giovedì 30 dicembre 2010

Purim Aggiunti - Tripoli: Purim Ashrif e Purim Burgiul


לרפואה שלמה לכל חולי ע"י

Ogni persona a cui sia avvenuto un נס גלוי Nes Gallui ~ Miracolo Evidente deve festaggiare in tale giorno.

Ogni Comunità Ebraica del Mondo decreta un giorno di festa nel giorno in cui è avvenuto un determinato נס גלוי Nes Gallui ~ Miracolo Evidente che ha salvato la comunità da una determinata minaccia.

Molto spesso questi giorni sono chiamati con il nome di "Purim" - con un suffisso che ne ricorda il Nes particolare.

In particolare i tripolini hanno 2 Purim aggiunti, chiamati פורים אשריף 'Purim Ashrif' e פורים בורג'ול 'Purim Burgiul' rispettivamente il 23 e il 29 di Tevet.

Lo Shabbat precedente si legge dopo il קדיש תתקבל 'Qaddish Titqabal' subito dopo la Teffillàh Shakharit una cantica chiamata מי כמוכה 'Mi Kamokhà', dedicato all'evento, similmente a quanto avviene durante lo Shabbat che precede Purim. Faccio notare che chi non ha la possibilità di leggerlo in quel momento può leggerlo anche successivamente, e certamente non deve perdere la lettura in pubblico della Toràh HaQedoshàh per leggerlo. E' possibile trovare il testo del Mi Kamokhà nel libro "Minhaghè Luv", nel capitolo relativo ai "Minhaghè Purim".

Il giorno stesso di Purim:
  • si usa regalare delle משלוח מנות Mishloach Manot ad almeno un ebreo (tripolino, poichè gli altri non hanno nessuna Mizwàh)
  • evitare di lavorare se possibile, a meno che l'astenersi dal lavoro non sia fonte di perdita o in altre condizioni in cui è possibile lavorare di Chol HaMo'ed.
  • non si recitano i תחנונים Tachanunim e si legge al loro posto a Shakharit due Mizmorè Tehillim il מן המצר "Min HaMetzar" (Tehillim 118) e l'הלל הגדול Hallel HaGadol (Tehillim 136). [Si deve chiarire un concetto - nel caso in cui il pubblico reciti i Tachanunim è necessario recitarlo per tutto il pubblico - quindi i casi in cui è possibile non recitarlo è solo quando una persona non ha minjian (ma è meglio avercelo) oppure quando il minjian è di tripolini che stanno seguendo.]

Questo uso è strettamente tripolino e non ha senso che gli altri lo facciano, poichè non hanno attinenza al Nes avvenuto, quindi non hanno alcuna Mizwàh a compiere tali gesti. Inoltre non è bene perdere i tachanunim, fissati come elemento della Teffillàh tra i più importanti.

Segue la storia dei Purim Tripolini aggiunti in breve:

Purim Ashrif

Nell'anno 5465 ('705 E.V.) è stato offeso l'onore di un governatore tunisino, chiamato Abrahim Ashrif שר"י. I pirati libici guidati dal governatore libico (ex-generale che ha preso il governo con la forza) hanno depredato una nave contenente doni dal governo egiziano destinati al governo tunisino. Per vendicare l'affronto subito, Ashrif porta in Libia 10.000 soldati scelti con lui in testa, con lo scopo di fare strage in tutta Tripoli a mano armata, senza alcuna distinzione.

Al solo sentire la cosa gli sono state offerte cifre da capogiro per non attuare la minaccia, senza risultato. Il governatore libico tenta di fare opposizione, ma invano, poichè gran parte delle sue truppe sono morte in una pestilenza avvenuta poco prima. Dopo la sua caduta, gli abitanti di Tripoli e circostanti hanno cercato di attenuare i bollori di Ashrif, cercando di convincere uno dei suoi generali a parlargli per ottenere pace; sforzo inutile, poichè Ashrif voleva completare la sua vendetta.

La comunità ebraica di Tripoli, con in testa il Dayan Rabbenu Yossef 'Aghiv ז"ל, ha decretato giorni di digiuno pubblico, tra i lavori di difesa della città. L'assedio è durato diversi mesi, mentre il Rash'à ha intanto distrutto le periferie, con violenze saccheggi e distruzioni. Nel mandare duemila soldati in avanscoperta, nel mese di Kislev si è ritrovato con un massacro tra i suoi militi che sono stati scoperti, provocando un effetto di disagio tra i commilitoni rimasti.  Dopo un mese, il 23 di Tevet il governatore Ashrif è fuggito definitivamente senza ragione apparente. La Minaccia è scampata e i chakhamim hanno fissato tale giorno di festeggiamenti come Purim per tutte le future generazioni!

Purim Burgiul

Nell'anno 5553 ('793 E.V.).  Alì Burgiul שר"י, arriva con 9 navi di milizie dalla Turchia e effettua un colpo di stato con cui governa per 2 anni, opprimendo le persone per mezzo di violenze e abusi al fine di estorcere denaro,  in particolare gli ebrei a Tripoli יע"א . Nel 5555 ('795 E.V.) dopo aver ferocemente ucciso 2 giovani ebrei al rogo e aver sottomesso gli ebrei e costretto persino i bambini a lavori forzati e a fare חילול שבת Chillul Shabbat ~ sconsacrazione dello Shabbat per soddisfare la sua smania di ricchezza, ha subito una rivolta popolare che l'ha costretto a scappare, facendo smettere le oppressioni. Portando quindi salvezza a tutti gli ebrei, in particolare a chi aveva subito l'ingiusto decreto. La storia completa viene descritta nel Mi Kamokhà di Rav Avraham Khalfon ז"ל, grande rabbino tripolino dell'epoca.

Purim Sameach a Tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

EVENTO MONDIALE: 2 Shabbatot!

Diamo il via anche in questa sede alla pubblicità di un grande EVENTO MONDIALE.
Di seguito nelle immagini trovate i dettagli (è possibile cliccare sulle immagini per ingrandirle):

Questa è stata la risposta romana all'evento:



E questo è l'Evento in lingua originale: 



Trovate ulteriori dettagli su http://www.shabes.net in ebraico, e in italiano su http://www.facebook.com/event.php?eid=149830371733068&index=1.
Shabbat Shalom

martedì 14 dicembre 2010

Il Digiuno del 10 di Tevet

In massechet Rosh Hashanàh (18b) da un versetto in Zechariàh (5,19) i chakhamim imparano quali sono le date dei digiuni pubblici[2]; seguendo l’ordine nel versetto: il 17 di Tammuz, il 9 di Av, il 3 di Tishrè (Tzom Ghedaliàh) e il 10 di Tevet. Questi sono digiuni pubblici per tutto il popolo ebraico a causa delle disgrazie accadute in quei giorni. Tra poco avremo il 10 di Tevet. Ma perché digiuniamo?

Circostanze del digiuno del 10 di Tevet

Il giorno del 10 di Tevet abbiamo diversi eventi poco lieti da ricordare; il principale per questo digiuno è che in tale giorno il Re Nevuchadnezzar (spesso tradotto come Nabuccodonosor) ha assediato le mura di Jerushalaim תובב"א (che sia presto ricostruita e ristabilita nei nostri giorni Amen), sfociando, dopo poco più di due anni, nella distruzione del primo Beth HaMiqdash תובב"א. Oltre a questo evento, già grave di suo, abbiamo altri elementi che si aggiungono per rendere il 10 di Tevet un giorno di digiuno nel corso dei secoli.
Fondamentalmente abbiamo una regola, riportata dalla Mishnàh Beruràh (MB) 549:4 per la quale non si stabiliscono più digiuni troppo vicini tra loro per non far digiunare troppo spesso il pubblico. Questo secondo alcuni, vale anche per il digiuno del 10 di Tevet. Nello Shulchan 'Aruch (Orach Chajim 580:2) sono riportati alcuni giorni in cui sarebbe bene digiunare, anche se non c’è un digiuno pubblico fissato in essi. Tra questi troviamo l’8 e il 9 di Tevet.
Sul 9 di Tevet lo Shulchan 'Aruch dice che non è chiara esattamente l’evento per la quale si digiuna, e la MB (13) riporta che secondo alcuni in tale giorno è venuto a mancareעזרא הסופר  ‘Ezrà HaSofer ~ lo scriba ע"ה, grande capo d’Israel, che ha riportato parte del popolo in Eretz Israel dall’esilio babilonese, e che sotto la sua guida è stato ricostruito il Beth Hamiqdash, l’ultimo profeta del popolo d’Israel.

Il giorno su cui mi vorrei soffermare maggiormente è l’8 di Tevet; lo Shulchan 'Aruch riporta che la causa è la traduzione della Toràh HaQedoshàh in greco, sotto il re Talmai (solitamente identificato con Tolomeo II), che ha provocato tra le altre cose 3 giorni di oscurità nel mondo (l’8, il 9 e il 10), cosa tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro[3]. Il Rav “Me’am Lo’ez” la riporta[4]: il re Talmai, desideroso di approfondire i suoi studi anche su testi ebraici, ha inviato un ordine al Cohen Gadol di mandare dei saggi. Sono stati inviati per tale occasione 6 חכמים chakhamim ~ saggi per ogni tribù per un totale di 72. Al loro arrivo presso il re, dopo essere stati accolti in modo molto onorifico, ad ognuno è stata assegnata una stanza, e a sorpresa è stato rivelato loro (singolarmente) che avrebbero dovuto tradurre la Toràh in greco. Dopo 72 giorni sono riusciti a completare l’opera. Per miracolo, ogni singola copia era identica alle altre, con tanto di “correzioni” identiche. Queste “correzioni” servivano per ovviare possibili scorrette interpretazioni della Toràh HaQedoshàh. Per esempio anziché tradurre “In principio creò Eloqim il Cielo e la Terra” hanno tradotto “Eloqim creò in principio il Cielo e la Terra” per evitare che si pensasse chas veshalom che ci sia una divinità chiamata “Bereshit” ~ in principio. La ghemarà (9b) prosegue dicendo che l’unica lingua nella quale è possibile tradurre la Toràh è il greco, in base alla deduzione da un versetto, secondo alcune spiegazioni poiché il greco, similmente all’ebraico, ha parole plurivalenti. A questo punto la domanda nasce spontanea: Perché mai dovrebbe essere quindi un problema tradurre la Toràh, se abbiamo un versetto che “supporta” la traduzione in greco e che i chakhamim sono arrivati a creare traduzioni evitando possibili cattive interpretazioni? Inoltre, come può essere tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro? Proprio da qui possiamo comprendere. La ricezione della Toràh HaQedoshàh è stata fatta mediante il  נעשה ונשמע“Na’asèh venishmàh” il “faremo e ascolteremo” che presuppone che l’azione venga fatta nel momento debito, e che ci sia (deve esserci) un conseguente studio e approfondimento della questione, a seconda della portata del singolo; questa comprensione non deve però delimitare l’esecuzione della mizwàh in nessuna delle sue parti. L’incomprensione, se presente, dev’essere condizionata dalla nostra poca capacità nell’approfondire; solo a seguito dell’azione la motivazione potrà essere meglio comprensibile. Il vitello d’oro, in alcuni suoi aspetti, è la negazione di questo. E’ il  נשמע ונעשה“nishmàh vena’asèh” “ascolteremo e faremo” – se non comprendo come si deve (nonostante possa essere per la mia pigra incapacità di applicarmi o perché non mi siano stati impartiti gli strumenti necessari (non ho mai visto capire, tanto meno risolvere un’equazione differenziale da qualcuno che non sa eseguire una moltiplicazione)) non eseguo. Questo può portare a conseguenze disastrose: gli ebrei stessi, vedendo che Moshèh Rabbenu ע"ה non scese dal monte Sinai entro il tempo che si era calcolato, in modo erroneo, lo sostituirono con il vitello d’oro. Qui, con la traduzione della Toràh HaQedoshàh, si dà ampia possibilità a ciò. Non essendo correlata da studio della Toràh sheba’al peh (orale), non permette di comprendere a fondo, portando a creare diverse “interpretazioni”, basate semplicemente su un ragionamento, errato di partenza perché mancante di basi, ma nel suo complesso apparentemente corretto. Tali interpretazioni chas veshalom, come abbiamo visto nel corso dei secoli, possono portare alla negazione delle mizwot, o al limitamento di queste a situazioni particolari come “quando me la sento” o “solo quando arrivo a comprenderle”. Questi sono gli eventi che hanno portato al digiuno del 10 di Tevet, e ora spero sia molto più chiaro il loro significato. Possiamo, forse, Be”H trovare un nesso tra gli eventi: sono tutti inizi di degenerazione della comprensione della Toràh Haqqedoshàh in modo corretto, della profezia, del servizio nel Beth HaMiqdash. Allo stesso modo sono tutte cause che apparentemente non fanno presagire nulla di particolarmente grave, poiché in apparenza non sono questioni terribili. I chakhamim ci dicono quindi che dobbiamo digiunare, per capire che ogni azione ha delle conseguenze, ogni singola questione che affrontiamo giornalmente porta dei frutti, buoni o cattivi che siano. E a questo che dobbiamo cercare di riflettere, in particolare in questi giorni di digiuno. E’ risaputo infatti (MB 549:1) che il digiuno in sé non è il fine, ma un mezzo, per aumentare la Teshuvàh, il ritorno verso Hashem Itbarach. Avendo minimamente sfiorato la portata di questi eventi, dobbiamo anche conoscere le regole principali relative a questo digiuno che possiamo trovare tra gli altri articoli sui digiuni (etichetta digiuni)



[1] Fonti principali: Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh =MB; Torat Hamo’adim =TH (7 se volume su Digiuni); Ben Ish Chai = BIC.
[2] Tranne Yom Hakippurim che è riportato direttamente nella Toràh (Vayqrà – Emor 23:26-32), mentre per il digiuno di Ester cfr. note su TH – Purim e il mese di Adar 3:1.
[3] Prima di continuare, vorrei fare notare a priori che questa non vuole chas veshalom essere una critica contro le traduzioni di testi di Toràh (che oramai purtroppo si rendono sempre più necessarie, a condizione che siano realizzate secondo la Toràh sheba’al  peh ~ orale, ora considerabile come costituita dal Talmud, poseqim, rishonim e acharonim – in sintesi definibili impropriamente come “fonti rabbiniche”). In ogni caso il discorso sarà più chiaro successivamente.
[4] In Bereshit A,33-35 è riportata in alcuni punti in modo più ampio rispetto a Meghillàh 9, basandosi su ulteriori fonti. Sarà comunque, per ragioni di spazio, parzialmente riassunta. Si consiglia vivamente l’approfondimento dell’argomento. Lo scopo che si vuole raggiungere è fornire alcuni fondamenti di conoscenza di questioni basilari.

domenica 5 dicembre 2010

Sevivon Sov Sov Sov


Tutti abbiamo giocato con il Sevivon. Ciò che spesso non si sa è che è un gioco anche da grandi, non solo per piccini.
Abbiamo trovato grandi saggi che tuttora ci giocano durante Channukkàh. Chiaramente per i più grandi l'occupazione principale di questi giorni è lo studio, con cui è possibile elevarsi molto più che durante tutto l'anno, approfondendo molto meglio, grazie alle luci di Channukkàh, poichè sappiamo dalla Meghillàh di Ester (cfr. massechet Meghillàh 16b) Toràh e Luce sono concetti interscambiabili - Toràh תורה e Oràh אורה luce.
[לענ"ד בס"ד è possibile inoltre notare che se utilizziamo il cambio delle lettere di tipo א"ת ב"ש, cioè l'inversione della prima lettera dell'alfabeto ebraico con l'ultima abbiamo che Toràh e Oràh sono la stessa parola, poichè la lettera Taf è interscambiabile con la Alef.]

Arriviamo quindi al Sevivon. Il Sefer Ta'amè HaMinhaghim (Inienè Channukkàh siman 859 pagina 368-369) riporta che il motivo del gioco del Sevivon (Dreidel in Yiddish) è che il popolo ebraico a Channukkàh non ha fatto Teshuvàh per meritare i miracoli grandiosi accaduti, ma solo HQB"H IS"L ha deciso di compierli con grande Misericordia, perciò poichè tutto il "movimento" è avvenuto dall'alto, giochiamo con il sevivon che viene girato dall'alto e tutta la parte in basso si muove.

[D'altra parte aggiunge, che a Purim si gioca con il Rash'an perchè tutto il "movimento" è avvenuto dal basso, poichè il popolo ha fatto Teshuvàh ed ha potuto muovere ciò che avviene in alto - esattamente come facciamo con il Rash'an.
Il primo concetto di "movimento dall'alto si chiama in aramaico: אתערותא דלעילא Ita'arutà diLe'elàh mentre il secondo, quello dal basso אתערותא דלתתא Ita'arutà dilTattà.
Un meccanismo di Ita'arutà dilTattà può essere attivato attraverso il gioco stesso, poichè facciamo qui sotto un'azione che rappresenta molto in alto, e così possiamo avvicinare ancora di più noi ad HQB"H IS"L con una cosa molto, molto semplice.]

Cerchiamo di sfruttare i nostri bellissimi Minhaghim mettendoli in pratica, ma anche capendo meglio בס"ד ciò che essi rappresentano e quali conseguenze hanno.