Non si benedice la ברכת המצות Birkat Ha-Mizwot benedizione dei precetti se non che sui precetti in cui è evidenziabile un’azione che si compie, ad esempio: mettere i teffillin, mangiare la matzàh, prendere il lulav.
Quindi si benedice solo sulle “Mizwot ‘Asèh” (cfr. capitolo 1), ma non sulle “Mizwot Lo Ta’asèh”. Ad esempio: non mangiare חמץ Chametz a Pessach, non mangiare Taref, non parlare “Lashon Har’à” [N.d.R. letteralmente lingua cattiva, che include ogni cosa che è dispregio del prossimo anche se vera; nel caso sia falsa si chiama motzì shem r’à] anche se sono capitate di fronte a lui uno di questi divieti e non li ha trasgrediti non necessita berakhàh.
Le birkot Ha-Mizwot vengono a testimoniare sul’integrità dell’applicazione della mizwàh, quindi a testimoniare che colui che la compie ha l’intenzione di compierla come קיום מצוה Qium Mizwàh ~ applicazione della Mizwàh, per questo è stata fissata una berakhàh soltanto nelle “Mizvot ‘Ase” la cui completezza dipende dalla כונה kavanàh ~ pensiero interiore di colui che le applica, mentre per le mizwot che non necessitano effettivamente applicazione la loro integrità è verificabile anche senza il pensiero di colui che la apllica; per questo motivo anche mizwot legate al campo esteriore come sono la maggior parte delle mizwot che hanno come cardine il dare e ricevere, non necessitano di berakhàh. Ad esempio: כיבוד אב ואם “Kibbud Av vaEm” ~ Onorare il proprio Padre e la propria Madre, dare la צדקה Tzedaqàh ai poveri, השבת אבידהHashavat Avedàh ~ restituizione di un oggetto perso e simili.
Le birkot ha-Mizwot vengono dette vicino alle loro azione prima di compierli e vengono definite nel Talmud (Pessachim 7b)עובר לעשיתן “ ‘Over le’asiatan” ~ passa a compierli,
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