[TH2 18:1 e BIC 7-8] Dopo la teffillàh di Mussaf il giorno di Hoshanà Rabbàh, si usa effettuare la “Chavatat ‘aravàh”. Quest’uso trova la sua origine ai tempi in cui il Beth Hamikdash תובב"א era ancora in piedi, la ‘aravàh si utilizzava come “Halachàh fornita da Moshèh dal Sinai” per tutti i 7 giorni di Sukkot; ogni giorno si girava attorno al מזבח Mizbeach ~ altare per 1 volta, e il giorno di Hoshanà Rabbàh si girava per 7 volte. Dopo la distruzione del Bet Ha-Miqdash i chakhamim z”l hanno istituto questo minhag come ricordo di ciò che avveniva nel Bet Ha-Miqdash.
L’uso consiste nel legare 5 ramoscelli di ‘aravàh e picchiare con questi su un terreno non pavimentato / asfaltato, e dire ad ogni colpo “chavit chavit vela barich” חביט חביט ולא בריך. Dopo questa procedura, l’uso è quello di recitare Nishmat Kol Chai fino alla fine di Ishtabbach esclusa la berakhàh finale.
C’è chi usa recitare un “leshem ichud” (stampato nei machazorim) prima della chavatàh.
Dopo la chavatàh è possibile dare la sua ‘aravàh a qualcun altro, a condizione che questa sia ancora integra, o almeno che la maggior parte delle sue foglie lo siano. [TH2 18:2]
Le ‘aravot seguono le stesse regole di quelli per il lulav pertanto bisogna stare attenti a non disprezzarli o camminarvici sopra; si usa inoltre custodirle fino a pessach per bruciare insieme al chametz, mentre il lulav si lascia per bruciarlo nel forno quando si preparano le matzot [BIC 8].
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