giovedì 31 dicembre 2009

Orari Shabbath Vaichì

Orari Shabbath Vaichì
1/2 gen '10 – 16 Teveth 5770

Entrata Ven 1 gen '10

Uscita Sab 2 gen '10

Milano

16.20

17.38

Roma

16.31

17.36

Firenze

16.29

17.35

Ancona

16.21

17.27

Bologna

16.27

17.32

Genova

16.36

17.42

Napoli

16.27

17.33

Pisa

16.33

17.39

Torino

16.39

17.45

Trieste

16.13

17.18

Venezia

16.19

17.25

Verona

16.24

17.30

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

domenica 27 dicembre 2009

2.1 La Berakhàh

HQB”H ha dato all’Uomo: corpo, anima e l’intelletto; il suo volere è che il corpo sia vitale, l’anima pura e l’intelletto sviluppi la capacità di comprendere (בינה Binnàh). Per raggiungere questo risultato ha fornito all’Uomo il raccolto della terra e i frutti della Natura per rafforzarne il corpo; la Toràh e le mizwot per purificarne l’anima; l’ordine dell‘universo e le situazioni della vita per risvegliare il comprendonio del suo intelletto e la sua coscienza.
L’obbligo del’uomo è quello di non distogliere neanche per un istante il proprio pensiero da HQB”H e dal tutto il bene che Lui fa con noi; per esemplificare e per approcciarsi a questo tipo di atteggiamento ogni volta che avviene una cosa buona deve abituarsi a manifestare a parole dinnanzi ad HQB”H la sua gioia e la sua gratitudine.
Le parole di ringraziamento sono state formulate sottoforma di formula, chiamata ברכה“Berakhàh” ~ Benedizione.

sabato 26 dicembre 2009

24.5 La lettura della Torah in giorno di Digiuno

In tutti i digiuni, fuorché il 9 di Av, si recita il Tachanun e il seder Selichot dopo la ’Amidà di Shacharit.
[N.d.T. nel caso in cui siano presenti 10 digiunanti (c’è chi permette anche con 6)] Vengono chiamati a salire tre digiunanti nella parashàh di “Vaychal”: al primo Vaychal fino "Le’ammò" e gli altri due da “Salecha” fino ad “Asher ani ‘ose immach”, saltando quindi tutto il brano del vitello d’oro per non ricordare questo grande peccato in questo giorno di digiuno. Si usa che anche il pubblico dica ad alta voce i brani “shuv micharon apecha” e le 13 middot. [N.d.T. così è l’uso dei nostri fratelli ashkenaziti, i sefaraditi invece usano vietare completamente anche questo tipo di lettura, poiché non è differente dal divieto di parlare durante la lettura della Toràh, divieto valido secondo tutte le opinioni.]
Prima della preghiera di Minchàh si legge nuovamente Vaychal (anche il giorno del 9 di Av) ed il terzo che sale e legge il maftir “Dirshu Hashem beimmatzeo (Yeshaiah cap. 55). [N.d.T. Anche questo è un uso dei nostri fratelli ashkenaziti, i sefaraditi non usano leggere la haftaràh a Minchàh dei digiuni.]

giovedì 24 dicembre 2009

Orari digiuno 10 Teveth

Orari digiuno 10 Teveth
dom 27 Novembre '09 – 10 Teveth 5770

Entrata digiuno

Uscita digiuno

Milano

6.59

17.27

Roma

6.24

17.25

Firenze

6.36

17.23

Ancona

6.26

17.15

Bologna

6.38

17.20

Genova

6.47

17.30

Livorno

6.39

17.28

Napoli

6.14

17.21

Pisa

6.39

17.27

Torino

6.55

17.33

Trieste

6.32

17.06

Venezia

6.37

17.13

Verona

6.43

17.18

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom e Tzom Kal

Orari Shabbath Vayiggàsh

Orari Shabbath Vayiggàsh
25/26 dic '09 – 9 Teveth 5770

Entrata Ven 25 dic '09

Uscita Sab 26 dic'09

Milano

16.14

17.33

Roma

16.25

17.31

Firenze

16.24

17.30

Ancona

16.16

17.21

Bologna

16.21

17.27

Genova

16.31

17.37

Napoli

16.22

17.27

Pisa

16.28

17.33

Torino

16.34

17.39

Trieste

16.07

17.13

Venezia

16.14

17.19

Verona

16.19

17.25

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

martedì 22 dicembre 2009

Digiuno del 10 di Tevet - Motivazioni del Digiuno

La motivazione principale per questo digiuno è che in tale giorno il Re Nevuchadnezzar (spesso tradotto come Nabuccodonosor) ha assediato le mura di Jerushalaim תובב"א (che sia presto ricostruita e ristabilita nei nostri giorni Amen), sfociando, dopo poco più di due anni, nella distruzione del primo Beth Ha-Miqdash תובב"א. Questa è la motivazione principale. Quello che non tutti sanno è che abbiamo anche altre motivazioni che si aggiungono per rendere il 10 di Tevet un giorno di digiuno nei secoli.

Fondamentalmente abbiamo una regola, riportata dalla Mishnàh Beruràh (MB 549:4) per la quale non si stabiliscono più digiuni troppo vicini tra loro per non far digiunare troppo spesso il pubblico. Questo secondo alcuni, vale anche per il digiuno del 10 di Tevet. Nello Shulchan Aruch (Orach Chajim 580:2) sono riportati alcuni giorni in cui sarebbe bene digiunare, anche se non c’è un digiuno pubblico fissato in essi. Tra questi troviamo l’8 e il 9 di Tevet.

Sul 9 di Tevet lo Shulchan Aruch dice che non è chiara esattamente la motivazione del digiuno, e la MB (13) riporta che secondo alcuni in tale giorno è venuto a mancare עזרא הסופר ‘Ezrà Hasofer ~ lo scriba ע"ה, grande capo d’Israel, che ha riportato parte del popolo in Eretz Israel dall’esilio babilonese, e che sotto la sua guida è stato ricostruito il Beth Ha-Miqdash, l’ultimo profeta del popolo d’Israel.

Il giorno su cui mi vorrei soffermare maggiormente è l’8 di Tevet; lo Shulchan Aruch riporta che la causa è la traduzione della Toràh Ha-Qedoshàh in greco, sotto il re Talmai (solitamente identificato con Tolomeo II), che ha provocato tra le altre cose 3 giorni di buio nel mondo, cosa tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro[1].
Il Rav “Me’am Lo’ez” la riporta[2]: il re Talmai, desideroso di approfondire i suoi studi anche su testi ebraici, ha inviato un ordine al Cohen Gadol di mandare dei saggi. Sono stati inviati per tale occasione 6 חכמים chakhamim ~ saggi per ogni tribù per un totale di 72. Al loro arrivo presso il re, dopo essere stati accolti in modo molto onorifico, sono stati messi ognuno in una stanza, e a quel punto è stato rivelato loro (singolarmente) che avrebbero dovuto tradurre la Toràh in greco. Dopo 72 giorni sono riusciti a completare l’opera. Per miracolo, ogni singola copia era identica alle altre, con tanto di “correzioni” identiche. Queste “correzioni” servivano per ovviare possibili scorrette interpretazioni della Toràh Ha-Qedoshàh. Per esempio anziché tradurre “In principio creò Elokim il Cielo e la Terra” hanno tradotto “Elokim creò in principio il Cielo e la Terra” per evitare che si pensasse che c’è una divinità chiamata בראשית “Bereshit” ~ in principio.
La ghemarà (Meghillàh 9b) prosegue dicendo che l’unica lingua nella quale è possibile tradurre la Toràh è il greco, in base alla deduzione da un versetto, secondo alcune spiegazioni poiché il greco, similmente all’ebraico, ha parole plurivalenti. A questo punto la domanda nasce spontanea: Perché mai dovrebbe essere quindi un problema tradurre la Toràh, se abbiamo un versetto che “supporta” la traduzione in greco e che i chachamim sono arrivati a creare traduzioni evitando possibili cattive interpretazioni?
Inoltre, come può essere tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro?
Proprio da qui possiamo comprendere. La ricezione della Toràh Ha-Qedoshàh è stata fatta mediante il נעשה ונשמע “Na’asèh venishmàh” il “faremo e ascolteremo” che presuppone che l’azione venga fatta nel momento debito, e che ci sia (deve esserci) un conseguente studio e approfondimento della questione, a seconda della portata del singolo; questa comprensione non deve però delimitare l’esecuzione della mizwàh in nessuna delle sue parti. L’incomprensione, se presente, dev’essere condizionata dalla nostra poca capacità nell’approfondire; solo a seguito dell’azione la motivazione potrà essere meglio comprensibile. Il vitello d’oro, in alcuni suoi aspetti, è la negazione di questo. E’ il “nishmàh vena’asèh” “ascolteremo e faremo” – se non comprendo come si deve (nonostante possa essere per la mia pigra incapacità di applicarmi o perché non mi siano stati impartiti gli strumenti necessari (non ho mai visto risolvere un’equazione differenziale da qualcuno che non sa eseguire una moltiplicazione)) non eseguo.
Questo può portare a conseguenze disastrose: gli ebrei stessi, vedendo che Moshè Rabbenu ע"ה non scese dal monte Sinai entro il tempo che si era calcolato, in modo erroneo, lo sostituirono con il vitello d’oro.
Qui, con la traduzione della Toràh Ha-Qedoshàh, si dà ampia possibilità a ciò.
Non essendo correlata da studio della Toràh sheba’al peh (orale), non permette di comprendere a fondo, portando a creare diverse “interpretazioni”, basate semplicemente su un ragionamento, errato di partenza perché mancante di basi, ma nel suo complesso apparentemente corretto. Tali interpretazioni possono portare alla negazione delle mizwot, o al limitamento di queste a situazioni particolari come “quando me la sento” o “solo quando arrivo a comprenderle”. Queste sono le motivazioni che hanno portato al digiuno del 10 di Tevet. Possiamo, forse, Be”H trovare un nesso tra le motivazioni: sono tutti inizi di degenerazione della comprensione della Toràh Ha-Qedoshàh in modo corretto, della profezia, del servizio nel Beth Ha-Miqdash. Allo stesso modo sono tutte cause che apparentemente non fanno presagire nulla di particolarmente grave, poiché in apparenza non sono questioni terribili. I chachamim ci dicono quindi che dobbiamo digiunare, per capire che ogni azione ha delle conseguenze, ogni singola questione che affrontiamo giornalmente porta dei frutti, buoni o cattivi che siano. E a questo che dobbiamo cercare di riflettere, in particolare in questi giorni di digiuno.
E’ risaputo infatti (MB 549:1) che il digiuno in sé non è il fine, ma un mezzo, per aumentare la Teshuvàh, il ritorno verso Hashem Itbarach.
[Sulle norme sui digiuni si vedano gli articoli relativi. E' possibile cercarli cliccando sull'etichetta digiuni qui sotto]

[1] Prima di continuare, vorrei fare notare a priori che questa non vuole chas veshalom essere una critica contro le traduzioni di testi di Toràh (che oramai purtroppo si rendono sempre più necessarie, a condizione che siano realizzate secondo la Toràh sheba’al peh ~ orale, ora considerabile come costituita dal Talmud, posekim, rishonim e acharonim – in sintesi definibili impropriamente come “fonti rabbiniche”). In ogni caso il discorso sarà più chiaro successivamente.
[2] In Bereshit A,33-35 è riportata in alcuni punti in modo più ampio rispetto a Meghillàh 9, basandosi su ulteriori fonti. Sarà comunque, per ragioni di spazio, parzialmente riassunta. Si consiglia vivamente l’approfondimento dell’argomento. Lo scopo che si vuole raggiungere è fornire alcuni fondamenti di conoscenza di questioni basilari.
Fonti principali: Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh =MB; Torat Hamo’adim =TH (7 se volume su Digiuni); Ben Ish Chai = BIC.

domenica 20 dicembre 2009

24.4 Birkat ‘Anenu in giorno di Digiuno

Una berakhàh particolare è stata fissata da recitarsi durante i digiuni nelloשמונה עשרה Shemonàh ‘Essrèh (עמידה ‘Amidàh) che consite in una richiesta ad HQB”H che ci esaudisca nelle nostre richieste in particolare nei periodi delle nostre disgrazie e viene chiamata עננו ‘Anenu – come l’inizio della preghiera עננו ה' עננו “’Anenu Hashem ‘Anenu” ~ “Rispondici Hashem Rispondici” e chiude inברוך ... העונה לעמו ישראל בעת צרה “Baruch … ha’onèh le’ammò Israel be’et zara" – “Benedetto Tu o Signore che risponde al popolo d’Israele durante le disgrazie”
Se sono presenti al Bet Ha-Kenesset 10 persone che digiunano, il Chazan [N.d.T. chiaramente anch’esso dev’essere digiunante] nella ripetizione dell’Amidàh dice la benedizione di ‘Anenu dopo la benedizione di “Goel Israel”.
Nel caso in cui si sia dimenticato di recitarla la norma è la seguente:
- nel caso se ne fosse ricordato prima di recitare la berakhàh di עמו ישראל רופא חולה Rofè Cholè ‘Ammò Israel, lo ripete e lo dice.
- Se se ne fosse ricordato solo dopo, lo reciti senza la berakhàh conclusiva nella berakhàh di שמע קולנו Shem’à Qolenu.
- Se ancora non se ne fosse ricordato, lo reciti senza la berakhàh conclusiva alla conclusione dello Shemonà ‘essrè.
Gli altri digiunanti non dicono la berakhàh di ‘Anenu nella preghiera di Shacharit, ma solo nella preghiera di Minchàh lo dicono senza la berakhàh conclusiva. [N.d.T. dipendente dagli usi, cfr. articolo sull’argomento] Nella berakhàh di Shem’à Qolenu colui che ha dimenticato di aggiungere ‘anenu e se ne fosse ricordato solo dopo aver recitato il Nome Divino nella berakhàh “Shomea Teffilàh” lo recita senza la berakhàh conclusiva, al termine dell’’Amidà, dopo la preghiera di E-lokai Netzor prima di fare 3 passi all’indietro ad “‘ossè Shalom”.

giovedì 17 dicembre 2009

Il Tempo - Sintesi pratica sulle Ore Zemaniot

Stavolta vorrei cominciare in modo differente dal solito proponendovi 3 aneddoti.

Questo l’ho addirittura visto girare anche come giochetto ‘non ebraico’ su internet:

Cosa faresti se ti dessero 86.400 euro ogni giorno, con una condizione: ogni fine giornata ti vengono riazzerati e ripresi da 86.400. Quindi ogni euro che non hai speso oggi viene perso completamente. Cosa fa una persona sensata? Cerca di spendere il più possibile in giornata.
Pensa che ogni giorno tu hai 24 ore, ognuna delle quali composta da 60 minuti, ognuno dei quali composto da 60 secondi, per un totale di 86.400 secondi al giorno. Come impieghi questi ogni giorno?

Un forestiero è arrivato nel cimitero della città ed ha visto strane iscrizioni sulle tombe di questo genere: “Ha vissuto 3 anni”, “Un buon uomo – ha vissuto 6 anni”, “un sant’uomo – ha vissuto 7 anni e mezzo”. Stupito della vita media dei cittadini della città la esplora scoprendo che contrariamente a quanto si aspettasse c’è molta gente anziana. A quel punto gli rimaneva solo una cosa da fare: chiedere il perchè di quelle strane scritte. “E’ una decisione del Rav della comunità” gli risposero “in questa città scriviamo solo quello che una persona ha vissuto davvero. Queste persone che hai visto hanno vissuto per 70 anni, ma il tempo che dedicavano allo studio della Toràh Haqqedoshàh era rispettivamente quello di un 1 o 2 ore al giorno. In particolare l’ultimo dedicava 30 minuti allo studio di Choq LeYisrael che contiene anche brani dello Zohar Ha-Qadosh, pertanto lo chiamavano anche “santo” [Nonostante sia esagerato normalmente, poichè fino a poco tempo fa anche persone “comuni” leggevano Zohar Ha-Qadosh, unica tipologia di studio che nonostante non sia compresa vale come studio. Attualmente però la tendenza – decisamente errata (sulla quale in questa storia si ironizza tra l’altro) è quella di chiamare mequbbal anche chi solo legge lo Zohar Ha-Qadosh. L’uso di leggere Choq leYisrael è abbastanza diffuso in particolare tra i sefaraditi, ma non solo. Grazie a questo tipo di studio, ogni giorno in mezz’oretta (c’è chi lo finisce anche in meno), si riesce a studiare Toràh, Neviim, Ketuvim, Mishnayot, Ghemarà, Zohar Ha-Qadosh, Mussar e Halakhàh].

Il tempo
Sappiamo che uno degli aspetti cardini della Toràh Ha-Qedoshàh è il stare attenti ai dettagli.
Uno di questi dettagli è rappresentato da una delle prime cose che sono state create nella creazione del mondo (così ho sentito a nome del Gaon di Vilna): il tempo.
Il tempo è un fattore prezioso a cui siamo legati sotto vari aspetti.

Concetti: שעות זמניות Sha’ot Zemaniot ~ Ore Zemaniot
Ebraicamente la giornata è divisa in 24 ore, di cui 12 compongono le ore diurne e 12 quelle notturne. Queste due categorie d’ore non valgono necessariamente 60 minuti ciascuna; al contrario il più delle volte valgono un diverso valore. Esemplificando: il valore di ogni ora diurna viene ottenuto dalla suddivisione in 12 parti delle ore di luce per quelle diurne. Ognuna di queste ore è chiamata שעה זמנית sha’a Zemanit.
Ci sono diverse opinioni sul come effettuare il calcolo pratico di queste ore, il cui argomento ha meritato diversi libri. Le opinioni principali sono le seguenti (porto due tra i principali espositori di queste opinioni):

  • Opinione del Maghen Avraham: si parte dalla alba (72 minuti zemaniot prima del sorgere del sole) fino al צאת הכוכבים tzet hakokhavim ~ l’uscita delle stelle.

  • Opinione del Gaon di Vilna הגר"א: si parte dal sorgere del sole fino alla שקיעה sheqi’àh ~ tramonto.

A questo punto la domanda è ovvia: quale opinione seguo?

In generale poichè ci troviamo in un caso di dubbio si segue queste due norme: ספק דאוריתא לחומרא safeq deoraita lechumràh, ספק דרבנן לקולא safeq derabanan lequllà, che rispettivamente significano che se mi trovo dinnanzi ad un dubbio relativo ad una mizwàh deoraita, quindi direttamente dalla Toràh, devo seguire l’opinione più restringente, mentre se mi trovo dinnanzi un dubbio relativo ad una mizwàh deoraita, quindi direttamente dalla Toràh, posso seguire l’opinione più facilitante. E’ necessario vedere a seconda dei casi quale sia l’opinione più facilitante, poichè non è cosa fissa. Ad esempio:

Le questioni riguardanti la vigilia di pessach (bi’ur, bittul) sono deoraita, quindi è necessario essere rigorosi; in tal caso sicuramente l’opinione più ristretta è quella del Maghen Avraham, poichè la giornata inizia prima, di conseguenza la 4° e la 5° ora iniziano prima.

Questo concetto di Sha’ot Zemaniot ha diversi נפקא מינה nafkà minnàh ~ n.l. implicazioni / conseguenze pratiche. Vediamone alcune:

  • עלות השחר 'Alot HaShachar ~ l'Alba – quest’ora corrisponde a 72 minuti zemaniot [Ci sono opinioni che sostengono che siano 90 minuti, ma non è questa l’opinione di gran parte dei posseqim. In ogni caso relativamente ai digiuni si va lequllà (facilita) e quindi si seguono i 72 minuti.] prima del “Sorgere del sole”. Da quest’ora comincia la giornata per i digiuni.

  • נץ החמה Netz Ha-Chamàh ~ Sorgere del Sole - da quest’ora è possibile recitare la ‘amidàh a priori.

  • שעה שלישית Sha’ah Shelishit ~ la Terza Ora – entro quest’ora è necessario avere completato ogni giorno la lettura dello shem’à di shacharit. Nel caso non si sia terminata entro questa ora, è necessario leggerlo comunque, preferibilmente con i ta’amim, però non si è compiuta la mizwàh della lettura di questo 2 volte al giorno, ma solo la mizwàh di studiare.
  • שעה רביעית Sha’ah Revi’it ~ la Quarta Ora – entro quest’ora è necessario avere completato le berakhot dello shem’à di shacharit. Dopo quest’ora non si leggono più (OC 59:6). La vigilia di Pessach dopo quest’ora è vietato mangiare chametz.

  • שעה חמישית Sha’ah Chamishit ~ la Quinta Ora – dopo quest’ora la vigilia di pessach è vietato avere godimento del chametz, quindi la vendita e l’eliminazione completa (bi’ur) dev’essere effettuata entro quest’ora.

  • חצות היום Chatzot Hayom ~ “Mezzogiorno ovvero metà delle ore di sole” (termine della sesta ora) – è meglio secondo molti posseqim principalmente secondo la qabbalàh bene tagliarsi i capelli entro quest’ora. Secondo i posseqim che non seguono la qabbalàh è possibile tagliarseli anche dopo nel caso si sia già effettuata la teffillàh di minchàh.

  • מנחה גדולה Minchàh Gheddolàh: corrispondente alla 6a ora e mezza; da quest’orario è possibile cominciare a recitare la teffillàh di minchàh.

  • Termine Mussaf: corrispondente al termine della 7° ora zemanit. Entro quest’orario è necessario aver terminato la teffillàh di mussaf nei giorni in cui si recita (Shabbat Qodesh, Rosh Chodesh, Yamim Tovim). Nel caso in cui si arrivi quindi a recitarla dopo la 6a ora e mezza si cominci da mussaf poichè il suo tempo termina a breve, mentre minchàh ho ancora tempo per recitarla.

  • מנחה קטנה Minchàh Qetanàh: l'orario dalla quale è meglio recitare la tefillàh di Minchàh.

  • פלג המנחה Pelag Haminchàh: prima di quest’ora non è possibile accendere le candele di channukkàh, quelle di Shabbat Qodesh (entrambe con berakhàh). Entro quest’ora è necessario a priori recitare la teffillàh di Minchàh se si vuole anticipare da subito dopo (in pubblico soltanto è possibile, altrimenti solo dopo l'uscita delle stelle) la tefillàh di 'Arvit.

  • שקיעה Sheqi’àh ~ il Tramonto – il termine della teffillàh di minchàh lekhatechillàh, bedi’avad in caso di necessità è possibile recitarla fino a 13 minuti e mezzo (zemaniot) dopo.

  • צאת הכוכבים Tzet Hakokhavim ~ l'uscita delle stelle – questa è l’ora dalla quale si può (ri)leggere lo Shem’à di ‘arvit, si comincia il seder, lekhatekhillàh la sefirat ha’omer.

  • חצות לילה Chatzot Laylàh ~ Mezzanotte - entro quest’ora è necessario aver letto la Qeriat Shem’à ‘al hamittàh per i sefaraditi (cfr. Ben Ish Chai, Parashat Tzav 38 e Shut Rav Pe'alim - Sod Yesharim 1:14), anche se si va a dormire oltre, oppure quando non si dorme, in base alla qabbalàh. Da quest’ora si può recitare Tiqqun Chatzot [cfr. Rav Pe’alim 1, OC 1].

mercoledì 16 dicembre 2009

Orari Shabbath Mikkétz

Orari Shabbath Mikkétz 5770
18/19 dic '09– 2 Tevet 5770

Accensione lumi di Channukkàh - Ven 11 dic'09 - non prima di Pelag HaMincha che è alle:

Entrata Shabbat Qodesh - ven 11 dic '09

Uscita Shabbath - sab 12 dic '09

Milano

15.47

16.11

17.30

Roma

15.43

16.22

17.28

Firenze

15.44

16.21

17.26

Ancona

non disponibile

16.12

17.18

Bologna

non disponibile

16.18

17.23

Genova

15.51

16.28

17.33

Napoli

15.39

16.19

17.24

Pisa

non disponibile

16.24

17.30

Torino

15.55

16.31

17.36

Trieste

15.28

16.04

17.09

Venezia

15.34

16.10

17.16

Verona

non disponibile

16.16

17.21


Gli orari di entrata ed uscita di Shabbath sono tratti dal Lunario ebraico 5770.

Gli orari di Pelagh Haminchà sono tratti da http://www.torah.it/lunario/orari/

Attenzione:

Ricordiamo che le candele di Channukkàh di ven sera vanno accese prima delle candele di Shabbath Qodesh.

Si possono accendere dall'orario di Pelagh Haminchà e devono rimanere accese per almeno mezz’ora dopo l’uscita delle stelle.

Shabbat Shalom,Chodesh Tov e Channukkàh Sameach

giovedì 10 dicembre 2009

Orari Shabbath Vayéshev

Orari Shabbath Vayéshev 5770
11/12 dic '09– 25 Kislev 5770

Accensione lumi di Channukkàh - Ven 11 dic'09 - non prima di Pelag HaMincha che è alle:

Entrata Shabbat Qodesh - ven 11 dic '09

Uscita Shabbath - sab 12 dic '09

Milano

15.45

16.10

17.28

Roma

15.41

16.21

17.26

Firenze

15.42

16.20

17.25

Ancona

non disponibile

16.11

17.16

Bologna

non disponibile

16.17

17.22

Genova

15.49

16.27

17.32

Napoli

15.37

16.17

17.22

Pisa

non disponibile

16.23

17.28

Torino

15.52

16.29

17.34

Trieste

15.26

16.03

17.08

Venezia

15.32

16.09

17.14

Verona

non disponibile

16.15

17.20


Gli orari di entrata ed uscita di Shabbath sono tratti dal Lunario ebraico 5770.

Gli orari di Pelagh Haminchà sono tratti da http://www.torah.it/lunario/orari/

Attenzione:

Ricordiamo che le candele di Channukkàh di ven sera vanno accese prima delle candele di Shabbath Qodesh.

Si possono accendere dall'orario di Pelagh Haminchà e devono rimanere accese per almeno mezz’ora dopo l’uscita delle stelle.

Shabbat Shalom e Channukkàh Sameach

Chodesh Tevet 5770

Rosh Chodesh dura 2 giorni: nel 5770 cade il 30 Kislev (Gio 17 dic) e il 1 Tevet (Ven 18 dic).

Non si recitano Tachanunim e si recita l'Hallel completo (essendo ancora channukkàh), seguito da due Sifrè Toràh (uno per channukkàh e l'altro per Rosh Chodesh) e da Mussaf di Rosh Chodesh; oltre ad aggiungere il brano di "Ya'alè Veyavò" nella 'amidàh e nella birkat Ha-Mazon, essendo ancora channukkàh si aggiunge anche "'Al Ha-Nissim" in entrambe.

Chi segue la "Tzavaàh di Rabbenu Yehudàh He-Chassid" e usa non tagliare unghie, capelli e barba durante il giorno di Rosh Chodesh si adoperi per tagliarli mer 29 Kislev per l'onore di Shabbat Qodesh.

Il Molad: cade la sera di gio 30 Kislev (18 dic) alle 0.59 e 10 chalaqim

Pertanto la Birkat Ha-Levanàh:

  • Per i sefaraditi e gli ashkenaziti che attendono 7 giorni inizia: la sera dell'8 Tevet (tra gio 24 e ven 25 nov), quindi è opportuno attendere fino a Motzaè Shabbat Qodesh Vayggash per guadagnare altre due cose: pubblico & Motzaè Shabbat Qodesh.
  • E termina: la notte del 14 Kislev (tra mer 30 e gio 31 dic).

Date da ricordare (e dettagli in brevissima):

Channukkàh (25 Kislev -2 di Tevet / sera di ven 11 dic - 19 dic) - termina.
Ogni sera si accende la channukkàh o chanukiàh, per otto giorni; questa deve rimanere accesa per almeno mezz'ora dall'uscita delle stelle.

Ogni giorno non si legge tachanun, si legge l'Hallel completo con berakhàh e si legge il Sefer Toràh. Nella 'amidàh e nella Birkat Ha-Mazon si aggiunge il brano di "'Al Ha-Nissim"

10 di Tevet (27 dic 5770)

Digiuno che ricorda l'evento della cinta delle mura di Yerushalaim prima della distruzione del Bet Ha-Miqdash (O.C. 549), il digiuno inizia dall'alba all'uscita delle stelle.

Si aggiungono nella Teffilàh tachanunim e Sefer Toràh, e a Minchàh si aggiunge un'altra lettura, e e nel caso si reciti dopo l'ora di pelag ha-minchàh si recita anche la birkat Kohanim. Cfr. altre norme sulla Teffillàh dei digiuni in articoli precedenti.

Shovavim

Tutto il periodo a partire dalla parashàh di Shemot fino a quella di Mishpatim o Tezzavè a seconda degli usi, è chiamato Shovavim (TT) che è l'acronimo del nome delle Parashot in quel lasso di tempo: Shemot, Vaerà, Bo, Beshallach, Yitrò, Mishpatim (Terumàh e Tezzavè).

Queste settimane sono più indicate di altre per la Teshuvàh su polluzioni sprecate non a fine di mizwàh. Ci sono vari usi su come organizzare in queste periodi di digiuno, in particolare l'uso italiano era quello di digiunare ogni lun e gio, come testimonia Rav Eliahu Mani ז"ל nel testo Qarnot Tzaddiq.

Come ogni periodo di digiuno non obbligatorio è opportuno aumentare in tali giorni lo studio della Toràh, Teffillot e Tzedaqàh.

mercoledì 9 dicembre 2009

24.3 Divieto di mangiare e bere durante Digiuni Pubblici

Questi digiuni se cadono di sabato vengono rimandati a domenica.
In tutti fuorché il 9 di Av sono vietati esclusivamente mangiare e bere. Questi digiuni iniziano dall’alba e durano fino a sera, dopo l’uscita delle stelle. A colui che si sveglia di notte è proibito mangiare e bere prima dell’alba, a meno che non dichiari esplicitamente la sera prima di coricarsi che il digiuno comincerà per lui solamente dall’alba, così da poter mangiare prima dell’alba. [N.d.T. perché solitamente una persona non si alza prima dell’alba, quindi nel momento in cui va a dormire e come se dichiarasse di iniziare il digiuno, a meno che non espliciti diversamente] Colui che sonnecchia non deve dichiarare.
Donne in gravidanza e/o che allattano a cui il digiuno provoca problemi o un malato anche se non sono in pericolo sono esonerati dai digiuni escluso il 9 di Av. [N.d.T. per maggior dettagli sull’argomento si veda il rispettivo articolo].

חנוכה Channukkàh - 9. Channukkàh e Shabbat Qodesh

Ci sono varie regole aggiuntive da ricordare sia relative all’hadlaqat nerot di channukkàh che alla teffillàh di Shabbat Qodesh quando channukkàh vi cade.
L’accensione delle candele di channukkàh deve avvenire in modo leggermente differente dagli altri giorni. Durante gli altri giorni è sufficiente che le nerot channukkàh durino almeno 30 minuti dall’accensione (vedi prima quanto deve durare l’accensione). Poichè quando channukkàh cade a Shabbat Qodesh non è possibile accendere il giorno stesso, queste devono essere accese prima di accendere le nerot shabbat, ma devono comunque rimanere accese per 30 minuti da quando ne si è obbligati, quindi fino a 30 minuti dopo l’uscita delle stelle. Bisogna quindi stare attenti a porre le condizioni per le quali si verifichi questo fatto, aggiungendo olio se si accende l’olio, o utilizzando delle candele sufficientemente lunghe.[TH3 8:6] L’accensione per essere tenuta valida è necessario sia dopo l’orario di pelag haminchàh. Poiché la mizwàh è comunque מדרבנן miderabanan ~ d’istituzione rabbinica è possibile seguire l’opinione più facilitante che risulta avere l’inizio di tale orario più presto dell’orario di pelag haminchàh utilizzato di solito.

Minchàh prima dell’hadlaqat nerot: In ogni caso sarebbe bene pregare minchàh di erev (vigilia di) Shabbat Qodesh prima di accendere le nerot channukkàh, a patto di avere minjian. Nel caso in cui invece comunque si preghi senza, sicuramente è meglio fare minchàh prima (HO 18), così da non ottenere una contraddizione tra l’accensione con berakhàh che rivela essere notte, e la teffillàh di minchàh che è da recitare di giorno.

Bamà Madliqin: è uso dei sefaraditi di non recitare il capitolo “Bamà Madliqin” la sera di Shabbat di channukkàh, poiché in tale capitolo vengono ricordati anche olii vietati per le candele di Shabbat Qodesh, mentre sono permessi di channukkàh. Gli ashkenaziti invece continuano a leggerlo anche in quest’occasione. [TH3 10:16]

Lettura della Toràh: si legge la sidràh settimanale, modificando il Maftir. Il maftir consiste nella lettura della parashàh relativa a quel giorno di channukkàh. La haftaràh è tratta da Zechariàh [cap 2].

Motzaè Shabbat Qodesh
All’uscita di Shabbat Qodesh, al beth hakenesseth prima si accendono le nerot channukkàh e poi si recita la havdalàh. L’ordine è inverso in abitazioni private, secondo il BIC (21) anche nel caso abbia già sentito la havdalàh nel Beth Haknesseth.
Come in tutto il resto dell’anno, prima di effettuare una melachàh, cioè un’operazione vietata durante Shabbat Qodesh, è necessario recitare una הבדלה havdalàh ~ n.l. formula di separazione. Nel caso in cui si sia pregato già ‘arvit questa è inclusa nell’aggiunta אתה חוננתנו “Atta chonantanu”. Se ci si è dimenticati questa formula, è necessario dire le parole ברוך המבדיל בין קודש לחול “Baruch Hamavdil ben Qodesh lechol” (senza aggiungervi null’altro) prima di fare qualsiasi melachàh, tra cui accendere la fiaccola per la havdalàh.

2 Shabbat Qodesh durante channukkàh
Questa eventualità può avvenire quando il primo giorno di channukkàh cade durante Shabbat Qodesh. La differenza principale si trova nel maftir: il primo shabbat legge dall’inizio della birkat cohanim fino a זה קרבן נחשון בן עמינדב “Zeh Qorban Nachshon Ben Aminadav”, seguita dall’haftaràh tratta da Zechariàh [cap 2] mentre il secondo da ביום החמישי “Bayom hachamishì” fino a כן עשה את המנורה “Ken ‘asàh et hamenoràh” seguita dall’ haftaràh tratta da Melachim A [7:40-50] [TH3 11:8].

Channukkàh Sameach

martedì 8 dicembre 2009

24.I digiuni:

24.1 Il Churban ~ La Distruzione (del Bet Ha-Miqdash)
Attraverso la ricezione della Toràh il popolo d’Israel è stato scelto di essere d’esempio per gli altri popoli.
Gli è stata data la Terra di Eretz Israel, adatta a permettere l’osservanza della Toràh e delle sue mizwot persino sedendosi sotto le sue vigne ed i suoi fichi con gioia e buon cuor. Com’è scritto: ויתן להם ארצות גוים וגו' בעבור ישמרו חוקיו, ותורותיו ינצרו. “Vaiten lahem arzot goim [...] ba’avur ishmeru chuqqav, vetorotav inzoru …” (Tehillim 105,44-45) ~ “E dette loro le terre delle dei popoli […] affinché osservassero le Sue Leggi e per obbedissero la Sua Torah..”.
Però il popolo d’Israele non ha mantenuto i suoi obblighi: non solo non è stato d’esempio per gli altri popoli, al contrario ha iniziato ad applicare anche tutte le strade corrotte degli altri popoli come adorare gli idoli, non seguire canoni di purità nella vita famigliare, spargimento di sangue e simili.
A causa di questi peccati è stato decretata sul popolo d’Israele il חורבן churban ~ la distruzione della sua terra e dispersione tra i popoli. Com’è detto “ חקותי געלה נפשם ואת מאסו …יען וביען במשפטי חרבה ואתכם עזרי בגוים ... והיתה יהיו ועריכם שממה ארצכם ‎‎ “Veetchem azarei bagoim …veaieta areche Shem’àma vearechem iheiu churba ..uveian umishpatai maasu vet chukotai gaala nafsham (Vaykrà 26;33,43) – e vi disperderò tra i goim e la vostra terra sarà deserta e le vostre città saranno distrutte poiché le miei giudizi e i mie leggi avete rigettato ”
Il Churban viene suddivisa in 4 disastri principali:
1. La conquista di tutta Eretz Israel e l’assedio di ירושלים Yerushalaim ~ Yerushalaim תובב"א .
2. La caduta delle mura di Yerushalaim תובב"א
3. Il חורבן Churban ~ La distruzione del Bet Ha-Miqdash e la sua conflagrazione.
4. La גולהGolàh ~ diaspora dei resti del Nostro Popolo dalla Sua Terra.

domenica 6 dicembre 2009

חנוכה Channukkàh - 8. La tefillàh di Channukkàh

A channukkàh abbiamo diverse variazioni durante la teffillàh. Vediamo prima le variazioni nella ‘Amidàh, presente in tutte le teffillot, per passare poi a quelle nella teffillàh di shacharit in particolare.

על הנסים ‘Al Hanissim nella Amidàh
Nella ברכת ההודאה Birkat HaHodàah, meglio conosciuta come berakhàh di מודים“Modim”, 18a della ‘Amidàh come è composta oggi, si aggiunge un brano durante tutte le teffillot di channukkàh [TH3 10:1-2], chiamato על הניסים ‘al hanissim ~ sui miracoli. Questo brano ha due versioni, una dedicata a channukkàh ( בימי חשמונאי Bimè chashmonai) e l’altra a Purim (בימי מרדכי Bimè Mordechai).
Nel caso in cui si sia dimenticata l’aggiunta di ‘Al Hanissim: se non si sono ancora pronunciate le parole “Baruch Atta H’”, è necessario interrompere e tornare indietro. In caso siano state già pronunciate, non si torni indietro. In tal caso è bene, ma facoltativo, aggiungere ‘al hanissim dopo il termine di “Elo-ai, Netzor” anteponendo le parole “Modim Anachnu Lach ‘al hanissim” fino a “Venodèh Leshimchà Haggadol Selàh” [TH3 10:3].
Il nussach stesso dell’aggiunta di ‘al hanissim ha diverse varianti a seconda del posseq che si segue. Ognuno in ciò segua il proprio minhag.

La Teffillàh di Shacharit durante Channukkàh
Durante channukkàh ci sono usi diversi relativi al מזמור mizmor ~ salmo che si legge prima di H’ melech, ארוממך ה' כי דלתני “Aromimmchà H’ ki dilitani”, poichè di solito si salta il primo versetto מזמור שיר חנוכת הבית לדוד “Mizmor Shir Channukkàt Habayt leDavid”. I sefaraditi anche durante channukkàh saltano questo versetto come durante il resto dell’anno, mentre gli ashkenaziti usano leggerlo senza saltare il versetto tutto l’anno [TH3 10:15].

הלל Hallel
Durante tutti questi giorni non si legge il tachanun, ma al suo posto (a Shacharit) si legge l’Hallel, completo e recitando la berakhàh אשר קידשנו במצותיו וצונו לגמור את ההלל “...asher Qiddeshanu Bemizwotav, veziwanu LiGmor et HaHallel”, e concludendolo con “Yehalleluchà” come stampato nei siddurim [TH3 10:9]. Poiché la benedizione di ‘Yahalleluchà’ conclude la prima, è necessario non interrompere durante la lettura parlando o occupandosi di altre cose, così da evitare molteplici problemi halakhici [cfr TH3 10:13].
L’Hallel si legge anche senza minjian, ed è compreso nell’obbligo anche l’ אבל avel ~ luttuoso, persino durante nei suoi primi 7 giorni di lutto (eviti però di essere chazan) [TH3 10:13].
Le donne non sono obbligate alla sua lettura; se vogliono però possono recitarlo. Sussiste nonostante ciò un’enorme discussione se possano recitarlo con la berakhàh o meno. [TH3 10:10]
Sefer Toràh
Dopo l’Hallel si recita un Chatzì Qaddish si estrae un Sefer Toràh (due durante Rosh Chodesh), con 3 persone che salgono al sefer. Dal secondo al settimo giorno l’uso sefaradita e degli ashkenaziti in Eretz Israel è quello di leggere ogni giorno il brano relativo al sacrificio del giorno corrispondente: il primo legge fino alle parole מלאה קטרת “Meleàh Qetoret”; il secondo prosegue fino alla fine del “sacrificio”; il terzo ripete tutto il brano. Fuori da Eretz Israel gli ashkenaziti usano che il terzo non ripeta, ma prosegua con la lettura del sacrificio del giorno successivo [TH3 11:3]. Nel caso abbiano errato la parashàh da leggere e se ne siano resi conto dopo la fine della terza chiamata non è necessario tornare a rileggere, poiché si è usciti dall’obbligo [TH3 11:4].
Brani che si saltano e che si aggiungono
Si prosegue poi la teffillàh come al solito, tranne che per la non lettura dei brani che non si leggono poichè non si recita il tachanun (Mizmor Ya’anechàh tra ashrè e Uvà Letzion; Teffillàh Ledavid prima di Beth Ya’akov) [TH3 10:14], l’eliminazione delle parole “Hashir shehayu haleviim omerim ‘al haduchan” e l’aggiunta di un mizmor prima di “Hoshienù” relativo a channukkàh: “Mizmor Shir Channukkàt Habayt leDavid”(Tehillim 30) [TH3 10:15].
Rosh Chodesh
Durante channukkàh cade sempre Rosh Chodesh. A seconda degli anni può durare 1 o 2 giorni. In tale giorno è necessario effettuare anche le aggiunte relative a Rosh Chodesh, tali Ya’alè Veyavò nell’amidàh, l’estrazione di un secondo sefer dal quale il 4° che sale legge la parte di Rosh Chodesh, recitando il chatzì Qaddish solo dopo il secondo sefer [TH3 11:9] e si recita anche mussaf di Rosh Chodesh, aggiungendovi anche ‘al hanissim [TH3 10:2]. Dopo la chazaràh si legga quindi “Barekhì Nafshì” seguito da “Mizmor Shir Channukkàt Habayt leDavid”; si prosegua quindi con il “Qaddish Yehe Shelamàh” e “Qavè” come durante il resto dell’anno.

giovedì 3 dicembre 2009

Orari Shabbat 5770

Orari Shabbat Vayishlàch
4/5 Dicembre '09 – 18 Kislev 5770

Entrata Ven 4 dic '09Uscita Sab 5 dic '09

Milano

16.11

17.28

Roma

16.21

17.26

Firenze

16.21

17.25

Ancona

16.12

17.17

Bologna

16.18

17.23

Genova

16.28

17.32

Napoli

16.18

17.22

Pisa

16.24

17.29

Torino

16.31

17.35

Trieste

16.04

17.09

Venezia

16.11

17.15

Verona

16.16

17.21

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

חנוכה Channukkàh - 7. Minhaghim e regole varie

  • E’ bene leggere il 24 Kislev (vigilia di Channukkàh) il secondo capitolo del libro del profeta Chaggai [vesetti 10-23] [BIC 23].
  • C’è l’uso di mangiare cibi a base di latte, per ricordare che Yehudit ha dato da mangiare questi al nemico, permettendone così il sonno e quindi l’uccisione. La storia di Yehudit viene riportata nel libro Me’am Lo’ez (Parashat Be’alotechàh) e in Chemdat Yamim [BIC 24].
  • Le donne devono stare attente a non fare מלאכות melakhot ~ operazioni (in questo gruppo s’intende lavare panni, stirare, cucire e simili. Cucinare è permesso) da quando le nerot sono state accese. Per questo divieto ci sono varie motivazioni [cfr. BIC 27].
  • E’ bene abbondare nei pasti di channukkàh, in particolare di Shabbat Qodesh e Rosh Chodesh.
  • E’ vietato digiunare in tutto il periodo di channukkàh [OC 670:1].
  • C’è l’uso di accendere un lume per ‘illui neshamàh (n.l. alla memoria di) Rabbì Meir Ba’al hanes di Rosh Chodesh Tevet [BIC 28]. Ciò nonostante non sia il suo anniversario. L’uso è di accenderlo in posti in cui si studia Toràh, in modo da avere più luce nei momenti di studio.

mercoledì 2 dicembre 2009

Barech ‘Alenu

Da Shabbat Qodesh Vayshlach di quest'anno 5770 - 5 dic '09 si dovrebbe iniziare a recitare la berakhàh di Barekh ‘Alenu con l’aggiunta di Veten Tal uMatar. Di fatto poiché questa berakhàh non si recita di Shabbat Qodesh, si comincia alla sua uscita.

חנוכה Channukkàh - 6.I חייבים במצוה Chaiavim baMizwàh – gli aventi obbligo della mizwàh

  • Le donne sono obbligate alla mizwàh esattamente come gli uomini, poiché anche loro hanno avuto parte nel miracolo, in particolare riguardo a Yehudit. Tanto che se il marito non è presente può accendere lei e fare anche uscirlo d’obbligo, insieme a tutto il resto della famiglia. [TH3 2:1]
  • I ragazzi sefaraditi, se sono ancora dipendenti economicamente dai genitori, non accendono, ma si basano sulla berakhàh del capofamiglia [TH3 2:4]. Nel caso si sia sposato accenda un ner di per sé, ma senza berakhàh se ancora dipendente dai genitori; senta invece quella del padre e pensi ad uscire d’obbligo, e poi accenda nella sua stanza [BIC 16]. Per gli ashkenaziti invece anche i bambini arrivati all’età del chinnuch ~ educazione alle mizwot (circa 6 o 7 anni) accendono con berakhàh.[TH3 2:5] E’ necessario ricordarsi di mettere le channukiot in vari punti della casa.
  • Anche un sefaradita che vuole essere rigoroso sulla questione e usare come gli ashkenazita può farlo, ma non gli è permesso recitare la berakhàh [TH3 2:6].
  • Persino persone che stanno sole in casa devono compiere la mizwàh. Lo sottolineo perché c’è qualcuno che mi ha voluto dire che è escluso. C’è da distinguere però che nel caso in cui accenda nel primo periodo (entro mezz’ora dall’uscita delle stelle) può accendere con la berakhàh secondo tutte le opinioni. Nel caso invece accenda più tardi a priori non reciti la berakhàh, ma se c’è chi vuole recitarla non c’è da rimproverarlo per questo. [TH3 4:4]. Nonostante questo dubbio sulla berakhàh sicuramente però è obbligato ad accendere.

martedì 1 dicembre 2009

חנוכה Channukkàh - 5. Il tempo dell’accensione

  • Quando accendere? A priori è nella prima mezz’ora dall’uscita delle stelle. A posteriori, se non è riuscito ad accendere in questo tempo, può accendere tutta la notte, ed è bene che almeno due persone siano sveglie perché si accenda con la berakhàh. Pertanto, se dormono, li si svegli. [TH3 4:4]
  • Se si fosse cominciato a mangiare o studiare e persino se si fosse proseguito dopo l’uscita delle stelle, si deve interrompere e accendere. A priori non si può mangiare né dormire da mezz’ora prima del tempo idoneo all’accensione (mezz’ora prima dell’uscita delle stelle). Il TH3 6,2 sottolinea che il divieto di mangiare consiste solo nel fissare una se’udàh, quindi nel mangiare più di 56 grammi di pane o di pat habà bekisanin (in generale fanno parte di questo gruppo i cibi mezonot che sono dolci, o croccanti o ripieni). Gli altri cibi sono permessi, ma anche secondo la sua opinione è meglio essere rigorosi e non mangiare nulla.
  • La durata delle nerot descritta dalla ghemarà [Shabbat 21b] è determinata da עד שתכלה רגל מן השוק“’ad shetichlè reghel min hashuq” ~ fino a quando non scompare un piede dal mercato, cioè il tempo necessario perché la gente torni a casa dopo l’uscita delle stelle. La maggior parte dei poseqim ha fissato che questa descrizione è semplicemente un segno per indicare circa mezz’ora, perché questo era il tempo necessario durante l’epoca del talmud.[1] Pertanto è necessario inoltre che le nerot rimangano accese perlomeno mezz’ora. Pertanto, chi non ha preparato una quantità di olio sufficiente (o ha utilizzato delle candele troppo corte), deve spegnere e tornare ad accendere senza berakhàh.
  • Se è stato spento dal vento o da simili, se era in una posizione tale che fosse certo a priori che si spegnesse, deve tornare a riaccendere senza berakhàh. In caso contrario non è obbligato a riaccenderla, però è molto consigliato.
  • Bisogna stare attenti che l’olio rimasto (nei lumi) e le candele che sono già state accese, non è possibile poi riutilizzarlo (neanche dopo channukkàh) per cose profane, pertanto bisognerebbe bruciarlo senza averne godimento. Ci sono alcune facilitazioni se era stata inserita una quantità tale di combustibile che bruci per più del tempo minimo necessario (mezz’ora), ma la cosa più semplice da fare è fare un תנאי tenai ~ condizione esplicita a voce prima di accendere che si desidera che su tutto l’olio rimasto non rimanga qedushàh, in tal modo anche se è rimasto non si hanno problemi per un eventuale utilizzo futuro. (OC 677:4).

[1] C’è da annotare che ci sono opinioni di una parte minoritaria di poseqim che sostengono che dipenda da epoca in epoca, e ai giorni nostri dipende da dove uno abita. [cfr. Pisqè Teshuvot 672:4]

lunedì 30 novembre 2009

3. La lettura dello Shem'à

Ecco l'indice del terzo capitolo del testo פניני הדת Peninè HaDat, relativo alla קריאת שמע Qeriat Shem'à ~ lettura dell0 Shem'à di cui abbiamo completato ora la traduzione con il capitolo di oggi:
  1. Mizwot ad obbligo permanente.
  2. Il טבע Tev'à ~ la Natura e la Toràh.
  3. La Lettura dello Shem'à
  4. Il Tempo della Lettura dello Shem'à
  5. Le Berakhot della Qeriat Shem'à
  6. Baruch Shem Kevod Malchutò Le'olam Va'ed
  7. La כונה Kavanàh ~ intenzione nella lettura
  8. Esattezza nella lettura dello Shem'à

Sono presenti le seguenti glosse di AB sugli argomenti trattati:

3.3 In riferimento al concetto di Yirat Shamajim; sempre sullo stesso argomento troviamo Segulot Yisrael - Yirat Shamajim. E' possibile trovare tutti gli articoli connessi cliccando sull'apposita etichetta.

3.4 Il Tempo della Lettura dello Shem'à

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à - glossa

3.8 Esattezza nella lettura dello Shem'à

La lettura dello Shem'à e delle relative Berakhot sarebbe opportuno, se possibile, recitarle seduti.
Chi legge faccia attenzione ai seguenti dettagli:
  1. Pronunciare correttamente le parole e sentire la propria voce durante la lettura.
  2. Non cambiare le lettere con il דגש Daghesh con quelle senza e viceversa. [N.d.T. il Daghesh è il puntino nella lettera, che produce un suono raddoppiato nella lettera e se presente uno "Sheva", quindi i due puntini uno sopra l'altro sotto questa lettera, nella maggior parte dei casi si legge come "E"]
  3. Separare la pronuncia di due parole, cui la seconda comincia con la l'ultima lettera con cui si conclude la precedente, come על לבבך 'Al Levvavekhàh, עשב בשדך 'Esev Besadekhà; ed è necessario anche separare le lettere gutturali, che vengano pronunciate correttamente e non assorbite dalla lettura, come ולמדתם אתם Velimmadtem Otam, וכתבתבם על Ukhtavtem 'al e simili.
  4. [N.d.T. Pronunciare gli Shevà al posto giusto, in particolare ad inizio di parola, per esempio di dice "Shem'à Yisrael" e non come molti errano "Shm'à".]

חנוכה Channukkàh - 4. Dove porre le nerot e come accenderle

  • E’ molto meglio mettere le nerot ad un טפח tefach (unità di misura corrispondente a circa 8 cm secondo Rav Nae e 9,6 secondo il Chazon Ish) dall’apertura, persino se la mette dentro casa, e non in modo che sia visibile dall’esterno. Se l’apertura ha una mezuzàh (nel caso di una porta per esempio) si metta dalla parte dello stipite opposto a questa, al fine di circondarsi di mizwot: la mezuzàh a destra dell’entrante e a sinistra la channukiah (o channukkàh che si voglia dire). Nel caso in cui l’apertura non abbia la mezuzàh (una finestra ad esempio) si metta a destra. Si stia attenti inoltre a non sistemare la channukiah in un posto dove c’è possibilità che si spenga a causa del vento o di simili, come lo spostamento d’aria provocato dall’apertura di una porta. La channukiah dev’essere posta in un luogo che è possibile vedere facilmente.
  • In altezza invece, deve essere posta oltre i 3 tefachim (circa 28,6 cm per il Chazon Ish), e a priori entro 10 tefachim (80 cm per Rav Nae e 96 per il Chazon Ish). A posteriori se si pone entro 20 ammot (9,6 m per Rav Nae) dalla superficie calpestabile dove ci si trova va bene (quindi anche se uno si trova al quindicesimo piano esce d’obbligo se la mette verso il dentro). Secondo la mistica, riportato dal BIC 5 è bene che sia posta a circa 7 tefachim (rispettivamente 56 e 67,2 cm) di altezza.
  • Le candele, secondo l’opinione di Maran e della maggior parte dei poseqim vengono disposte in questo modo: la prima sera si metta il ner alla destra. Le sere successive si aggiungano progressivamente verso sinistra. Per l’accensione invece si proceda dalla più a sinistra fino alla più a destra, per guadagnare sia l’avere fatto la parte fondamentale della berakhàh (l’accensione del primo ner della giornata) con il ner nuovo, sia il procedere sempre verso destra. (cfr. 676:2; MB e BH sul posto).
  • L’accensione dev’essere fatta nel posto in cui viene sistemata la channukiah. Quindi quando uno è costretto a letto per malattia, può creare uno shaliach, e secondo l’Halichot Olam (di Rav Ovadia Yossef, commento al BIC) quest’ultimo effettua le berakhot.
  • La cosa migliore per compiere la mizwàh è usare l’olio d’oliva come ner. Bisogna stare però attenti che questo non abbia mai preso una טומאה tumàh ~ impurità tale da non essere più possibile mangiarlo. Un esempio di questo è un cibo (in questo caso olio) posto sotto un dormiente, nel caso sia commestibile; nel caso fosse un olio troppo amaro comunque per essere mangiato il BIC facilita.
  • In ogni caso tutti gli olii e le candele vanno bene, escluse quelle destinate ad un uso per culto idolatra. Inoltre si stia attenti ad avere un’omogeneità di tipi tra le varie nerot della stessa serie (per singola serata).
  • Le candele è bene che siano allo stesso livello; è necessario invece, per molti versi, che siano sulla stessa fila, in modo da non sembrare un focolare. (cfr. Rav Pe'alim OC 4,30).
  • E’ bene avere un lume aggiunto, chiamato shammash, che dev’essere distinguibile dagli altri; solitamente per questo motivo lo si mette in posizione sopraelevata. Poiché non si può avere godimento dalle nerot channukkàh, persino come aiuto per un operazione semplice e breve come contare le monete, si pone lo shammash, che nel caso a posteriori, se viene utilizzata la sua luce si è utilizzata quella. In ogni caso, a priori non si può utilizzare neanche lo shammash. Tutto ciò vale solo nel periodo in cui si compie la mizwàh (BIC 13-14; OC 673)
  • Lo shammash secondo Maran (e quindi secondo l’uso sefaradita) è l’ultima candela ad essere accesa. Secondo il Ramà invece (uso ashkenazita) se viene utilizzato per accendere direttamente le candele, si accende prima, altrimenti si ricade nell’uso di Maran, poiché la prima candela accesa è quella per fare la mizwàh vera e propria, mentre le restanti sono per הידור hiddur.

domenica 29 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 3. Le berakhot

La prima sera si recitano tre berakhot:
  1. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, אשר קידשנו במצוותיו, וציוונו להדליק נר (של) חנוכה
    “…asher qiddeshanu bemizwotav, veziwanu lehadliq ner (shel) chanukkàh
  2. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שעשה נסים לאבותינו, בימים ההם בזמן הזה
    “…she’asàh nissim laavotenu, bayamim hahem bazeman hazeh”,
  3. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שהחיינו, וקיימנו, והגענו לזמן הזה
    § “…sheechejanu veqqiemanu vehigghianu lazeman hazèh”.

Mentre le sere successive si recitano solo le prime due.

[Nella prima Berakhàh ho scritto של “shel” tra parentesi apposta. Secondo molti poseqim (in particolare sefaraditi, tra cui ricordiamo Maran (676,1), il BIC 2 e HO) è da non dirsi (per i vari motivi, vedere nelle fonti segnalate e in TH3 6,7. Gli ashkenaziti usano dirlo (cfr Mishnàh beruràh ivi).]

  • C’è l’uso diffuso presso molte comunità sefaradite di recitare un leshem ichud prima delle berakhot. [Sull’importanza del Leshem Ichud cfr. Morè Be’ezbàh 1, sulla formula si veda nei siddurim sefaraditi.]
  • Le berakhot sono da recitarsi prima di cominciare ad accendere le nerot (tranne nel caso di chi le vede soltanto) [TH3 6:8]. Ci si ricordi di non interrompere neanche con segni tra la berakhàh e l’accensione [HO 14] pertanto si controlli bene che le nerot siano pronte prima di recitare le berakhot.
  • Se avesse dimenticato di benedire prima dell’accensione, se è accaduto la prima sera (anche se non ha ancora acceso lo shammash) non benedice “lehadliq” poiché ha già compiuto la mizwàh, ma solo le due restanti. Se invece è capitato in una sera successiva, e se ne è ricordato prima di avere terminato di accendere le nerot “aggiunte” può recitare tutte le berakhot di quella sera, e subito dopo completi l’accensione. Nel caso se ne sia ricordato solo entro mezz’ora dall’accensione, reciti solo “she’asàh nissim”. In ogni caso in cui se ne sia invece ricordato dopo oltre mezz’ora dall’accensione, non può dire nessuna berakhàh.
  • Se si è dimenticato di benedire “Sheechejianu” la prima sera, benedica la seconda. Anche l’avel ~ persona in lutto può dire in questo caso questa berakhàh, ma eviti di dirla al Beth Haknesseth. L’onen (stato in cui si trova una persona dalla morte di un parente stretto fino alla sua sepoltura) accenda senza berakhàh, e se può accendere per mezzo di un shaliach ~ n.l. intermediario è meglio (BIC 3 e MB).
  • Dopo aver acceso, si reciti הנרות הללו Hanerot Hallalu. Secondo il BIC (1) sarebbe bene recitare la versione da 36 parole (quante sono le candele che si accendono durante channukkàh). Si aggiunga inoltre “Mizmor Shir Channukkat Habayt Ledavid” [Tehillim 30].
  • E’ bene, (ma non obbligatorio) dire dopo hanerot hallalu, ogni sera per 7 volte il versetto vihi no’am (Tehillim 90,17) e il mizmor Yoshev Beseter (Tehillim 91). [BIC 23 a nome di Rabbenu Chajim Phalagi nel Moed Lechol Chai]
  • C’è l’uso di recitare la cantica “Ma’oz Tzur”.

venerdì 27 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 2. Quante Candele?

La ghemarà (Shabbat 21b) riporta che la mizwàh di channukkàh consiste nell’accendere un lume singolo per ogni singolo e ogni casa. Aggiunge poi che i מהדרין mehadderin (coloro che inseguono le mizwot) accendono un lume per ogni membro della famiglia ogni sera, e i מהדרין מן המהדרין mehadderin min hamehadderin (quelli ancora più “inseguitori” :-)) aggiungono un lume per ogni sera rispetto alla sera precedente[1].
A questo punto c’è una discussione su come bisogna intendere quest’ultima frase.

Tossafot spiegano che è necessario accendere una sola serie di נרות nerot ~ lumi, nonostante il gran numero di famigliari in casa. Questo è dovuto al possibile equivoco provocato dall’accendere il numero di candele corrispondente al numero di giorni di channukkàh per ognuno dei suoi famigliari, che potrebbe essere visto senza riconoscere il numero di giorni, pensando invece che il numero dei famigliari sia molto elevato. E così ha riportato Maran nello Shulchan Aruch (671,1) e così è il minhag sefaradita.
Il Ramàh, per il minhag ashkenazita, riporta invece un’opinione molto simile al Rambam (Hilkhot Channukkàh 4,2): per ogni famigliare si aggiunge una serie di candele. La mishnàh beruràh spiega che per ovviare al problema presentato dal Tossafot (della possibile confusione relativamente al numero dei giorni, per chi guarda dall’esterno) si metta ogni serie di nerot in un posto a sé, così da rendere riconoscibile il numero di giorni.

A questo punto passiamo alla parte più halakhica di ciò che consegue da questo discorso.
  • Dal punto di vista del דין din ~ regola stretto basterebbe un solo ner per ogni giorno. Attualmente tutto il popolo usa fare come i mehadderin min hamehadderin (vedi sopra), quindi è necessario che in ogni casa venga accesa una serie di nerot, il cui numero corrisponde a quello del giorno in cui ci si trova. Questa serie è una sola per i sefaraditi, mentre gli ashkenaziti usano accendere un numero di serie corrispondente al numero degli appartenenti al nucleo famigliare, ognuna in un posto differente della casa. In caso di necessità, dopo avere acceso la prima serie per mano del capo famiglia, c’è possibilità di facilitare e accendere un solo ner per ogni singolo giorno per ogni membro della famiglia. [TH3 1:4]
  • Anche una persona povera che deve mantenersi con la צדקה Tzedaqàh, deve accendere le nerot channukkàh, ma nel suo caso si va secondo la regola stretta, e gli basta accendere un ner solo per ogni singola sera. Si stia attenti che in ogni caso non si accendano un numero diverso di nerot rispetto al giorno in cui ci si trova. [TH3 1:3]


[1] Ho qui riportato direttamente l’opinione di Beth Hillel, che è anche quella ripresa in Halachàh. Per quanto sia un minhag, in base al Beur Halachàh (671,1) non si può comunque seguire l’opinione di Beth Shammaj, poiché non riportata da nessun posseq (decisore di halachàh).

giovedì 26 novembre 2009

חנוכה Channukkàh - 1. מאי חנוכה Mai Channukkàh

La storia di channukkàh è abbastanza conosciuta, nonostante spesso non lo sia in modo completo.
Vorrei soffermarmi in particolare su uno dei punti che ho visto meno conosciuti.

La ‘rivolta maccabiade’ è avvenuta in seguito ad un processo di ellenizzazione del popolo, alla quale i greci avevano operato basandosi su 3 decreti:

  1. il divieto di effettuare la Milàh,
  2. il divieto di osservare Shabbat Qodesh, e
  3. il divieto di osservare Rosh Chodesh.
Channukkàh rappresenta tutto ciò: dura 8 giorni per ricordare appunto la milàh; poiché dura 8 giorni incontra sempre almeno uno Shabbat Qodesh ed è l’unica festività che incontra sempre Rosh Chodesh.

Channukkàh è una festa abbastanza particolare. E' infatti l’unica festività che non ha un libro a sé dedicato appartenente al Tanach (come la meghillat Ester per Purim) o ad una massechet di ghemarà (sempre per Purim massechet Meghillàh, Pessach massechet Pessachim e simili). Su channukkàh abbiamo, come fonte principale nella ghemarà, poche pagine in Shabbat (21b-24b).

Inoltre la ghemarà stessa (Shabbat 21b) si chiede relativamente a channukkàh una domanda abbastanza caratteristica, che non si era posta su nessuna altra festività: מאי חנוכה “Mai Channukkàh” ~ cos’è channukkàh. Risponde quindi che il 25 di Kislev ci sono 8 giorni in cui non si fa הספד hesped (discorsi funebri per un morto) e non si può digiunare.

Perché tutto ciò? Continua la ghemarà dicendo che i greci, quando sono entrati nel Beth Hamikdash hanno reso impuri tutti gli olii presenti, e quando il regno dei chashmonaim ha preso il sopravvento battendo i greci, cercando hanno trovato una sola ampolla contente olio certificato dal Cohen Gadol, adatto per accendere la menoràh solo per un giorno. E’ avvenuto quindi un נס nes ~ miracolo per la quale il contenuto dell’ampolla è durato per otto giorni.

L’anno successivo i chakhamim hanno stabilito che quei otto giorni fossero considerati simili a yom tov, (non per divieto di fare melachot, ma) nei quali si recita l’Hallel completo e ‘Al Ha-Nissim nell’amidàh e nella Birkat Ha-Mazon. Questo è, più è meno, ciò che viene riportato nella ghemarà come risposta alla domanda “Mai Channukkàh”. In ricordo di questo miracolo durato 8 giorni, ogni sera noi accendiamo delle נרות nerot ~ lumi.

lunedì 23 novembre 2009

3.7 La כונה Kavanàh ~ intenzione nella lettura

Colui che legge la Qeriat Shem'à deve porre attenzione a questi elementi:
  • Pensare che durante la lettura si compie la מצות עשה mizwàt 'asèh della lettura, e non per leggerla semplicemente. [N.d.T. Poichè è conclusione dei Poseqim che le mizwot della Toràh necessitano di intenzione a compierle per uscire dall'obbligo.]
  • Nel versetto "Shem'à" dall'inizio alla fine si concentri su tre concetti base di אמונה Emunàh ~ Fede: (a) l'Esistenza di HQB"H, (b) che è il Nostro Signore e (c) che è Unico.
  • Si usa di allungare la lettura della lettera Dalet della parola אחד "Echad" ~ Unico/Uno fino a quando non pensa che HQB"H è Unico in Cielo, in Terra e nei quattro angoli cardinali.
  • Altro מנהג minhag ~ uso è quello di porre la mano destra sugli occhi durante la lettura del primo versetto di "Shem'à" [N.d.T. e durante la lettura di "Baruch, Shem..."] per non perdersi mentalmente e confondersi causa ciò che ci circonda, e concentrarsi completamente nelle Kavvanot di cui sopra.
  • E' necessario recitare almeno il versetto "Shem'à" ad alta voce [N.d.T. così da ottenere anche maggiore concentrazione, poichè l'alzare il volume della voce facilita la concentrazione su ciò che si dice]
  • E' vietato fare segni con gli occhi, indicazioni con le labbra, gesticolare con le mani e al di sopra di tutto d'interrompere la lettura per parlare.

giovedì 19 novembre 2009

Orari Shabbat 5770

Orari Shabbat Toledot
20/21 Novembre '09 – 4 Kislev 5770

Entrata Ven 20 Nov '09Uscita Sab 21 Nov '09

Milano

16.19

17.34

Roma

16.28

17.33

Firenze

16.28

17.32

Ancona

16.20

17.24

Bologna

16.26

17.30

Genova

16.36

17.39

Napoli

16.24

17.28

Pisa

16.32

17.36

Torino

16.39

17.43

Trieste

16.13

17.17

Venezia

16.19

17.23

Verona

16.24

17.29

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

שנים מקרא ואחד תרגום Shenajim Miqrà VeEchad Targum - 5. Lettura di parashiot particolari e altre note

Ci sono alcune settimane particolari sulla quale non è applicabile la mizwàh di Shenajim Miqrà VeEchad Targum.

Ci sono vari motivazioni per l'obbligo di questa lettura:

  • Per sapere ciò che si legge durante la settimana - Bet Yossef (285)
  • Come le due ricezioni della Toràh (9 di Av e Yom Ha-Kippurim) e la relativa spiegazione - Eliahu Rabbàh (285:2)
  • Come la duplice lettura seguita dal Targum presente nel passato - Ma'adanè Yom Tov

In base alla prima motivazione c'è chi sostiene che anche durante periodi in cui si ripete durante l'anno la parashàh è obbligatorio leggere, mentre c'è chi sostiene non lo sia, poichè questa motivazione non crea l'obbligo se non durante l'anno; pertanto poichè si è già letta o si leggerà nella sua settimana apposita non è necessaria una lettura doppia.

Di fatto abbiamo quindi diverse categorie che sono da analizzare:

    • Yom Tov. Lo Shulchan 'Aruch dice a nome del Terumat HaDeshen (Cheleq 1 Siman 23 e Cheleq 2 Siman 170) che non è necessario. E' opinione solo del Shelàh che ci sia l'uso di leggerla. Come Halakhàh si segue fondalmentalmente lo Shulchan 'Aruch.
  • Minchàh di Shabbat. Dice il Maran nel Bet Yossef e nello Shulchan 'Aruch (Fine OC 285) a nome del Mordekhi (Hilkhot Mezuzàh 968) che non si rilegge.
  • VeZot HaBerakhàh. La parashàh di VeZot HaBerakhàh si legge sempre a Simchat Toràh, quindi è necessario capire quando leggere la parashàh Shenajim Miqrà VeEchad Targum relativa. Ci sono due opinioni: (1) la notte di Simchat Toràh - opinione basata su un testo erroneamente attribuito all'Ari Zal (Baer Hetev (285:8), Eliahu Rabbàh (285:11)) oppure (2) il giorno di Hoshanà Rabbàh, e così è la conclusione di gran parte dei Poseqim (Maran HaChidàh ז"ל nel Birkè Yossef (285:4), Ben Ish Chai (Parashat VeZot HaBerakhàh), Mishnàh Beruràh (285:18)) . E la stessa cosa vale anche in Golàh dove abbiamo un giorno intermedio di Sheminì 'Azzeret.
  • Haftaràh. Nonostante ci sia chi sostiene che non vada letta (Bet Yossef a nome del Mordekhi (Hilkhot Mezuzàh 968)), l'uso più comune è quella di leggerla come sostiene il Ramà a nome del Terumat HaDeshen (Cheleq 2 Siman 101). Nel caso ci sia una distinzione tra la Haftaràh della settimana e quella che effettivamente si legge secondo il Kaf HaChajim Sofer (OC 132:6) è necessario leggere quella della settimana, mentre secondo la Mishnàh Beruràh (285:20) si legge quella che effettivamente si legge in pubblico.

Aggiungo una norma che complementa l'argomento di Shenajim Miqrà VeEchad Targum: c'è l'uso di andare al Miqwèh prima di Shabbat Qodesh. Secondo l'Ari Zal sarebbe opportuno andarci dopo Chatzot Ha-Yom (metà delle ore di luce)[ e nel caso ci siano motivi particolari è possibile anche dalla fine della quinta ora zemanit], poichè solo da quell'ora si percepisce l'aura dello Shabbat, ma nel caso si sia già completata la lettura di Shenajim Miqrà VeEchad Targum precedentemente è possibile anticipare.

lunedì 16 novembre 2009

3.6 Baruch Shem Kevod Malchutò Le'olam Va'ed

Abbiamo in mano la tradizione che il versetto "Shem'à Yisrael" è stata detta dai figli di Ya'aqov Avinu ע"ה che è chiamato anche con il nome di Israel, in quanto Ya'aqov Avinu li ha interrogati in merito alla loro אמונה Emunàh ~ Fede in HQB"H.
Nel momento in cui Ya'aqov Avinu ha sentito la loro risposta "HaShem E-loqenu HaShem Echad" ~ "il Signore è Nostro D-0, il Signore è Unico", ha risposto con la frase:


ברוך שם כבוד מלכותו לעולם ועד
"Baruch, Shem Kevod Malchutò, Le'olam Va'ed"
"Benedetto, sia il Nome della Gloria del Suo Regno, per l'Eternità e per Sempre"


Per questo motivo recitiamo anche noi questa frase, ma lo diciamo sottovoce poichè non è scritto esplicitamente nella Toràh, nella parashàh dello Shem'à.

[N.d.T. è necessario recitare questa frase sottovoce, ma a priori si deve comunque sentire la propria voce.]

giovedì 12 novembre 2009

Orari Shabbat 5770

Orari Shabbat Chayè Saràh
13/14 Novembre '09 – 27 Cheshvan 5770

Entrata Ven 13 Nov '09Uscita Sab 14 Nov '09

Milano

16.26

17.40

Roma

16.34

17.38

Firenze

16.35

17.39

Ancona

16.26

17.30

Bologna

16.33

17.37

Genova

16.42

17.46

Napoli

16.30

17.34

Pisa

16.38

17.42

Torino

16.46

17.50

Trieste

16.20

17.24

Venezia

16.26

17.30

Verona

16.32

17.35

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

Chodesh Kislev 5770

Rosh Chodesh dura 2 giorni: nel 5770 cade il 30 Mar Cheshvan (Mar 17 nov) e il 1 Kislev (Mer 18 nov).

Non si recitano Tachanunim e si recita l'Hallel non completo, seguito da Sefer Toràh e da Mussaf; inoltre si aggiunge il brano di "Ya'alè Veyavò" nella 'amidàh e nella birkat Ha-Mazon.

Il Molad: cade mar 30 Mar Cheshvan (17 nov) alle 12.15 e 9 chalaqim

Pertanto la Birkat Ha-Levanàh:

  • Per gli ashkenaziti che attendono 3 giorni inizia: a Motzaè Shabbat Toledot
  • Per i sefaraditi e gli ashkenaziti che attendono 7 giorni inizia: la sera dell'8 Kislev (tra mar 24 e mer 25 nov)
  • E termina: la notte del 14 Kislev (tra mar 1 e mer 2 dic)

Per i sefaraditi a priori non si attende fino all'uscita di Shabbat Qodesh Vayetzè poichè è oltre il 10 del mese. Nella prima notte in cui si vede la luna dalla data indicata si reciti, anche senza minjian, per evitare il rischio di perdere la berakhàh (O.C. 426).

Date da ricordare (e dettagli in brevissima):

Channukkàh (25 Kislev -2 di Tevet / sera di ven 11 dic - 19 dic)
Ogni sera si accende la channukkàh o chanukiàh, per otto giorni; questa deve rimanere accesa per almeno mezz'ora dall'uscita delle stelle.

Ogni giorno non si legge tachanun, si legge l'Hallel completo con berakhàh e si legge il Sefer Toràh. Nella 'amidàh e nella Birkat Ha-Mazon si aggiunge il brano di "'Al Ha-Nissim"

Particolarità: abbiamo due giorni di Rosh Chodesh in mezzo a channukkàh (30 di Kislev e 1 di Tevet / gio 17 - ven 18 dic) nei quali si aggiunge nella Teffillàh anche la teffillàh di "Ya'alè Veyavò" nella 'amidàh e nella birkat Ha-Mazon e Mussaf di Rosh Chodesh.

Particolarità (2): quest'anno abbiamo due giorni di Channukkàh nei quali l'accensione deve avvenire ven prima di Shabbat Qodesh, non prima dell'ora di Pelag Ha-Minchàh, e i lumi devono essere tali da rimanere accesi fino a mezz'ora dopo l'uscita delle stelle.

mercoledì 11 novembre 2009

Segulot Yisrael - Yirat Shamajim (1)

In seguito ad alcuni articoli pubblicati in precedenza sull'Yirat Shamajim (trovabile attraverso l'etichetta sottostante - Yirat HaShem) ~ Timore di HQB"H, si è pensato che fosse opportuno riportare una Segullàh su come ottenere una maggiore Yirat Shamajim.

In Massechet Shabbat (156b) troviamo che la madre di Rav Nachman Bar Yizchaq, uno degli Amoraim, desiderava che suo figlio avesse un'Yirat Shamajim elevata, ed è quindi stata attenta che avesse sempre la testa coperta.

Non è lo scopo dell'articolo trattare l'obbligatorietà o meno del copricapo, che esula dall'argomento, ma solo di prendere e trattare dal lato della Segullàh e delle norme ad essa legate. [Sull'argomento dell'obbligatorietà rimando al Shut Yechavèh Da'at (volume 4 Siman 1), nella quale è possibile trovare discorsi principali sull'argomento; c'è inoltre da sapere che oggi sono presenti diversi fattori, alcuni dei quali ivi sottolineati per la quale i poseqim "facilitanti" del passato probabilmente lo sarebbero meno. Si veda inoltre il Shut Otzrot Yossef (in appendice al testo Halakhàh Beruràh, vol 1 siman 4-5) con riferimento allo Shulchan 'Aruch (O.C. 2:6)]
Nonostante non voglia entrare nell'argomento di cui sopra, sottolineo solo due questioni che mi sembra non siano chiare a molti, cioè che anche i poseqim che sostengono che non sia necessario un copricapo tutto il tempo, non discutono su alcuni punti:
  1. Che sia necessario un copricapo quando: (1) si recita la Qeriat Shem'à e la Tefillàh, (2) si recitano le berakhot, anche prima di mangiare [cosa necessaria, e non opzionale]; (3) in particolare la Birkat Ha-Mazon, essendo in molti casi una berakhàh dalla Toràh; più in generale (4) ogni volta che si pronuncia uno dei nomi di HQB"H (cfr. Halakhàh Beruràh (vol 1, 2:11-19).
  2. Che sia molto consigliabile tenere un copricapo comunque, poichè ha ottima influenza per (1) non avere problemi nei casi precedenti, poichè spesso chi non ha copricapo in modo fisso si trova ad aver problemi quando deve mangiare qualcosa che non ha previsto, e spesso si vergogna a tirare fuori un copricapo saltuariamente; (2) poter salire di livello dal punto di vista di Yirat Shamajim.

Con questo termino il breve riferimento alla parte che esula dalla nostra trattazione.

Ho utilizzato finora il termine copricapo, poichè spesso viene confuso con il copricapo più diffuso, la כיפה kippàh, tradotta in italiano come "papalina". In realtà non c'è un "obbligo particolare" per la kippàh, ma semplicemente è il copricapo più diffuso; quindi, in particolare per strada, non c'è necessità di andare con la kippàh, ma sarebbe opportuno andare almeno con un capello, beretto, caschetto, capello di paglia (S.A. Orach Chajim 91:4) o altro che sia.

Dal punto di vista di Halakhàh, sarebbe opportuno che il copricapo copra almeno la maggior parte della testa, e che sia visibile da tutte le direzioni (cfr. Yechavèh Da'at 4:1).

lunedì 9 novembre 2009

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à

Come la lettura dello Shem'à, anche le relative Berakhot del mattino devono essere recitate entro un determinato tempo.
Il tempo delle Berakhot dello Shem'à del mattino è entro il termine della quarta ora (zemanit) di luce.
Nonostante ci sia una discussione sul da dove cominciare a contare queste ore, essendo nel caso delle Berakhot solo un dubbio in questione deRabbanan c'è su cosa appoggiarsi nel caso si voglia da facilitare e farle partire dal נץ החמה Netz Ha-Chamàh ~ Sorgere del sole e non dall' עלות השחר 'Alot Ha-Shachar ~ alba.

Oltre questo tempo non è permesso recitare le berakhot (S.A. O.C. 58:6), ma in ogni caso è opportuno leggere lo Shem'à a sè poichè ci sono molti concetti di Emunàh che riceve su sè stesso attraverso la lettura. (cfr. Mishnàh Beruràh in loco 58:27).

3.5 Le Berakhot della Qeriat Shem'à

La lettura dello Shem'à è circondata da una serie di Berakhot: due berakhot che lo precedono sia la mattina che la sera, e la seguono una berakhàh la mattina e due la sera.
  1. La prima è chiamata ברכת המאורות Birkat Ha-Meorot ~ Benedizione sugli Astri ed è una berakhàh sul טבע Tev'àh ~ Natura, il cui contenuto è una lode ad HQB"H sul miracolo del passaggio tra la luce al buio e viceversa, che ha fissato come legge naturale dell'Universo.
  2. La seconda è chiamata ברכת התורה Birkat Ha-Toràh, il cui contenuto è di ringraziamento ad HQB"H sulla Toràh che ci ha dato.
  3. La terza, che succede la lettura dello Shem'à è chiamata ברכת הגאולה Birkat Ha-Gheullàh ~ Benedizione sulla Redenzione/Liberazione, il cui contenuto è il seguito della narrazione dell'uscita dall'Egitto, trattata al termine della parashàh di Vayomer (N.d.T. terzo brano dello Shem'à, cfr. 3.3)
  4. La quarta, è recitata solo dopo la lettura dello Shem'à di 'Arvit ed è chiamata ברכת השמירה Birkat Ha-Shmiràh ~ Benedizione sulla Protezione, il cui contenuto tratta una richiesta per protezione da possibili cause di paure notturne e da altri possibili pericoli nel corso della giornata.

giovedì 5 novembre 2009

Orari Shabbat Vayerà 5770

Orari Shabbat Vayerà
6/7 Novembre '09 – 20 Cheshvan 5770

Entrata Ven 6 Nov '09Uscita Sab 7 Nov '09

Milano

16.34

17.48

Roma

16.42

17.46

Firenze

16.43

17.47

Ancona

16.34

17.38

Bologna

16.41

17.45

Genova

16.51

17.54

Napoli

16.37

17.41

Pisa

16.47

17.50

Torino

16.54

17.58

Trieste

16.29

17.32

Venezia

16.35

17.39

Verona

16.40

17.44

Orari tratti dal Lunario ebraico 5770

Shabbat Shalom

שנים מקרא ואחד תרגום Shenajim Miqrà VeEchad Targum - 4. Chi ha l'obbligo

Il Rambam ז"ל dice nelle Hilkhot Tefillàh (Capitolo 13 Halakhàh 25):

Nonostante si sia ascoltata la lettura di tutta la Toràh ogni singolo Shabbat con il pubblico ogni uomo è obbligato a leggere la Parashàh della stessa settimana Shenajim Miqrà VeEchad Targum.

Questo in generale; ora vedremo alcune norme legate a determinate categorie di persone:

  • Insegnanti. Chi insegna ogni settimana la parashàh agli allievi, ogni lettura che effettua è considerata scontata dalla lettura che deve leggere. Nel caso sia anche spiegata si può scontare anche quella.
  • Donne. Le donne non sono obbligate a leggere Shenajim Miqrà VeEchad Targum (Mishnèh Halakhot 6:60 riportato da Rav 'Ovadiàh Yossef Shalità nell'Halikhot 'Olam (vol. 3 Lech Lechàh 4 - pagina 54) & dal Pisqè Teshuvot (OC 285:1).
  • Avel ל"ע. Una persona in lutto può studiare la parashàh Shenajim Miqrà VeEchad Targum (Bighdè Yeshà).
  • Malato. Un malato o una persona che ha problemi alla vista è esente dalla mizwàh. Così scrive anche il Machaziq Berakhàh (285:4) a nome del Radbaz ז"ל (Fiorda Siman 425).
  • Cieco. Un cieco è esente da Shenajim Miqrà VeEchad Targum. Così scrive anche il Machaziq Berakhàh (285:4) a nome del Radbaz ז"ל (Edizione Fiorda Siman 425).