mercoledì 8 luglio 2009

Norme sui Digiuni Pubblici - La Teffillàh

Nei giorni di digiuno pubblico ci sono alcune norme comuni che valgono per i tre digiuni del 17 di Tammuz, Digiuno di Ghedaliàh (3 di Tishrè) e il 10 di Tevet.

עננו ‘Anenu

Chi digiuna deve aggiungere nella ברכה berakhàh ~ benedizione dell’amidàh שומע תפילה“Shome’a Teffillàh” l’aggiunta עננו “’anenu” stampata nei siddurim. Il minhag della maggior parte dei sefaraditi è di recitarlo sia a shacharit che a minchàh, ma ad arvit l’uso è di non recitarlo, poiché il digiuno non è ancora iniziato. Ci sono però alcuni che usano, e tra loro alcuni yemeniti, recitarlo anche ad arvit poiché comunque è un giorno di digiuno. Gli ashkenaziti usano recitarlo solo a minchàh [TH7 3:6].

Il חזן chazan ~ ufficiante nella חזרה chazaràh ~ ripetizione dell’amidàh deve recitare una berakhàh di per sé, tra גואל ישראל“Goel Israel” e רפאנו “Refaenu” come stampato nei siddurim, anziché ‘anenu nella berakhàh di “Shome’a Teffillàh” come il singolo. Può dirla solo a condizione di avere almeno 6 preganti (lui compreso)[1] che abbiano intenzione di completare il digiuno; in caso contrario reciti ‘anenu come il singolo (in Shome’à Teffillàh) anche durante la chazaràh. Per questo motivo, a priori il chazan dev’essere digiunante perché altrimenti non gli è concesso recitare ‘anenu. In caso non ci sia nessun altro che sia in grado di essere chazan si dica la chazaràh senza ‘anenu ]princ. TH7 3:12-14, cfr. note].

Colui che deve recitare parola per parola la amidàh con la chazaràh del chazan (per esempio se è arrivato in ritardo) non ha il permesso di recitare la berakhàh aggiunta di ‘anenu, ma dovrà stare zitto in quel momento. Dovrà inoltre dire ‘anenu in “Shome’a Teffillàh”, nonostante a causa di questo ritardi e non riesca a dire con il chazan מודים“Modim”. In ogni caso quando sente “modim” ci si pieghi un pochino, tranne nel caso in cui si trovi all’inizio o alla fine di una berakhàh [TH7 3:11].

תחנונים Tachanunim

Nella Teffillàh si usa aggiungere dei tachanunim particolari (di solito presenti verso il fondo del siddur), dopo la Amidàh di shacharit. Inoltre il 10 di Tevet e il 17 di Tammuz si aggiunge il מזמור mizmor ~ salmo 83 שיר מזמור לאסף “Shir Mizmor leAssaf” dopo il mizmor quotidiano (, per i sefaraditi prima di Hoshi’enu).
Chi fa teffillàh ביחיד beyachid ~ da solo (senza minjian) deve sapere che può fare i tachanunim, ma in modo particolare. Il primo ויעבור “Vay’avor” (quello presente tutti i giorni) può essere letto solo se si legge con i טעמיםta’amim, che sono le melodie legate alle parole. I successivi invece, beyachid non si leggono, ma si interrompe prima, appena lette le parole שהודעת לעניו מקדם “shehod’ata le’anav miqedem”.[2]

ברכת כהנים Birkat Cohanim

I cohanim eseguono la birkat cohanim sia a Shacharit che a Minchàh, con la condizione che quest’ultima venga fatta, a priori, almeno dopo פלג המנחה pelag haminchàh (un ora e un quarto zemanit prima dell’uscita delle stelle). In un posto dove usano che i cohanim eseguano la birkat cohanim a Minchàh prima di quest’ora c’è da ammonirli, e sistemare il minhag secondo la regola, in modo che venga fissato dopo pelag haminchàh [TH7 3:2, vedi in loco fonti e approfondimenti su casi particolari a posteriori].

Inoltre se si prega minchàh prima di pelag haminchàh nella chazaràh il chazan non sostituisce la birkat cohanim con “Elokenu veElokè Avotenu barechenu etc.”. Ci sono alcuni ashkenaziti che hanno invece il minhag di recitare, nel caso si trovino prima di pelag haminchàh, “Elokenu veElokè Avotenu barechenu etc.” senza birkat Cohanim ]TH7 3:3[.

Un cohen che non digiuna non può eseguire la birkat cohanim a minchàh, poiché questa è dipendente solo dal digiuno. In caso ci siano cohanim che la eseguono, esca quindi dal bet hakenesseth [TH7 3:4].

Se si è superato il tramonto con la chazaràh, è comunque possibile eseguire la birkat cohanim. Se si è superata l’uscita delle stelle non è però possibile [TH7 3:5].

ספר תורה Sefer Toràh [TH7 cap. 4]

Durante giorni di digiuno pubblico salgono 3 persone a leggere nel Sefer Toràh ויחל “Vajchàl” come stampato nei siddurim ( כי תשאShemot 32:11-14; 34:1-10). Solo chi è a digiuno può salire al sefer, e sono necessari almeno 6 digiunanti nel minjian per estrarre il sefer dall’Aron haqqodesh, sia per shacharit che minchàh. E’ bene stare attenti che anche colui che legge sia a digiuno.


[1] Nel caso invece di un digiuno nella quale il pubblico digiuna, ma non appartiene ai 4 digiuni pubblici, è necessario avere almeno 10 digiunanti. Così è l’opinione del TH7 per risolvere un’apparente contraddizione nelle parole di Maran; a causa di questa c’è chi sostiene che anche nei 4 digiuni pubblici siano necessari 10 digiunanti.
[2] Fin qui secondo la prima opinione riportata nel [BIC Ki Tissàh 1,9], e così compresa dal OL2 . Il BIC aggiunge che il suo uso a quel punto era di continuare nella lettura mentale fino al termine del “Vay’avor”. Riporta inoltre che c’è chi ritiene che sia bene leggere al posto di questi “Vay’avor” la traduzione in aramaico di Onqelos, trovabile nel chumash seguito da una particolare teffillàh. Per completezza ne riporto qui il testo
(traduzione di Onqelos)ואעבר ה' שכנתיה על אפוהי, וקרא ה' ה' אלהא רחמנא וחננא, מרחיק רגז, ומסגי למעבד טבוון וקשוט, נטר טיבו לאלי דרין, שביק לעווין ולמרוד ולחובין, סלח לדתייבין לאוריתיה
(Teffillàh) אנא ה' אל חי תספיק לנו שפע אור וברכה חן וחסד ורחמים ואומץ, נא ה' אל פודה, עטרנו שמחנו

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.