto c'è questo cambiamento più nitido.