- In cosa consiste: è necessario leggere la meghillàh in due momenti, la sera e il giorno.
- Chi? Tutti sono obbligati a sentire la lettura della Meghillàh: uomini & donne. Queste ultime escono d’obbligo solo sentendo la lettura da un uomo. Inoltre non si esce d’obbligo dalla lettura di un pazzo o di un bambino (sotto i 13 anni). (BIC 1-2)
- Bambini: sarebbe bene abituare i bambini a sentire la lettura della meghillàh [OC 689:1], a condizione che questi stiano già arrivati all’età del חנוך chinnukh ~ educazione (da circa 5-7 anni a seconda della capacità di comprendere del bambino) [CHS 689:6, MB :3] e che non siano bambini che disturbano gli altri [CHS :27, Maghen Avraham :11, MB :17] in particolare se il loro unico scopo è rumoreggiare ogni volta che si sente il nome “Hamman” provocando il distogliere dell’attenzione da parte degli altri. [MB :18], bensì lo scopo dev’essere quello di abituarli a compiere la mizwàh di פרסומי ניסא pirsumè nissà ~ diffondere il miracolo [MB :6, CHS ;27]
- Quando: La lettura della Meghillàh deve avvenire in due momenti, la sera ed il giorno. In ambedue i periodi è meglio leggerla il prima possibile.
- La notte: לכתחילה lekhatechillàh ~ a priori dall’uscita delle stelle fino all’alba . [CHS 687:4;7]
- Il giorno: lekhatechillàh dopo il sorgere del sole fino al tramonto, בדיעבדbedi’avad ~ a posteriori se si è letta prima dall’alba si esce d’obbligo. [OC 687:1]
- Se non si è letta entro il tramonto, la si legga senza recitare le ברכות berakhot ~ benedizioni relative, se invece comincia a leggerla prima del tramonto può recitarle. [TH4 5.2]
Dettagli sulla mizwàh della Miqrà Meghillàh
- E’ necessario sentire integralmente tutta la meghillàh, parola per parola [BIC 6]. Per questo motivo molti poseqim [MB 689:19, CHS :27] riportano che sarebbe bene che ognuno possedesse una meghillàh כשרה kesheràh propria; sempre per questo motivo è assolutamente vietato parlare durante la lettura [OC 692:2]
- La meghillàh lekhatechillàh dev’essere letta completamente da una meghillàh kesheràh, parola per parola dal testo. [OC 690:3] In particolare si stia attenti alla lettura dei 10 figli di Hamman, che spesso nella fretta di leggerli in un solo fiato si rischia di leggere a memoria le parole ואת“veet”, provocando così che si esca d’obbligo solo bedi’avad poiché considerata come letta a memoria. Infatti bedi’avad può essere letta fino a metà meghillàh a memoria [OC 690:3 cfr ivi per maggiori dettagli].
- Chi non possiede una meghillàh kesheràh è necessario che stia in silenzio, solo a sentire; non dia quindi “aiuto” al chazan durante la lettura, affinché non perda un pezzo. [OC 690:4] Il Ramà aggiunge che per questo motivo il chazan rilegge i versetti che vengono letti ad alta voce dal pubblico, in modo tale che escano tutti lekhatechillàh dalla sua lettura.
- Nel caso si sia persa qualche parola è possibile recuperarla immediatamente raggiungendo il chazan leggendo le parole perse, anche da un חומש chumash. (BIC 6 e vedi MB 690 su OC :3)
- E’ necessario che il chazan abbia intenzione di fare uscire dall’obbligo il pubblico, e che il pubblico pensi di uscire d’obbligo. [OC 690:14] Infatti per ogni berakhàh / mizwàh in cui vale il principio di far uscire altri d’obbligo, prelude che chi fa la berakhàh / mizwàh abbia l’intenzione di farli uscire dall’obbligo, e che loro l’intenzione di uscirne, stando attenti in particolare all’esecuzione della berakhàh ed evitando di parlare o fare altre interruzioni fino alla conclusione delle berakhot alla fine della meghillàh.
- Le parole devono essere necessariamente sempre lette nell’ordine. [OC 690:6]
- Colui che “sonnecchia”: se è lettore esce d’obbligo bedi’avad, se invece ascolta semplicemente la deve risentire (senza benedire). E’ necessario stare attenti ad essere ben svegli durante la lettura. [OC 690:12; BIC 3]
- Si recitano tre benedizioni: על מקרא מגילה “’Al Miqrà Meghillàh”, שעשה נסים “She’asàh Nissim” e שהחיינו “Sheechejianu” [OC 692:1]. Il חזןchazan ~ ufficiante, le recita sicuramente in piedi. Il dover stare in piedi del pubblico è determinato dall’uso locale (BIC 4 e HO ivi). In ogni caso solo il chazan lekhatechillàh deve stare in piedi durante la lettura stando attento che la meghillàh, già aperta, non strisci per terra (BIC 4). Chi vuole uscire dall’obbligo della lettura seguendo quella del chazan lechatechillàh non risponda “baruch hu uvaruch shemò”, ma dica semplicemente “Amen” alla fine di ogni berakhàh.
- E’ noto l’uso di battere i piedi (solo quelli) ogni volta che viene ricordato il nome di Hamman Harash'à ~ il malvagio. E’ doveroso limitare questa “attività” ad un tempo minimo, tale da non far perdere, per se stessi e per gli altri, la possibilità di sentire la meghillàh come si deve. Segnalo pertanto una variazione dell’uso secondo ciò che indica il BIC (10), battendo i piedi la prima e l’ultima volta in cui compare il nome di Hamman harash'à.
- E’ bene che stiano vicino al chazan due persone, rispettivamente alla sua destra e sinistra (BIC 12).
- Quando si legge la parola ויקר “Vyqar” (Ester 9,16) si tocchino i teffillin (di giorno).
- Non si possono recitare le berakhot (né iniziali né finali) quando ci si occupa di altro, in particolare il “ri - arrotolare” la meghillàh, ma termini prima di riarrotolarla e poi benedica
- E’ vietato mangiare prima della lettura, a partire da mezz’ora prima del tempo in cui è possibile leggere la meghillàh, sia la sera che la mattina. Il divieto è valido anche per le donne. In particolare il Torat HaMo'adim (vol 4) sostiene che il divieto di mangiare consiste solo nel mangiare più di una betzàh (circa 54 gr – cfr. nota successiva sulla misura della betzàh) di pane o di פת הבא בכיסנין pat habàh bekisanin . Una quantità minore, o altri cibi e bevande secondo la sua opinione sono permessi. In ogni caso è bene essere rigorosi e non mangiare nulla. [TH4 5:22] SI STIA PERO' ATTENTI A NON PASSARE LA GIORNATA A DIGIUNO - cosa vietata.
- E’ vietato andare a dormire prima della lettura, esattamente come è vietato mangiare. [TH4 5:22]
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