martedì 7 luglio 2009

Norme sui Digiuni Pubblici - Chi e Quando

Per i tre digiuni pubblici del 17 di Tammuz, Digiuno di Ghedaliàh (3 di Tishrè) e del 10 di Tevet valgono norme comuni; in questa prima parte verranno trattate le norme generali di questi digiuni pubblici.

Chi deve digiunare?
  • Tutti sono obbligati a digiunare nei giorni di digiuno pubblico dall’età in cui si è obbligati a rispettare le mizwot (13 per gli uomini e 12 per le donne). Questo obbligo comprende anche lavoratori, insegnanti e Talmidè Chakhamim, nonostante ciò li possa infastidire nel loro impegno quotidiano [TH7 1,3].
  • In breve una piccola lista degli esenti da questi digiuni secondo il TH7 [capitolo 2]:
    o [1] I minori dell’età dell’obbligo all’osservanza delle mizwot (13 anni per i ragazzi, 12 per le ragazze).
    o [2] Le donne incinte e le allattanti. Una donna è considerata incinta se sono passati 3 mesi dall’inizio della gravidanza. In caso di forte debolezza è esente anche prima di questo periodo, in particolare se sono passati i primi 40 giorni dall’inizio della gravidanza. E’ invece considerata allattante nei 24 mesi successivi la nascita del bambino, anche se ha interrotto l’allattamento. In ogni caso per queste categorie (spiegate in questo punto), se possono, è bene che mangino solo ciò che gli è strettamente necessario.
    o [3] Un malato, anche se non in pericolo di vita a causa della sua malattia, ma non riesce ad uscire di casa data la sua malattia. Eventualmente anche una persona che si è ripresa dalla malattia, ma è ancora debole è possibile sia esente.
    o [4] Un anziano debole, nonostante sembri sano.
  • Sono inclusi nell’obbligo di digiunare:
    o [5] uno sposo ed una sposa durante i primi 7 giorni del matrimonio.
    o [5] i בעלי ברית ba’ale berit ~ “padroni” del berit-milàh, tali il מוהל mohel (colui che effettua la milàh), il סנדק sandaq (colui che tiene il bambino durante la milàh) e il padre del bambino (per la madre vedi sezione esenti .2).
  • [6] il padre del bambino nel giorno del פדיון הבן pidjion haben (riscatto del primogenito maschio).
  • Queste ultime categorie possono interrompere il digiuno dopo חצות chatzot hayom ~ metà delle ore di luce nel caso in cui il digiuno sia דחוי dachui ~ spostato. Ciò è valido per tutti i digiuni di questa categoria (cioè esclusi Yom Hakippurim e il 9 di Av) tranne il 10 di Tevet perchè non può mai essere dachui [TH7 2, 5].


Periodo del digiuno
Il tempo del digiuno è dall’alba fino all’uscita delle stelle [TH7 1, 4].

Nel caso ci si svegli prima dell’alba si ha il permesso di mangiare, dopo aver dormito la notte, solo se ha esplicitato una condizione entro la sera precedente di voler mangiare prima dell’alba qualora se ne presenti l’occasione. Sotto tale condizione può mangiare e bere, altrimenti gli è vietato. In ciò sono facilitanti gli ashkenaziti che permettono di bere dell’acqua fino all’alba anche senza la condizione, per chi sia solito farlo comunemente [TH7 1,5].

Scordato il digiuno – Che fare?
Una persona che si fosse scordata del digiuno ed avesse mangiato, non gli è concesso continuare a mangiare, ma deve completare il digiuno.

Me’iqqar hadin ~ secondo la regola stretta non è necessario digiunare un altro giorno al posto di questo interrotto, a meno che non voglia farlo per sistemare il danno fatto avendo interrotto il digiuno. E se il digiuno che vuole fare può disturbare il suo studio di Toràh, non è bene che digiuni, ma espii la sua colpa dando צדקה tzedakàh (non voglio tradurlo come elemosina perché sarebbe errato oltre che limitativo) e aumenti lo studio della Toràh Haqqedoshàh [TH7 1,15].

Nel caso abbia mangiato una quantità maggiore di kezait (27 grammi circa), nonostante debba completare non può aggiungere “‘Anenù” nell’amidàh. Nel caso abbia mangiato una quantità minore, gli è permesso [TH7 1,16[.
Nel caso abbia recitato unaברכה berakhàh ~ benedizione su un cibo, e si è subito ricordato che è giorno di digiuno, assaggi una piccolissima parte del cibo affinché la sua berakhàh non sia stata recitata invano, poiché la punizione della recitazione di una berakhàh invano è maggiore di quella di una persona che mangia in un giorno di digiuno pubblico. Chiaramente non può proseguire nel suo “pasto”dopo l’assaggio. [TH7 1,17].

Altre note

  • In questi digiuno è possibile lavarsi, ungersi, indossare scarpe di pelle e avere rapporti coniugali. Lavarsi con l’acqua calda מעקר הדין me’iqqar hadin ~ in base alla stretta regola è permesso; in ogni caso ci sono alcuni ashkenaziti che sono più rigorosi in ciò nei digiuni pubblici [TH7 1, 6].
  • E’ bene essere rigorosi e non lavarsi la bocca con l’acqua durante i digiuni pubblici. In ogni caso, per chi è abituato a farlo tutti i giorni, e il non farlo lo infastidisce molto, è possibile facilitare, a patto che non inserisca in bocca più di un revi’it (88cc: poco meno di metà di un bicchiere di plastica standard) di acqua alla volta e non senza ingoiare nulla. La stessa cosa vale riguardo il lavarsi i denti [TH7 1,11].
  • Le pastiglie contro il mal di testa o altro, sono permesse per un digiunante a condizione che non abbiano sapore e si riescano ad ingoiare senza acqua. Se invece devono essere masticate o hanno sapore c’è da essere maggiormente rigorosi. Ma se sono necessarie per la cura di una malattia relativa ad un organo interno c’è da facilitare [TH7 1,13].
  • E’ vietato masticare un chewing-gum durante i giorni di digiuno pubblico. [TH7 1,12 - cfr approfondimenti ivi].
  • E’ permesso me’iqqar hadin fumare sigarette. In ogni caso sarebbe bene evitare di fumare durante tutto l’anno poiché è riconosciuto dalla maggior parte di grandi autorità nel campo della medicina che il fumo nuoce gravemente alla salute, e può portare a gravi conseguenze (lo ‘alenu); non fumando si compie quindi il precetto di “state molto attenti alle vostre anime” (N.d.T. che comprende la cura del corpo nel limite di non danneggiarlo) [TH7 1,14]

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