Questa settimana abbiamo un altro minhag, meno diffuso di quello dei shovavim essendo ristretto solo alla cerchia dei libici, quello della lettura di un componimento particolare prima della lettura della Toràh di Shabbath, che ricorda l’arrivo di Purim nella settimana successiva.
Scrivendo Purim non sto prendendo un granchio colossale. Bisogna sapere che in molti luoghi i poseqim del luogo, in seguito a grandi miracoli locali accaduti, hanno fissato dei giorni di festa particolari, chiamati solitamente con l’appellativo di “Purim” seguito da un’indicazione relativo al miracolo.
I tripolini la prossima settimana avranno Purim Burgul!, il 29 di Tevet, risalente a circa 2-3 secoli fa. In questo c’è l’uso di non lavorare, di mandare mishloach manot , non recitare il Tachanun nella Teffillàh, e l’aggiunta al posto di questi a shacharit dei mizmorim “Min ha-Metzar” (118) e l’Hallel ha-Gadol (136). Questo uso è strettamente tripolino e non ha senso che gli altri lo facciano, come verrà Be”H spiegato futuro ב"נ וב"ש.
Lo shabbath precedente Purim (quindi quest’anno questo Shabbat Qodesh) si usa leggere un “Mi Khamokhà” relativo a quell’occasione particolare.
Faccio notare che chi non ha la possibilità di leggerlo in quel momento può leggerlo anche successivamente, e certamente non deve perdere dalla lettura in pubblico della Toràh Ha-Qedoshàh per leggerlo.
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