lunedì 6 luglio 2009

Il Digiuno del 17 di Tammuz - Introduzione

In massechet ראש השנה Rosh Hashanàh (18b) da un versetto in Zechariàh (5,19) i חכמים chakhamim ~ saggi imparano quali sono le date di alcuni digiuni pubblici; seguendo l’ordine nel versetto: il 17 di Tammuz, il 9 di Av, il 3 di Tishrè (Tzom Ghedaliàh) e il 10 di Tevet. Questi sono digiuni pubblici per tutto il popolo ebraico a causa delle disgrazie accadute in quei giorni. Tra poco avremo il 17 di Tammuz - ma perché digiuniamo?

מעשים Ma’asim del 17 di Tammuz
La mishnàh in massechet תענית Ta’anit (26) dice che cinque מעשים ma’asim ~ eventi sono accaduti ai nostri padri durante il 17 di Tammuz ed inizia ad enumerarli:
(1) sono state rotte le לוחות luchot ha-Berit ~ le cosiddette tavole della legge, (la cui traduzione più letterale è tavole del Patto)
(2) è stato interrotto il sacrificio del Qorban Hatamid, sacrificio quotidiano portato nel Bet Ha-Miqdash
(3) è stata cinta d’assedio la città (di Yerushalaim תובב"א),
(4) Apostomos Harash’à ha arso un sefer Toràh, ed
(5) è stato inserito un idolo nell’Hechal, zona tra le più qedoshot del Bet Ha-Miqdash תובב"א.

Ogni singolo tra questi eventi meriterebbe un approfondimento a sé, che sarebbe lungo affrontare in questa sede[4].
Ciò su cui mi vorrei soffermare è una breve domanda sulla mishnàh. In questa non si parla di cause del digiuno, ma tratta di ma’asim. Perché? Qual è la differenza? Proviamo a capirlo attraverso il ragionamento sul primo: la distruzione delle luchot.
Su questo argomento ho sentito una volta una tesi, che consisteva nel voler dimostrare che il חטא chet ~ peccato (involontario) commesso da Moshèh Rabbenu ע"ה fosse proprio questo, la rottura delle luchot habberit. Questa tesi, come molte altre che si sentono effettuate senza approfondimento su testi di תורה שבעל פה Toràh Sheba’al Peh studiati in base ai strumenti e indicazioni di studio fornite dai chakhamim ז"ל[5], non solo è errata, ma lo è in modo eccezionale. Troviamo, infatti, esplicitamente in massechet Shabbat 87a che 3 questioni Moshèh Rabbenu ע"ה ha agito in base al proprio דעת da’at[6], alla propria iniziativa e logica, basandosi su deduzioni dalle regole della Toràh Ha-Qedoshàh, e HQB”H IS”L è stato d’accordo con Moshèh Rabbenu ע"ה.
Una di queste è appunto l’aver distrutto le luchot, pertanto non può essere considerata una colpa, anzi nella ghemarà stessa viene considerata un alto merito (HQB”H IS”L dice a Moshèh Rabbenu ע"ה ‘יישר כחך’ ‘Yeshar Kochakhà’[7] per ‘complimentarsi’ dell’azione effettuata).

A questo punto il punto di partenza risulta essere ancora meno chiaro di prima. Perché tra i ma’asim avvenuti nel giorno di digiuno del 17 di Tammuz, chiaramente legati alle cause del digiuno, ne troviamo uno che non è assolutamente un peccato, anzi è un merito?

In massechet Tamid 32 a si raccontano le diverse domande poste da Alessandro il Macedone ai זקני הנגב Ziqnè Haneghev ~ i saggi[8] del Neghev. Tra queste troviamo "chi è il חכם chakham ~ saggio?", e gli viene risposto " הרואה את הנולד Haroèh et Hanolad ~ n.l. colui che vede ciò che (sta per) nasce(re)". Ciò che intendono i chakhamim è evidente che non è riferito all’ostetrico, ma a chi vede le conseguenze di ciò che viene fatto, delle proprie azioni in particolare. Questa è anche la chiave di lettura della mishnàh di Ta’anit, ma al contrario.
Dobbiamo riflettere non tanto sui ma’asim (e mi riferisco a tutti e cinque), quanto a cosa ha causato questi ma’asim, le nostre azioni quindi.
Nel caso particolare della rottura delle luchot habberit la causa dovrebbe essere risaputa da tutti; Moshèh Rabbenu ע"ה le distrugge quando vede l’ עגל הזהב ‘Eghel Hazahav ~ vitello d’oro, uno dei peccati per eccellenza. Quello che ci vuole dire la mishnàh è che i fatti, gli eventi, in sé non hanno particolare utilità, poiché nel tempo potrebbe venire dimenticato persino se tale fatto avesse accezione negativa o positiva. In sé i fatti servono per essere utilizzati come indici delle nostre azioni, per capirne effettivamente le conseguenze.

Cosa possiamo imparare dal contenuto globale della mishnàh per i nostri giorni dovrebbe essere oramai chiaro, ma perché questo messaggio viene fornito in particolare per il digiuno del 17 di Tammuz?

Perché anche nel digiuno stesso si applica una logica simile. E’ risaputo che scopo del digiuno non è il digiuno stesso (nonostante sia comunque intoccabile e obbligatorio per tutte le categorie di cui parleremo in seguito בס"ד); il digiuno è solo l’evento. Lo scopo del digiuno è cercare di analizzare se stessi al fine di correggere i propri errori, in particolare sotto l’aspetto dell’' עבודתAvodat ~ il servizio di Hashem Itbarach. L’‘Avodat Hashem Itbarach non include (come molti sono spesso portati a pensare) solo un corretto rapporto nei confronti di HQB”H IS”L, ma anche quello verso gli altri, e soprattutto verso se stessi, cosa che spesso siamo soliti tralasciare completamente. Quest’ultimo, il rapporto verso se stessi, è effettuabile in vari modi, trattato da testi di Mussar come ארחות צדיקים Orchot Tzaddiqim,מסילת ישרים Messilat Yesharim di Rabbenu Moshè Chajim Luzzato הרמח"ל ז"ל, Sefer Hayashar ספר הישר e simili, il cui studio è sancito come obbligatorio dai poseqim per almeno (cito una delle opinioni più facilitanti) 10 minuti al giorno.

Almeno 10 minuti al giorno per la cura della propria persona[9].


Fonti principali: Shulchan Aruch Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh =MB; Torat Hamo’adim =TH (7 se volume su Digiuni); Ben Ish Chai = BIC (anno 1).
[4] Per affrontare il tema in modo rapido consiglio la nota 2 in TH7 1:2. Per i riferimenti al talmud principalmente ta’anit 28b-29a dopo aver affrontato la mishnàh citata.
[5] Con questo non intendo assolutamente dire che personalmente sia arrivato a questo livello, ma la critica sta nel cercare di approfondire su testi scritti da Talmidè Chakhamim degni di questo nome, e non da chi non ha approfondito che secondo la propria logica, che essendo solo umana è per definizione limitata – cfr. מהרש"א, עין יוסף su Tamid 32.
[6] Ho preferito lasciare la traduzione del testo più vicina al testo, almeno per chi intende in cosa consiste il da’at. Consigliato in merito il testo פרקי קנין הדעתil cui autore ha voluto essere anonimo. La ‘spiegazione’ proposta, anche se un po’ impropria, si avvicina lontanamente al concetto, ma mi sembra possa rendere parte dell’idea in breve.
[7] Tipo חזק וברוך Chazzaq uvaruch; la traduzione letterale sarebbe qualcosa di simile a “è retta la tua forza”.
[8] Ho tradotto Zaqen come saggio e non come anziano, poiché il termine anziano attualmente viene principalmente usato per indicare una questione d’età, mentre in ebraico l’utilizzo del termineזקן indica זה קנה (חכמה)colui che ha acquistato saggezza [cfr Qiddushin 32b]
[9] Chi non avesse la possibilità di trovare tali testi in versione cartacea, può ordinarli via internet, trovabili anche in traduzione in diverse lingue tra cui l’inglese. In lingua originale sono trovabili tranquillamente su internet, e se vi è difficile passare 10 minuti a leggere davanti al pc è possibile stamparli.
Vi indico qualche link tra i primi che ho trovato su Google:
Messilat Yesharim: http://www.shechem.org/torah/mesyesh/hindex.htm
Orchot Zaddiqim: http://www.daat.ac.il/daat/mahshevt/orhot/pirkey-2.htm
Il Sefer Hayashar non l'ho trovato, perchè quelli presenti si riferiscono all'omonimo testo sulla Toràh scritta o su testi di Halakhàh di Rabbenu Tam ז"ל, se qualcuno dovesse trovarlo è pregato di segnalarlo.

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