martedì 1 settembre 2009

Regole sulla Teshuvàh

Introduzione
Prima di ogni festività è necessario prepararsi ad essa.
Per eccellenza il periodo della teshuvàh è quello del mese di Elul e dei עשרת ימי תשובה 'asseret Yemè Teshuvàh ~ 10 giorni penitenziali. Il culmine è il giorno di Yom Hakippurim, che non è soltanto una festa, ma uno dei due giorni migliori concessi da HQB”H IS”L al popolo ebraico durante l’anno [cfr. Ta’anit 26b], quindi è necessaria una preparazione maggiore.
Il punto principale della preparazione è che Yom Hakippurim per effettuare kapparàh necessita teshuvàh, e anch’essa ha le sue regole.
Come si fa a fare Teshuvàh?[2]
Esattamente come per il mangiare, il pregare, il vestirsi ecc. così anche la Teshuvàh ha le sue regole.
I punti principali per fare Teshuvàh sono l’individuazione del peccato, la decisione d’abbandonarlo e il confessarlo nel ודוי Viddui ~ n.l. confessione dei peccati, facendo conseguire alle decisioni anche l’azione.
Bisogna sapere inoltre che ciò non vale solo per i peccati fatti fisicamente, ma anche le trasgressioni commesse con la parola o con il pensiero, che sono spesso più difficili da identificare poichè ritenute cose da nulla. Tutto ciò vale per le trasgressioni tra uomo e HQB”H IS”L. Per peccati dipendenti da interrelazioni umane le regole sono differenti. Yom Hakippurim non espia le colpe verso il prossimo nel caso in cui questo non abbia perdonato la questione. Di conseguenza è necessario andare dalle singole persone verso i quali si è commesso qualcosa, spiegandogli la colpa (almeno nelle linee generali, meglio se nel dettaglio), cercando di riparare alla colpa commessa (per esempio nel caso del furto, cercando di restituirgli il maltolto o il corrispondente) e chiedendogli di perdonare il peccato commesso nei suoi confronti definitivamente.
Bisogna stare attenti che la richiesta di scusa non sia מילי בעלמא milè be’alma ~ semplicemente parole, ma bisogna effettivamente dal profondo pensare a cancellare i peccati nei suoi confronti.
Elenco qui alcuni tipi di peccati molto comuni, (e altrettanto gravi) distinguendoli per categorie:
- בן אדם למקום Ben adam laMaqom ~ tra uomo e HQB”H IS”L: giurare (anche il vero) se non davanti ad un בית דין Beth Din ~ tribunale rabbinico, pronunciare il nome di HQB”H IS”L anche in italiano o in altre lingue.
- בין אדם לחברו Ben adam lechaverò ~ tra uomo e il suo compagno: alzare semplicemente la mano su di lui[3], dire parolacce nei confronti del prossimo, maledirlo.
Ho scelto di ricordare questi in particolare perché sono peccati talmente gravi che i fautori sono passibili diנדוי niddui ~ scomunica. H’ Itbarach yerachem ‘alenu. E l’התרת נדרים hattaràt nedarim ~ scioglimento delle promesse se fatta davanti a dieci persone serve anche a sciogliere eventuali niddui fatti in cielo. Vi ricordo che nel chiedere scusa bisognarebbe anche pensare di abbandonare tale peccato completamente. Se poi successivamente si ricade involontariamente dopo avere fatto teshuvàh completa è un conto ex-novo, ma non si può a priori chiedere scusa con l’intenzione di rifare subito dopo Yom Hakippurim, poiché una persona che commette una trasgressione con l’intenzione di avere la Teshuvàh che glielo rimuove, non gli si dà (lo ‘alenu) la possibilità di farlo. H’ Itbarach yerachem ‘alenu ve’al kol ‘ammo Israel.
Abbandonare il peccato! Difficile? Non così tanto…
C’è da sottolineare però che l’abbandonare un peccato è complicato, specie se si è soliti effettuarlo. Per questo è possibile cercare di procedere a gradi. Questo non esclude il fatto che sia necessario avere l’intenzione di abbandonarlo, ma solo il fatto che non sia necessario abbandonarlo d’un colpo.
Ad esempio, una persona che è solita arrabbiarsi cominci con il dire גם זו לטובה gam zo letovàh ~ anche questo è un bene su ogni cosa, e pian piano la rabbia comincerà a calare; una persona che non va spesso a pregare al bet hakenesset, cominci ad andare una volta più del solito; chi non studia fissi solo 5 minuti al giorno di studio; chi è solito dire parolacce provi ad utilizzare un’esclamazione meno volgare come “caspita”, “incredibile” o simili, si cominci a dire la birkat asher yatzar (berakhàh da recitare dopo essere andati ai servizi per espletare una necessità corporale, piccola o grande che sia) subito dopo essere usciti dal bagno, cose piccole relativamente che fanno la differenza. L’importante è accettare su di sé qualcosa che sia possibile rispettare per tutto il tempo senza difficoltà e senza pesare troppo; in base a ciò spiegano i chakhamim che viene visto un atteggiamento di buona volontà, che è il principio di ciò che HQB”H IS”L vuole.

Fonti principali sugli argomenti qui trattati: Torat Hamo’adim “Yamim Noraim” = TH1; (Shulchan Aruch volume) Orach Chajim = O.C., (volume) Yorè De’a = YD; Mishnàh Beruràh = MB; Ben Ish Chai [Vayelech] = BIC.
[2] Basato principalmente sulle Hilchot Teshuvàh del Rambam.
[3] Al fine di picchiarlo – esclusi da questo divieto sono i genitori sui figli, i maestri sugli allievi, e gli inviati del beth din durante l’esecuzione di una pena, e anche queste categorie sono esenti solo nel caso di lo facciano affinchè il “punito” impari(, anche solo) come comportarsi e per raddrizzare la sua via.

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