La prima sera si recitano tre berakhot:
- ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, אשר קידשנו במצוותיו, וציוונו להדליק נר (של) חנוכה
“…asher qiddeshanu bemizwotav, veziwanu lehadliq ner (shel) chanukkàh” - ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שעשה נסים לאבותינו, בימים ההם בזמן הזה
“…she’asàh nissim laavotenu, bayamim hahem bazeman hazeh”, - ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שהחיינו, וקיימנו, והגענו לזמן הזה
§ “…sheechejanu veqqiemanu vehigghianu lazeman hazèh”.
Mentre le sere successive si recitano solo le prime due.
[Nella prima Berakhàh ho scritto של “shel” tra parentesi apposta. Secondo molti poseqim (in particolare sefaraditi, tra cui ricordiamo Maran (676,1), il BIC 2 e HO) è da non dirsi (per i vari motivi, vedere nelle fonti segnalate e in TH3 6,7. Gli ashkenaziti usano dirlo (cfr Mishnàh beruràh ivi).]
- C’è l’uso diffuso presso molte comunità sefaradite di recitare un leshem ichud prima delle berakhot. [Sull’importanza del Leshem Ichud cfr. Morè Be’ezbàh 1, sulla formula si veda nei siddurim sefaraditi.]
- Le berakhot sono da recitarsi prima di cominciare ad accendere le nerot (tranne nel caso di chi le vede soltanto) [TH3 6:8]. Ci si ricordi di non interrompere neanche con segni tra la berakhàh e l’accensione [HO 14] pertanto si controlli bene che le nerot siano pronte prima di recitare le berakhot.
- Se avesse dimenticato di benedire prima dell’accensione, se è accaduto la prima sera (anche se non ha ancora acceso lo shammash) non benedice “lehadliq” poiché ha già compiuto la mizwàh, ma solo le due restanti. Se invece è capitato in una sera successiva, e se ne è ricordato prima di avere terminato di accendere le nerot “aggiunte” può recitare tutte le berakhot di quella sera, e subito dopo completi l’accensione. Nel caso se ne sia ricordato solo entro mezz’ora dall’accensione, reciti solo “she’asàh nissim”. In ogni caso in cui se ne sia invece ricordato dopo oltre mezz’ora dall’accensione, non può dire nessuna berakhàh.
- Se si è dimenticato di benedire “Sheechejianu” la prima sera, benedica la seconda. Anche l’avel ~ persona in lutto può dire in questo caso questa berakhàh, ma eviti di dirla al Beth Haknesseth. L’onen (stato in cui si trova una persona dalla morte di un parente stretto fino alla sua sepoltura) accenda senza berakhàh, e se può accendere per mezzo di un shaliach ~ n.l. intermediario è meglio (BIC 3 e MB).
- Dopo aver acceso, si reciti הנרות הללו Hanerot Hallalu. Secondo il BIC (1) sarebbe bene recitare la versione da 36 parole (quante sono le candele che si accendono durante channukkàh). Si aggiunga inoltre “Mizmor Shir Channukkat Habayt Ledavid” [Tehillim 30].
- E’ bene, (ma non obbligatorio) dire dopo hanerot hallalu, ogni sera per 7 volte il versetto vihi no’am (Tehillim 90,17) e il mizmor Yoshev Beseter (Tehillim 91). [BIC 23 a nome di Rabbenu Chajim Phalagi nel Moed Lechol Chai]
- C’è l’uso di recitare la cantica “Ma’oz Tzur”.
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