E’ necessario sapere che tutti gli arba’at haminim sono necessari tutti per compiere la mizwàh, altrimenti non si esce d’obbligo dalla mizwàh. A priori le prime tre specie (lulav, ‘aravot e hadassim) dovrebbero essere legati l’un l’altro, e l’etrog unito a loro, ma בדיעבד bedi’avad ~ a posteriori anche se avesse sollevato singolarmente ogni pezzo avrebbe comunque compiuto la mizwàh [TH2 17:4].
Ci sono varie opinioni per come procedere con il lulav prima della berakhàh per non rischiare di recitare la berakhàh solo in una condizione di bedi’avad (cfr. 2. Berakhàh, il primo paragrafo).
La più semplice e soprattutto per molti versi meno rischiosa è la seguente [TH2 17:5]: prima della berakhàh, si prenda con la mano destra il lulav unito con le ‘aravot e gli hadassim e non prenda ancora l’etrog; benedica e subito prenda l’etrog, tenendo in basso l’okketz e il pittam in alto.
Gli ‘arba’at haminim vanno tenuti esattamente come crescono, perciò è necessario quest’ultimo accorgimento per il lulav.
Domanda comune è il perchè si prenda il lulav con la destra: la risposta è dipendente dall’importanza che si fornisce alla mano destra, sia a livello di פשט peshat ~ letterale poichè considerata mano più forte, sia a livello più profondo[1] poichè rappresenta il חסד chessed ~ bontà; pertanto le si dà la parte “maggiore” numericamente della mizwàh, quella del lulav, che con le specie cui è accompagnata rappresenta 3 specie su 4. Per questi motivi i sefaraditi usano che anche un mancino prenda il lulav con la destra e l’etrog con la sinistra, mentre i nostri fratelli ashkenaziti (mancini), che seguono maggiormente l’aspetto dello peshat, lo prendono con la propria mano più forte, la sinistra. In ogni caso bedi’avad esce comunque dall’obbligo [TH2 17:5].
Prima della berakhàh è bene anche preparare le proprie mani per compiere la mizwàh. Con ciò intendo che se qualcuno avesse dei guanti deve toglierli prima di prendere gli ‘arba’at haminim, poichè c’è chi dice che altrimenti non esce dall’obbligo della mizwàh. Allo stesso modo c’è chi dice che la stessa cosa valga per un anello; per quanto ci sia da facilitare è bene uscire d’obbligo secondo tutte le opinioni [TH2 17:8], poiché c’è chi sostiene [BIC 13], che sarebbe necessario tornare a rifare la nettillat lulav, avendo tolto l’anello.
[1] Questa quesitone la cito solamente, ma per essere spiegata meglio meriterebbe una trattazione molto più lunga.
Prima della berakhàh è bene anche preparare le proprie mani per compiere la mizwàh. Con ciò intendo che se qualcuno avesse dei guanti deve toglierli prima di prendere gli ‘arba’at haminim, poichè c’è chi dice che altrimenti non esce dall’obbligo della mizwàh. Allo stesso modo c’è chi dice che la stessa cosa valga per un anello; per quanto ci sia da facilitare è bene uscire d’obbligo secondo tutte le opinioni [TH2 17:8], poiché c’è chi sostiene [BIC 13], che sarebbe necessario tornare a rifare la nettillat lulav, avendo tolto l’anello.
- Lo scuotere il lulav: nonostante in base alla regola in sè basti sollevare gli ‘arba’at haminim, in ogni caso è necessario effettuare anche il נינוע ninu’à ~ n.l. scuotimento del lulav. Il ninu’à dev’essere effettuato verso i quattro punti cardinali, sopra e sotto, ripetendo il singolo gesto di portare avanti e indietro per tre volte consecutive. Non bisogna effettuare il ninu’à scuotendo con forza (rischiando oltretutto di fare perdere pezzi a componenti più delicate come l’hadas e la ‘aravàh, rendendole pessulot), bensì in modo modesto e calma. Gli usi a questo punto sono diversi, e ognuno usi secondo il proprio. Solitamente i sefaraditi seguono l’opinione di Rabbenu HaAri HaQadosh Z”L, cioè in quest’ordine – sud, nord, ovest, sopra, sotto, est. In ogni caso comunque esce d’obbligo. Cosa che invece vale per tutti e quella di stare attenti a quando si scuote verso il basso di non rivolgere la punta del lulav verso il basso, ma lo tiene sempre nello stesso modo, spingendo solamente le mani verso il basso per tre volte consecutive. [TH2 17:9]
Chag Sameach a Voi e alle Vostre famiglie
[1] Questa quesitone la cito solamente, ma per essere spiegata meglio meriterebbe una trattazione molto più lunga.
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